PSR, 37 milioni di euro per gli investimenti

Da Michele Dallapiccola

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Via libera oggi dalla Giunta provinciale al primo bando del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020. Si tratta dei criteri richiesti per accedere agli aiuti a sostegno degli investimenti nelle aziende agricole (operazione 4.1.1.). Fatti salvi i bandi aperti nel regime transitorio rispetto al precedente PSR 2007-2013, si tratta dei primi criteri attuativi e, considerato anche il numero dei potenziali interessati ed il fatto che i termini di presentazione delle domande non aprivano dall’autunno 2011, dei più attesi ed importanti sotto il profilo economico tra le misure di sostegno degli investimenti nel settore agricolo. Le risorse a disposizione a partire da quest’anno e fino al 2020 ammontano, infatti, a 36,8 milioni di euro di spesa pubblica del fondo strutturale FEASR, cofinanziato da Unione Europea (42,980%), Stato italiano (39,914%) e Provincia autonoma di Trento (17,106%).



Molte le novità rispetto alla passata programmazione annunciate dall’assessore all’agricoltura Michele Dallapiccola, firmatario della delibera approvata stamane dalla Giunta, ad iniziare dalla mancata previsione di interventi “aggiuntivi” con fondi esclusivamente provinciali. “Le graduatorie – fa sapere Dallapiccola – risulteranno quindi più selettive che in passato.”

I criteri di selezione



Ma vediamo, in sintesi, quali sono i criteri di selezione in base ai quali saranno definite le graduatorie:

– godono di un rilevante punteggio extra i giovani neo-insediati (30 punti), ma anche gli iscritti all’Anagrafe Provinciale delle Imprese Agricole in sezione prima (20 o 21 punti);

– un rilevante punteggio extra è riconosciuto anche alle aziende che adottano il metodo dell’agricoltura biologica (10-20 punti);
– si riconosce l’importanza (se è l’investimento prevalente) del recupero di strutture esistenti, che non erodono superficie agricola (15-20 punti), nonché alla realizzazione in legno delle strutture (10-15 punti);

– se invece l’investimento prevalente è l’acquisto di beni mobili, vi sono 14 punti per quelle innovative che introducano tecniche di lavorazione e di difesa particolarmente rispettose dell’ambiente;

– vi sono invece 10 punti se l’investimento prevalente è un miglioramento fondiario;

– nell’ambito del riconoscimento dell’agricoltura di montagna, vi sono 10 punti per investimenti effettuati dalle aziende situate sopra i 700 metri di altitudine, come superficie aziendale prevalente;

– altri punti possono essere assegnati per interventi che garantiscano un miglioramento del trattamento/gestione dei reflui prodotti o un loro collettamento in pubblica fognatura (2-5 punti), nonché per la realizzazione di fasce tampone arboreo-arbustive lungo i corpi idrici (2-5 punti);

– l’orientamento zootecnico è premiato con 7-10 punti, mentre quello vegetale varia tra 0 e 6 punti;

– infine, sono premiate con 10 punti le aziende di piccola dimensione (produzione lorda vendibile standard tra 10.000 e 60.000 euro), con 8 punti quelle di dimensione medio-piccola (tra i 60.000 ed i 150.000 euro).

“Prevediamo molte domande – spiega l’assessore Dallapiccola – anche in considerazione che l’ultimo bando sulla vecchia misura 121 del PSR 2007-2013 risale al 2011. Quindi sarà determinante essere collocati nella parte alta o in quella bassa della graduatoria; anche essere a metà strada potrebbe non bastare. Gli investimenti – prosegue l’assessore all’agricoltura – devono aumentare il “rendimento globale” dell’azienda. Il business plan deve evidenziare gli effetti migliorativi dell’investimento sulle prestazioni e sulla sostenibilità globale dell’azienda agricola, nonché l’effetto positivo degli investimenti sotto il profilo della redditività aziendale, mediante innovazione e/o qualificazione dei prodotti o dei processi, dell’impatto ambientale, delle ricadute sociali o il benessere animale. Tali effetti devono essere dimostrati e verificati in fase di collaudo.”

La spesa ammissibile



La spesa minima ammissibile è di 15.000 euro a domanda, quella massima ammissibile è di 1.000.000 euro per l’intero periodo di programmazione, con altre limitazioni in base alla tipologia delle domande.
Questi limiti hanno sia la funzione di calmiere sui prezzi, sia quello di valutare la congruità della spesa. Ai fini del raggiungimento del limite massimo va computata per il 50% anche la spesa ammessa ai sensi delle misure 121 e 121 HC nel PSR 2007-2013;
Per le strutture di trasformazione, conservazione e commercializzazione, è fissato il tetto di 300.000 euro di spesa massima e, per trasformazione e commercializzazione, non sono previste maggiorazioni nei livelli agevolativi.
È ammissibile l’acquisto di strutture entro un limite massimo del 15% della spesa totale ammissibile (relativa all’immobile e ai beni mobili in esso collocati).

La misura dell’aiuto



I contributi sono pari al 40% della spesa ammissibile se si tratta di opere, 30% per macchinari ed attrezzature. Maggiorazioni di 10 punti percentuali sono possibili per i giovani beneficiari del premio di insediamento (operazione 6.1.1) e per gli investimenti “collettivi” effettuati consorzi o reti di imprese agricole.

Le novità



Rispetto al vecchio PSR, le imprese agricole dovranno fare i conti con alcune, importanti novità sui requisiti e le modalità di accesso agli aiuti. Ecco le più significative:

– Possono presentare domanda anche consorzi e reti tra imprese agricole (in numero compreso tra 2 e 10);

– sono ammissibili le iniziative avviate e le spese sostenute successivamente alla presentazione della relativa domanda di agevolazione (eccettuate le spese di progettazione definitiva); tuttavia per le domande presentate entro il 31 marzo 2016 e limitatamente alle opere possono essere ammesse anche iniziative avviate prima, purché non ultimate, ammettendo però a contributo solo le opere realizzate dopo la data della domanda;

– nel comparto delle produzioni vegetali, vi sono maggiori aperture sull’ammissibilità sugli investimenti di costruzione e miglioramento di strutture per la manipolazione, trasformazione, conservazione, commercializzazione dei prodotti agricoli aziendali (se non soci di realtà cooperative o consortili). A tal fine però le aziende viticole devono disporre di una superficie aziendale a vite di almeno 2 ettari, quelle frutticole di almeno 3 ettari o a piccoli frutti di almeno 1 ettaro;

– Non sono finanziati gli investimenti irrigui (demarcazione con PSN nazionale), la fornitura e posa di macchine e attrezzature enologiche (demarcazione con OCM Vino); i soci di realtà cooperative o consortili non trovano accesso sul PSR per le iniziative agevolabili ai sensi dell’OCM ortofrutta;

– Macchinari e attrezzature: secondo le direttive europee potranno essere agevolati solo quelli realmente innovativi;

– Le domande relative ad opere devono già essere in possesso del provvedimento edilizio eventualmente necessario (cantierabilità) al momento della domanda;

– Le domande di importo superiore ai 300.000 euro inserite in graduatoria in posizione utile devono, entro 90 giorni dalla richiesta (prorogabili di altri 60 giorni su motivata richiesta), presentare una valutazione positiva da parte di un istituto di credito alla concessione di un mutuo o di un finanziamento a medio termine per almeno il 50% della spesa richiesta (bancabilità);

– Restrizioni sulle opere di trasformazione, conservazione e commercializzazione dei prodotti della propria azienda agricola. Per la lavorazione del latte vaccino, se ricadenti nelle zone operative di coop: solo prodotti biologici o azienda con agritur o assenso della coop più vicina; per il settore vegetale: se socie di una coop, serve il permesso di questa a lavorare in parte o in toto la propria produzione.

– Nel settore zootecnico, deroga al rapporto UBA/ha in presenza di biodigestore a cui conferire gli effluenti zootecnici, di proprietà, in rete o sulla base di un contratto con durata del vincolo di destinazione dell’investimento;

– Introduzione della domanda per via telematica tramite portale, sul sistema “mutuato” dalla Regione Marche ed in fase di implementazione. In prima applicazione (domande febbraio-marzo 2016), per rendere il passaggio, fortemente innovativo, meno traumatico, saranno possibili anche le modalità tradizionali di presentazione, mentre per le successive graduatorie resterà solo la domanda telematica.

Le risorse



Le risorse che si assegnano per ciascuna graduatoria sono le seguenti:

– domande febbraio-marzo 2016: euro 12.000.000;

– domande dal 1 ottobre 2016 e fino al 30 novembre 2016: euro 6.800.000, oltre alle risorse dei periodi precedenti liberate a causa di rinunce, economie e revoche;

– domande dal 1 ottobre al 30 novembre degli anni 2017, 2018 e 2019: euro 6.000.000 per anno, oltre alle risorse dei periodi precedenti liberate a causa di rinunce, economie e revoche.

Non sono previsti interventi aggiuntivi con fondi provinciali sul PSR.

Termini di presentazione delle domande



È prevista l’approvazione di criteri permanenti per tutto il periodo del PSR, con finestre di apertura per la presentazione delle domande, alle quali seguono le rispettive graduatorie.

Sono stabiliti i seguenti termini di presentazione delle domande:

– in prima applicazione, nei 2 mesi successivi all’approvazione dei criteri (febbraio e marzo 2016);
– dal giorno 1 ottobre e fino al 30 novembre di ogni anno da 2016 fino al 2019.