Cippato di legno locale, per il riscaldamento sostenibile degli alberghi in montagna

Da Michele Dallapiccola

Conferenza stampa cippato_05 08.06.2017

L’uso virtuoso delle biomasse legnose è un’opportunità per creare sviluppo economico e occupazione, oltre che per stimolare la gestione sostenibile del patrimonio boschivo. Il territorio trentino offre interessanti opportunità per mettere in pratica un modello di economia circolare, legato alla filiera legno-energia, a vantaggio di un settore strategico per l’economia del territorio, quello turistico. Se ne parlerà all’incontro informativo dal titolo “Cippato di legno locale per il riscaldamento sostenibile degli alberghi di montagna. Benefici socio-economici e ambientali grazie agli incentivi del Conto Termico 2.0” in programma venerdì 9 giugno a Madonna di Campiglio (Carlo Magno Hotel). Promosso da AIEL Associazione Italiana Energie Agroforestali con il patrocinio della Provincia Autonoma di Trento, in collaborazione con Aprie (Agenzia provinciale per le risorse idriche e l’energia) e le associazioni ASAT e UNAT, l’appuntamento è stato anticipato da una conferenza stampa ospitata nella sede della Provincia Autonoma di Trento alla quale hanno partecipato Michele Dallapiccola, Assessore alle Foreste della Giunta Provinciale, Valter Francescato, Direttore Tecnico di AIEL, Lara Biasi, componente del Gruppo produttori professionali di biomasse di AIEL e titolare di un’impresa boschiva a Coredo in Val di Non. “E’ la sostenibilità a 360° – ha detto l’assessore provinciale all’agricoltura, foreste e turismo Michele Dallapiccola – che ci deve guidare e deve fare da filo conduttore a tutte le interazioni tra uomo e ambiente, sia in agricoltura, che nel turismo e nella gestione del grande patrimonio forestale del Trentino. Oggi, grazie a nuove tecnologie e ad una sensibilità che sta crescendo possiamo fare delle scelte che facciano bene sia all’ambiente che all’economia locale, nel caso specifico, proponendo uno sfruttamento intelligente e a chilometro zero di una risorsa abbondante come il cippato. Anche attraverso queste azioni possiamo fare del Trentino un territorio ben gestito nel suo complesso e in cui è bello vivere e soggiornare”.

La valorizzazione selvicolturale dei boschi trentini, grazie alle imprese boschive professionali dotate di tecnologie e mezzi di ultima generazione, (223 aziende forestali in provincia con 488 addetti, fonte CCIAA) consente di produrre cippato, un biocombustibile sostenibile di origine locale. L’uso del cippato in sostituzione ai combustibili fossili in moderne caldaie consente di creare filiere sostenibili con numerosi benefici socio-economici e ambientali per il territorio: creazione di valore aggiunto e occupazione a livello locale, incremento del potere di acquisto della comunità, maggiore sicurezza nell’approvvigionamento energetico, riduzione delle emissioni climalteranti. In media, la filiera energetica del cippato locale crea da 7 a 15 volte più occupazione rispetto alle fonti fossili. A parità di calore utile prodotto, le fonti fossili producono circa 10 volte più CO2 della rinnovabile legno. La produzione e l’utilizzo di cippato locale innesca un meccanismo virtuoso quando la materia prima legnosa proviene da gestione sostenibile del bosco: valorizza gli scarti della lavorazione del legno e il progresso tecnologico delle moderne caldaie a biomassa. Questo vale per tutte le tipologie di edifici sia pubblici che privati, ma in maniera particolare per strutture altamente energivore come gli alberghi. Nel caso di un albergo di montagna, nella ripartizione dei consumi energetici, il riscaldamento e la produzione di acqua calda sanitaria rappresentano più della metà della spesa, cioè il 53% del totale, rispetto a energia elettrica (43%) e gas metano per cucinare (4%) (fonte: Enea). Ogni stanza di un albergo consuma mediamente 9 MWh all’anno, per cui per un albergo di 40 stanze il consumo di energia è pari a circa 360 MWh all’anno. Per produrre questo quantitativo di energia usando ilgpl il costo è di circa 82.500 euro, con il gasolio il costo è di circa 41.000 euro (fonte valori prezzi: AIEL, aprile 2016). Con il cippato di legno in classe di qualità A2, invece, produrre 360 MWh costa circa 9.700 euro, quindi l’88% in meno rispetto al gpl e il 76% in meno rispetto al gasolio. La Provincia di Trento è, tra le provincie italiane, una di quelle in cui si preleva e si utilizza più legname, ma nonostante questo la crescita annuale del bosco è nettamente superiore al prelievo annuale dal bosco, perchè le attività economiche legate alla lavorazione boschiva avvengono nel rispetto della risorsa naturale. Lo conferma anche la percezione comune legata agli aspetti paesaggistico-culturali del Trentino, che trova riscontro nell’importante settore turistico legato al territorio. Attualmente, le biomasse rappresentano la seconda fonte di energia rinnovabile del Trentino, dopo l’idroelettrico, corrispondenti a 136.000 tonnellate equivalenti di petrolio. Per quanto riguarda il cippato, secondo il Piano Energetico Provinciale la produzione di questo biocombustibile legnoso in Trentino ammonta a 150.000 tonnellate (circa 500.000 metri cubi steri). Nelle potenzialità della filiera corta del cippato stanno investendo i produttori professionali che hanno intrapreso un percorso di qualificazione professionale e hanno ottenuto l’attestazione di conformità dei prodotti legnosi immessi sul mercato da parte di laboratori di analisi che verificano e assicurano che il cippato sia di classe A1, A2 o B, così come dichiarato dal produttore. Questo modo di operare mira a posizionarsi sul mercato in un’ottica di trasparenza e legalità. Dal 2015, le aziende boschive possono anche aderire allo schema di certificazione volontario Biomassplus per garantire un prodotto che risponde a precisi requisiti di tracciabilità, sostenibilità, legalità e qualità.

L’investimento nelle rinnovabili consente anche di accedere agli incentivi statali del Conto Termico 2.0 a sostengno del ricambio tecnologico. «Sostituire una centrale termica alimentata a fonte fossile con una alimentata a cippato di legno – afferma in proposito Valter Francescato Direttore Tecnico di AIEL – significa risparmiare sui costi dell’energia e anche andare nella direzione dell’efficienza energetica e del turn over tecnologico. Lo strumento incentivante, il Conto Termico 2.0, messo a disposizione di privati, imprese e pubbliche amministrazioni ha proprio per questo scopo. L’incentivo del Conto Termico copre fino al 65% dell’investimento necessario per sostituire un generatore obsoleto (a biomassa, carbone, gasolio) con uno moderno a biomassa legnosa. La dotazione finanziaria del Conto termico 2.0 ammonta a 900 milioni di euro: 700 per privati e imprese e 200 milioni ad hoc per le pubbliche amministrazioni». Lara Biasi, componente del Gruppo produttori professionali di biomasse di AIEL e titolare di un’impresa boschiva a Coredo in Val di Non conferma l’importanza di una maggiore conoscenza delle opportunità offerte dalla filiera corta legno-energia: «è importante ragionare in un’ottica di economia circolare. I cosiddetti ‘scarti’ o cascami che derivano dal taglio dei boschi possono essere gestiti, lasciati abbandonati provocano danni: ad esempio, attirano parassiti che poi contagiano anche le piante sane intorno. Meglio raccoglierli, ‘dare aria’ al bosco così da facilitare la crescita di nuovi alberi e produrre cippato di qualità da consumare in loco. Come operatore del settore, mi auguro che aumenti sempre più la conoscenza del mondo forestale, attraverso momenti di confronto e la diffusione di prassi comuni: solo così potremo continuare a credere nel futuro e a creare quella ‘massa critica’ per dare alle nostre imprese la reddittività necessaria per investire, non solo in macchine e tecnologie ma anche in risorse umane.»

Programma 9 giugno – Alberghi in montagna