L’orso, il Trentino ed il Ministro Costa.

Da Michele Dallapiccola

Ho conosciuto il ministro Costa lo scorso anno in Toscana in occasione della festa del santo patrono dei forestali, San Gualberto, proprio presso il monastero allo stesso dedicato. I motivi che mi avevano portato ad incontrarlo erano gli stessi che ci affliggono oggi: le scorribande di M49 nelle Giudicarie che da qualche tempo già allora avevano cominciato a farsi sentire. Avevamo deciso che l’orso andava catturato e dunque insieme al presidente Rossi avevamo avviato le procedure previste dal PACOBACE.
 
– Identificazione genetica previa cattura
 
– attivazione di opere ed azioni di dissuasione con l’aiuto dell’applicazione del collare
 
– attività di formazione ed informazione degli amministratori, degli operatori economici locali e soprattutto della popolazione.
 
Proprio quest’ultimo aspetto fu il più difficile da gestire perché la popolazione era molto preoccupata ed arrabbiata e non era affatto piacevole girare per le valli facendosi insultare e, obtorto collo, ospitare claque di leghisti che ne approfittavano dell’occasione per inveire contro l’allora governo a scopo propagandistico politico. Ma tant’è, l’elenco di quelle riunioni si allungava e dava forza al governo trentino di far capire a quello nazionale che qui si stava facendo tutto il possibile per entrare in relazione con la popolazione ed implementare le azioni che avrebbero mitigato gli effetti negativi della presenza di grandi carnivori. Oggi questo non avviene e l’idea che mi sono fatto è che siano principalmente l’impreparazione, la paura e la difficoltà di gestire questo rapporto che impediscano all’attuale amministrazione di portare avanti questa attività poco piacevole ma prevista da una norma in questo molto severa.
 
Ma torniamo al mio incontro toscano dello scorso anno: compresi che il ministro era una persona seria e preparata ma che purtroppo per noi aveva una propensione integralista alla protezione della specie orso. La cosa non mi meravigliava poiché sapevo che la sua sensibilità era vicina a quella maggiormente rappresentata a livello nazionale mentre io invece, avevo ben presente qual’era lo stato d’animo degli amici allevatori (e non solo) che qui in Trentino avevano subito gli attacchi.
 
Tornai in Trentino ed iniziamo le azioni che avrebbero portato all’autorizzazione della cattura di M49 cioè come dicevo sopra identificazione, collaraggio, dissuasione incontri con la popolazione; quell’autunno (lo scorso) l’animale se ne andò in letargo insieme ai nostri propositi di riprendere le azioni diplomatiche che avrebbero portato all’autorizzazione della sua cattura la primavera successiva.
 
È cambiato il governo e purtroppo oggi, con questo, anche il metodo e l’approccio.
Questa Giunta non ha affrontato fin da subito con la dovuta energia il problema. un po’ per inesperienza un po’ per la foga di incontrare l’universo mondo ha di fatto subìto le numerose predazioni occupandosi prevalentemente d’altro.
I numerosi sbagli di Fugatti, Zanotelli, Tonina e &c oggi però sono pesantemente venuti a galla sia a scapito del bestiame colpito dall’orso che dell’angoscia della popolazione che ha subito le incursioni dell’animale.
 
Questa giunta ha sbagliato a più e più riprese. Innanzitutto, almeno su questo argomento, non ha mai voluto incontrare né me né il presidente Rossi laddove  un passaggio politico di consegne sarebbe invece stato estremamente utile.
 
All’evidenza dei fatti non ha costruito nessun rapporto politico diretto con il ministro Costa che si trova come abbiamo visto oggi a dover riferire al Trentino attraverso i media.
 
La politica degli annunci di salviniano stile è stata abbondantemente utilizzata anche con i contadini delle giudicarie; con incompetenza ed impreparazione questi amministratori provinciali ritenevano di affrontare la vicenda in maniera molto più semplicistica di come invece va affrontata.
 
Pur con qualche incidente di percorso insieme al presidente Rossi noi invece abbiamo gestito 5 anni di azioni serie, severe ma soprattutto sempre e comunque approcciate con taglio scientifico ma mai politico né propagandistico.
 
Promettere ai contadini delle Giudicarie una soluzione fai da te, ha generato false aspettative che a mio avviso hanno fatto perdere la fiducia nei confronti dell’intera Giunta.
 
Ora, è probabile che M49 verrà comunque  catturato ma con la credibilità delle istituzioni Trentine bruciata, caduta sotto i colpi di una battaglia mediatica partita, giocata e finita male. Quella della gestione dei grandi carnivori non poteva e non doveva essere infatti un ring sul quale dimostrare che la lega è meglio del PATT, che si può fare diversamente, che chi amministra prima non sapeva cosa stava facendo e chi è arrivato ora ha invece la soluzione in tasca.
 
Il governo di questo sistema complesso è infatti frutto di un’alchimia di azioni fatte di prudenza, sensibilità e approccio scientifico sia verso la zootecnia che verso il mondo animalista-ambientalista.
 
Mi ha aiutato molto sia laurea in medicina veterinaria che l’esperienza di vita a contatto col mondo animale. Fatti ed esperienze questi completamente assenti in chi in questo momento ci rappresenta ed è stato il loro proporre soluzioni gridando come da dentro a un gazebo che ci ha portato alla situazione odierna. Siamo sull’orlo di uno scontro istituzionale con il governo centrale con una fiducia da parte loro nei confronti del sistema Trentino di gestione dei carnivori ai minimi storici con l’aggravante che i nostri allevatori sono ormai praticamente allo stremo.
 
Come se non bastasse stiamo per finire sotto la lente di ingrandimento da parte del profilo nazionale. Quando M49 verrà catturato si scateneranno le solite polemiche e ancora una volta finiremo alla gogna e alla berlina mediatica senza aver portato a casa nulla in termini di ulteriore fiducia e attribuzione di autonomia in campo gestionale dei grandi carnivori. Spero di sbagliarmi nel pensare che sempre più il Trentino, anche da questo punto di vista, verrà  commissariato dallo Stato. Il risultato sarà che la gestione dei grandi carnivori assomiglierà qui sempre più a quello che è già nel resto d’Italia. Se guardo come sono andate le cose in questi ultimi tempi in Veneto o quali siano stati gli effetti della diffusione del lupo sugli Appennini rabbrividisco al sol pensiero di preoccupanti conclusioni.
 
L’augurio che faccio a me stesso ma prima ancora tutto il Trentino è ovviamente allora che mi stia sbagliando.