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Ci sono scelte politiche dietro le undici Case della Salute? (di Paola Demagri)

Da Michele Dallapiccola 28 Febbraio 2022

𝙎𝙞 𝙫𝙚𝙙𝙤𝙣𝙤 𝙣𝙪𝙢𝙚𝙧𝙞 𝙚 𝙥𝙤𝙘𝙤 𝙖𝙡𝙩𝙧𝙤. Una domanda quanto mai lecita quella di 𝗰𝗼𝗻𝗼𝘀𝗰𝗲𝗿𝗲 𝗹𝗮 𝘀𝘁𝗿𝗮𝘁𝗲𝗴𝗶𝗮 𝗽𝗼𝗹𝗶𝘁𝗶𝗰𝗮 𝗰𝗵𝗲 𝗹’𝗮𝘁𝘁𝘂𝗮𝗹𝗲 𝗴𝗶𝘂𝗻𝘁𝗮 𝗺𝗲𝘁𝘁𝗲 𝗱𝗮𝘃𝗮𝗻𝘁𝗶 𝗮𝗹 𝗽𝗿𝗼𝗴𝗲𝘁𝘁𝗼 𝗱𝗶 𝗳𝗮𝗿 𝗻𝗮𝘀𝗰𝗲𝗿𝗲 𝟭𝟭 𝗖𝗮𝘀𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗦𝗮𝗹𝘂𝘁𝗲 𝗶𝗻 𝗧𝗿𝗲𝗻𝘁𝗶𝗻𝗼.

Lo sprono arriva dallo Stato attraverso i fondi del PNRR e in particolare attraverso la missione 6 che prevede la progettazione delle cosiddette Case della Salute, un’opportunità che il Trentino non può farsi scappare sia perché lo Stato ne offre le potenzialità economiche sia perché il SSP ha necessità di essere rimodellato dal punto di vista dei servizi territoriali.

𝗜𝗻 𝗽𝗶𝘂̀ 𝗼𝗰𝗰𝗮𝘀𝗶𝗼𝗻𝗶 𝘀𝗶 𝗲̀ 𝗰𝗵𝗶𝗲𝘀𝘁𝗼 𝗮𝗹𝗹𝗮 𝗚𝗶𝘂𝗻𝘁𝗮 𝗹𝗲𝗴𝗵𝗶𝘀𝘁𝗮 𝗱𝗶 𝗰𝗼𝗻𝗼𝘀𝗰𝗲𝗿𝗲 𝗶 𝗰𝗼𝗻𝘁𝗲𝗻𝘂𝘁𝗶 𝗱𝗮 𝗶𝗻𝘀𝗲𝗿𝗶𝗿𝗲 𝗱𝗲𝗻𝘁𝗿𝗼 𝗾𝘂𝗲𝘀𝘁𝗼 𝗯𝗲𝗹 𝗰𝗼𝗻𝘁𝗲𝗻𝗶𝘁𝗼𝗿𝗲. Ad oggi purtroppo abbiamo solo visto dichiarazioni che di settimana in settimana si susseguono per narrare, come una storia lunga 11 settimane, quali comuni trentini avranno su un proprio sito la possibilità di riqualificare un vecchio edificio oppure la costruzione di uno nuovo. L’unica offerta informativa fatta oggi dall’Assessorato alla salute alla popolazione trentina è rappresentata da alcuni importanti numeri ma che non sono esaustivi a farci conoscere quali servizi verranno aggregati nella casa della Salute e quali saranno i modelli organizzativi attraverso i quali garantire salute ai trentini.

𝗘 𝗮𝗹𝗹𝗼𝗿𝗮 𝗻𝗼𝗶 𝗮𝗯𝗯𝗶𝗮𝗺𝗼 𝘀𝗳𝗿𝘂𝘁𝘁𝗮𝘁𝗼 𝗶 𝗻𝘂𝗺𝗲𝗿𝗶 𝗽𝗲𝗿 𝗰𝗮𝗽𝗶𝗿𝗲 𝗰𝗼𝗻 𝗾𝘂𝗮𝗹𝗲 𝗰𝗿𝗶𝘁𝗲𝗿𝗶𝗼 𝗽𝗼𝗹𝗶𝘁𝗶𝗰𝗼 𝗶𝗹 𝗴𝗼𝘃𝗲𝗿𝗻𝗼 𝘁𝗿𝗲𝗻𝘁𝗶𝗻𝗼 𝘀𝘁𝗶𝗮 𝗹𝗮𝘃𝗼𝗿𝗮𝗻𝗱𝗼 𝗶𝗻 𝘁𝗲𝗺𝗮 𝗱𝗶 𝘀𝗮𝗹𝘂𝘁𝗲 𝗲 𝗳𝘂𝘁𝘂𝗿𝗼. Lo Stato attraverso il PNRR ha messo a disposizione 15 milioni per la casa della Salute, e ha dato l’indicazione di far sorgere 12 strutture che per volontà politica locale si sono ridotte ad 11 cercando di distribuirle equamente nei principali comuni del Trentino. Il conteggio prosegue: un mq di ambulatorio vale €1700 e presso i Comuni candidati si cercano edifici da 700/800 mq 15.000.000 mln / 11 = 1.363.636 /1700 € = 802 mq

Ec𝗰𝗼 𝗾𝘂𝗶𝗻𝗱𝗶 𝘀𝘂𝗯𝗶𝘁𝗼 𝗶𝗻𝗱𝗶𝘃𝗶𝗱𝘂𝗮𝘁𝗮 𝗹𝗮 𝘀𝘁𝗿𝗮𝘁𝗲𝗴𝗶𝗮 𝗽𝗼𝗹𝗶𝘁𝗶𝗰𝗮 𝗳𝗮𝘁𝘁𝗮 𝗱𝗶 𝗻𝘂𝗺𝗲𝗿𝗶 𝗲 𝗻𝗼𝗻 𝗱𝗶 𝗼𝗳𝗳𝗲𝗿𝘁𝗮 𝗱𝗶 𝘀𝗲𝗿𝘃𝗶𝘇𝗶 𝗲 𝗺𝗼𝗱𝗲𝗹𝗹𝗶 𝗼𝗿𝗴𝗮𝗻𝗶𝘇𝘇𝗮𝘁𝗶𝘃𝗶. Che non ci sia un programma politico è evidente e lampante determinato da alcuni fattori:

  • non farsi scappare i 15 mln offerti dalla Stato
  • chiudere la progettazione delle Case della Salute entro il 2026
  • l’importante è annunciare e fare un bel titolone
  • l’attuale riorganizzazione dell’APSS non declina le funzioni delle Case della Salute
  • si perde tempo ad ascoltare i portatori di interesse.

Ben vengano le 11 Case della Salute che speriamo strada facendo prendano forma non solo dal punto di vista cantieristico, ma anche sostanziale di merito.

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Guerra in Ucraina, la resistenza di un popolo. Sembra irreale ma nel 2022 c’è ancora chi deve combattere per il proprio Paese.

Da Michele Dallapiccola 27 Febbraio 2022

Non è ancora chiuso il sipario sulla tragedia della pandemia che ad adombrare il nostro futuro già si stagliano nuove nubi dense di preoccupazione.

Sono quelle della guerra in Ucraina ovviamente, portatrici di tragedia come mai avremmo potuto immaginare.  

Sembra incredibile che uno Stato così civilizzato, con una storia così densa di sofferenze e sviluppo possa comportarsi così. Quella Russia della Piazza Rossa, dell’Hermitage di San Pietroburgo, quella che tanto ha contribuito alla storia dell’Europa, possa esser responsabile di tutto questo. 

Nemmeno il più qualificato pool di esperti di geografia, storia contemporanea, politica e relazioni internazionali, poteva prevederlo. E nemmeno come o quando finirà o con che conseguenze. Le news, le notizie si sormontano. Gli speciali di approfondimento sui media non si contano più ma tra tutte una mi ha davvero colpito.

Ieri la stampa locale ha riportato la vicenda di un ragazzo ucraino che lavora nel Primiero. Appartiene ad una famiglia di emigrati, dunque persone speciali. Lo dico perché secondo il mio pensiero, chi fugge, chi sale su un barcone od oltrepassa montagne o deserti per cercare lavoro e fortuna in altre Nazioni è dotato di grandissimo coraggio. Può esser spinto dalla disperazione, non c’è dubbio ma dimostra soprattutto forza d’animo. E merita stima. Ma il 24enne del quale parliamo mostra pure una marcia in più. E’ partito volontariamente alla volta del suo paese per servirlo. Ho percorso per un attimo i turbamenti d’animo che ci affliggerebbero qualora toccasse a ciascuno di noi la stessa sorte. Alla fine penso che nessuno di noi esiterebbe un solo secondo. L’amore verso la propria terra sia qualcosa di viscerale, inespugnabile. Tuttavia è giusto riflettere che in questo momento, come tutti voi che state leggendo, il nostro giudizio lo diamo da accomodati dietro ad uno schermo e ad una tastiera. Molto più facile a dirsi che a farsi insomma. Non ci resta che attendere tifare e partecipare a qualche raccolta fondi in aiuto alle popolazioni colpite.

Poteva essere una guerra lampo, una sconfitta scontata per loro o un vittoria facile per Putin. Ed invece qualcosa sta andando per il verso imprevisto. La riflessione va fatta, soprattutto alla luce dell’esempio che ci hanno dato i tanti ucraini che in questo momento stanno resistendo. E anche noi, in questi giorni, ci sentiamo tutti un po’ Ucraini.

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VITICOLTURA CHE PASSIONE.

Da Michele Dallapiccola 26 Febbraio 2022

Nell’unica provincia che rima con vino, come non essere d’accordo?

Ma quale significato diamo al secondo sostantivo del titolo? Da un lato, come tutte le attività umane legate al settore primario, non si può che intenderne il significato più intimo, quello sentimentale. Chi ha intenzione di lavorare la terra per soldi anziché per amore è meglio che cambi strada. Questo va detto subito. Ma con la lega al governo del Trentino ci siamo regalati anche un significato in più, quello legato alla sofferenza. 

Casus belli, manco a dirlo è uno dei classici tra i problemi mal gestiti dalla politica locale e che affliggono i  viticoltori in questo frangente storico: la flavescenza dorata.

Intanto va dato atto alla giunta che uno spiraglio di ragionevolezza c’è stato. La recente delibera di approvazione di un bando a parziale ristoro della drammatica situazione qualcosa aiuta. Certo fa sorridere se la si legge prendendola in considerazione alla luce delle risposte della giunta alle nostre interrogazioni di due anni fa secondo cui non  servivano interventi economici, si poteva aspettare, il problema era sotto controllo. Nell’esposizione verbale del problema in Consiglio provinciale si parlava di “massima attenzione, massima vicinanza al mondo viticolo”. Insomma i soliti cliché verbali della lega per provare a tenere tutti buoni.

Presto o tardi, tutti i nodi vengono al pettine. 

E a quello dell’obbligo di mettere in campo qualcosa di concreto la giunta non poteva sfuggire. Peccato che tutto sia stato fatto senza entrare nel  cronico il bisogno di coordinamento di azioni e relazione tra chi si occupa della galassia vino. Cito tra tutte, ad esempio, le discrepanze sul metodo di monitoraggio che utilizzano FEM e Consorzio vini. E’ emerso chiaramente come esempio alla 14° giornata della Vite e del Vino promossa proprio dalla MACH. E’ pur vero che le criticità del comparto sono ben altre, ma non si può certo dire che la lega non perda occasione per farle venire a galla tutte. Doveva essere il governo della “task force vino”. Un Fugatti appena insediato prometteva fuochi pirotecnici ma i risultati eccezionali si sono sentiti come un petardo. 

Intanto, per fortuna, accanto a tutta questa polvere sotto al tappeto, l’impresa cooperativa sta portando a casa ottimi risultati. Facendo da sé.

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Metroland, punti nascita e altre retromarce.

Da Michele Dallapiccola 25 Febbraio 2022

Che La lega non fosse un campione di coerenza ce ne eravamo accorti da un pezzo.

Ma se qualcuno tendesse a dimenticarlo, ci pensa la giunta provinciale a ravvivarne memoria. Le critiche alla gestione della Sanità sono senz’altro le più evidenti. Tra queste le promesse di riapertura dei punti nascita: Arco tra tutti.  Ricorderemo la faciloneria con la quale veniva liquidata la possibilità di gestire lupi e orsi, finita tutta dentro a una gabbia corazzata al Casteller. Nel frattempo, il web non perdona. Basta googlare un po’ per trovare un’intensa prosopopea leghista contraria a tutto e al contrario di tutto.

A QUESTO LINK L’ARTICOLO DI ALLORA.

Ora, in Provincia, è in dirittura d’arrivo la riforma alle Comunità di Valle. In realtà sarà un piccolo lifting, nulla di stravolgente. È strano, dunque per un partito che prometteva di abolirle. Strade, funivie, tunnel ovunque. Quello del Peller, ad esempio è la tipica fandonia da gazebo archiviata con la coda tra le gambe. 

Eppure, cronaca e storia recente, tutte scolpite a suon di bit, sui server di chissadove nel web, tengono viva la memoria. Ci ricordano il Fugatti di lotta e il Fugatti di governo.

Ieri è toccato al treno Rovereto-Riva. Non sono però i 500 milioni di euro, di ipotesi preventive, a spaventare. Sono cifre necessarie se si vuol parlare di progetti di respiro, di visione del domani. Non è nemmeno detto che vedranno la luce, ma è giusto prenderli in considerazione. Ecco, se vogliamo, forse un po’ meno di enfasi e di teatralità nel presentare questa cosa io ce l’avrei messa. Ma si sa, la sobrietà non è tra le principali doti del Carroccio, nemmeno nella sua declinazione locale. 

La cosa simpatica qui la troviamo come un messaggio in bottiglia spiaggiato dopo una tempesta. Anche in questo caso ce la restituisce il web. Basta digitare “lega contraria Metroland” ed ecco comparire le prove. Si tratta di un Fugatti d’antan, che in molti ricorderanno benissimo. E’ intento a criticare molte cose tra cui il progetto dell’allora giunta Dellai. 

Beh, dopo l’elettrificazione della Valsugana e i ragionamenti intorno alla “Vaca Nonesa”, l’ipotesi presentata ieri altro non è che la riproposizione di uno dei quattro rami di Metroland. Del resto ad illustrare l’interessante progetto, Fugatti – stavolta senza scherno – si è portato gli stessi tecnici che criticava allora come “scagnozzi dell’odiato concorrente politico”. Oggi, professionali, diligenti, preparati come unanimemente riconosciuto, a servizio di un parte politica allora contraria oggi, alleata. 

Magari, un piccolo atto, non dico di scusa ma di chiarimento di circostanza da parte della lega ci sarebbe stato proprio bene. Ma dubito che mai arriverà: a giudicare da come ha glissato sulla smentita sulla loro convinzione che il lupo Slauz è frutto delle favolette dei forestali! 

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Ucraina: dramma davanti al quale si rimane senza parole.

Da Michele Dallapiccola 24 Febbraio 2022

Ci sentiamo tutti piccoli e inutili di fronte a questa nuova, assurda tragedia planetaria.

Perché di questo si tratta. Dopo il Covid, dopo la crisi sopra tutto ed in ogni caso non  ci voleva. E mi sento così piccolo e ridicolo a parlarne anch’io.

Non proseguirò lungamente con questo scritto. Finirebbe per diventare un esercizio di retorica. Nemmeno trovo giusto scopiazzare news dalla cronaca dei tabloid. Non sono sufficientemente esperto io e sono fin troppo chiari ed espliciti quelli. Ritengo giusto esprimere però un pensiero coerente col messaggio che qui a seguire voglio lanciare.

Non si può stare zitti.

Non è possibile e non è giusto. Ma se ciascuno di noi è una piccola goccia nel mare dell’opinione pubblica è giusto allora, che come tale, faccia la sua parte. Come ogni minuscola particella d’acqua, ognuno di noi può contribuire a determinare una corrente. Come in questa metafora di pensiero.

Più alta sarà la voce di ciascuno più i governi saranno rinfrancati nell’esercizio delle loro scelte.

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Tesoro mi si sono ristretti i ragazzi… del servizio agricoltura?

Da Michele Dallapiccola 23 Febbraio 2022

Dell’analogia col titolo del noto film commedia della Disney di qualche anno fa, c’è solo il senso metaforico.

Nel racconto, la pellicola raccontava un potenziale dramma che aveva un lieto fine ma il taglio era divertente. Il Trentino che si occupa di agricoltura vive solo la parte drammatica e di allegro non ha proprio niente da vedere. 

Stiamo parlando dell’organizzazione del Servizio Provinciale Agricoltura. Dagli uffici di via Trener, rispettando probabili ordini assessorili superiori, non trapela nulla. Ma basta sentire il parere di un qualsiasi utente abituale delle Torri, per percepire come palpabile il disagio. È lo stato d’animo che si prova nel vedere un glorioso Servizio quale fu quello all’Agricoltura dei vari Pallaoro, Fezzi e successori, ridotto sempre più al lumicino. 

Pare che i disagi siano legati ad una serie progressiva di noie – si badi bene – non certo cadute dal cielo come sono stati il vento di Vaia o la pandemia.

La lega è al governo ormai da quasi 4 anni. Il ritmo dei pensionamenti e la necessità di relativo turnover erano fatti più che noti fin da subito. Come lo era la scarsa disponibilità di risorse umane e la necessaria risposta di reintegro delle carenze di organico. 

Tra pochi giorni ad esempio, prenderà riposo lavorativo definitivo la figura al vertice del Servizio. Ebbene, con 12 direttori a disposizione, la Provincia è arrivata ad indire un concorso aperto a figure esterne. C’è il serio rischio che questo Servizio così tecnico ed articolato venga preso in carico da una figura tutta da formare. A tempo determinato, come dice il concorso. 

Si consideri che nel frattempo “le Torri” sono state travolte da un carico di lavoro straordinario mai visto prima. Sulla spinta di uno sconclusionatissimo indirizzo politico pare che siano ben 11 i bandi aperti in questo momento. In un periodo dove la loro gestione è estremamente tortuosa ed articolata.

Questo è accaduto a causa del malsano intento politico di accontentare chiunque con un bando pubblico tailor-made (cucito ad arte). Così, si rischia di dimenticare il grande orizzonte davvero mai compreso dal Trentino agricolo. 

Parliamo di un settore chiave per la cultura e la gestione del paesaggio oltre che delle nostre tavole. Parliamo di una Provincia che potrebbe valorizzare i propri progressi in questo campo anche dal punto di vista turistico. Invece, si naviga a vista, con provvedimenti on-demand con la legislatura che ormai volge verso il proprio termine. 

E ancora una volta, rimane senza risposta la domanda mai venuta davvero a galla; quali sono gli obiettivi della lega al governo del Trentino per il settore primario del 2030 e del 2050?

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Il lupo e l’agnello, la lega e il PATT

Da Michele Dallapiccola 22 Febbraio 2022

Capita talora – ma è fatto raro e soggettivo – che a sentir la maggioranza parlare ci si accorga che si sta accapponando la pelle.

Di solito accade quando la controparte viene assalita dal malsano desiderio di dibattere con la minoranza adducendo motivazioni insostenibili. Perché lo scontro/confronto dialettico ci sta tutto. Stride invece quando persegue lo stile un po’ come fu nella novella del lupo e dell’agnello. A QUESTO LINK PER CHI SI VOLESSE RINFRESCARE LA MEMORIA

A tutti costi e contro l’evidenza.

Capitava anche qualche sera fa, proprio alla capogruppo della lega. Durante una seduta di Consiglio, piuttosto indispettita, parlava di un Bilancio provinciale altoatesino più alto di due miliardi rispetto all’omologo trentino. Abbiamo provato a spiegarle come stanno le cose ma non c’è stato nulla da fare.

Ora, il fatto quantomeno curioso è che un consigliere provinciale non sappia nemmeno che cosa vota alla fine dell’anno. I dati in parola sono parte integrante di un bilancio che viene votato e che un consigliere dovrebbe prendersi la briga almeno di leggere.

Qui, è utile offrire al lettore alcuni di questi dati (sono reperibili con un po’ di perizia del sito del Consiglio Provinciale). Mi permetto di esporli in sintesi qui sotto.

I sei miliardi ” e rotti” di Bolzano sono computati dagli altoatesini tenendo conto di capitoli di Bilancio che in Trentino non consideriamo. Questo perchè sono fondi che transitano sul Bilancio ma di fatto non spendibili perche già impegnati. Dunque è come se non fossero a disposizione. Il Trentino, col suo bilancio di 4 miliardi e mezzo circa, preferisce – a mio vedere correttamente – non presentare ad arte la cifra totale.

Per questo non sono tenute in considerazione:

  • partite di giro per ca. 355 milioni€
  • il fondo pluriennale vincolato per ca. 700 milioni€
  • gli accantonamenti vincolati per ca. 240 milioni€
  • gli accantonati per le manovre dello Stato per ca. 170 milioni€.

Questo solo per citare i principali capitoli. Se ci comportassimo come Bolzano, insomma, il bilancio di Trento anziché a ca. 4,561 miliardi€ pareggerebbe a ca. 6,174 miliardi€. Una cifra, in fin dei conti poco differente da Bolzano (più forte essenzialmente in ambito economico turistico).

Il Bilancio della Provincia di Trento, come si può constatare, non è inferiore di 2 miliardi rispetta a quello di Bolzano. Eppure incomprensibilmente, anche l’altro giorno si voleva dimostrare o peggio mistificare questa differenza, spacciandola per debito.

Altrettanto intollerabile è ascoltare pareri dalla giunta provinciale quando prospettano come plausibili affinità con la destra da parte del PATT. Viene invocata un’alleanza statalista nazionalista citando come artefice una delle tante meteore politiche transitate nel Patt. Qualche anno fa, questo dimenticato esponente di partito, effettivamente tentò un patto con Bossi pur di provare a conquistare un seggio alle elezioni nazionali. Perdendole.

L’agnello provò a spiegare al lupo che le sue erano tutte scuse basate su principi sconclusionati.

Nella novella non c’è un lieto fine, nella realtà per il Patt sta per arrivare un rinfrancante, resiliente congresso. 

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Il lupo e l’agnello

Da Michele Dallapiccola 22 Febbraio 2022

Un lupo e un agnello, stimolati dalla sete, erano giunti a uno stesso ruscello. Più in alto stava il lupo, molto più in basso l’agnello.

Allora il primo, prepotente e spinto dall’insaziabile gola, addusse un pretesto di contesa: “Perché – disse – mi hai intorbidito l’acqua mentre bevevo?” 

E l’agnello timoroso: “Ma scusa, o lupo, come posso fare quello di cui ti lamenti? L’acqua scorre in giù dalle tue alle mie labbra”. 

E l’altro, vinto dalla forza della verità: “Sei mesi fa – riprese – hai detto male di me”.

Rispose l’agnello: “Ma se non era ancora nato!”

“Tuo padre allora – replicà – disse male di me”. E senza dire altro, affera il povero agnello e lo mangia ingiustamente.

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SEMPRE PIÙ LUPI. TRA LE CASE E SULLE STRADE. Che fine ha fatto l’informazione necessaria?

Da Michele Dallapiccola 21 Febbraio 2022

Stiamo attraversando tutti un periodo molto duro. La crisi sanitaria e quella economica di riflesso, hanno determinato nuove, grandi preoccupazioni. Non avevamo certo bisogno di ulteriori motivi di angoscia.

Invece, ci ha pensato la presenza di grandi carnivori. Subiti più che gestiti, si stanno presentando sempre più a ridosso delle nostre comunità. La paura che hanno le persone deriva dalla mancanza di informazione, dal non conoscere, dal non capire cosa stia succedendo.

C’è stato un tempo in cui la PAT metteva la faccia e usciva da palazzo spiegando bene come stanno le cose. QUI LA PRESENTAZIONE DEL TAVOLO GRANDI CARNIVORI. Una volta al governo, la lega invece ha cambiato l’assetto. I Tavoli di competenza faunistica sono stati disertati nonostante la loro evidente utilità alla causa.

Il Tavolo del Comitato Faunistico, alla questione avrebbe contribuito in maniera collaterale. Comunque derubricato da una norma arrivata a sorpresa, pare non sia stato più convocato. Afflitto dalla stessa sorte toccata al Tavolo Comunicazione Grandi Carnivori. QUI UNA SINTESI DEI SUOI ARTICOLATI COMPITI.

Così, oltre a disertare le riunioni pubbliche sul territorio, la giunta impedisce ai media di recuperare le informazioni corrette provenienti da questo importante ormai ex-organismo.

L’opinione pubblica va rispettata. 

L’esperienza ci insegna che fornire informazioni in maniera chiara e trasparente è ormai molto più di un semplice obbligo istituzionale. Della mancanza di rispetto di questo impegno ci si accorge soprattutto in questi mesi invernali dove la presenza del lupo tra le nostre comunità e in prossimità delle abitazioni, sta provocando preoccupazioni ulteriori delle quali non si sentiva di certo il bisogno. 

La tecnica di parlarne poco per soffrire di meno, lo abbiamo visto, non funziona. Le persone continuano ad essere sempre più preoccupate. 

Fortunatamente, dentro a questo panorama a tinte oscure, una nota positiva la offrono le istituzioni amministrative.  QUI UNO DEI TANTI APPELLI A CONTINUARE.

Il progetto LIFE WOLFALPS EU, QUI IL LINK  è attivo a livello provinciale fin dal 2013; tuttora operativo. Vede la collaborazione tra una nutrita serie di Istituzioni europee e nazionali insieme al nostro Muse. Valorizza fondi europei diffondendo cultura ed informazione. Tra convegni ed iniziative concrete, mantiene attivo un sito web dove trovano risposta gran parte dei possibili ed immaginabili dubbi sul lupo e dintorni. Affianca il sito Grandi Carnivori della PAT, altrettanto interessante ed articolato. 

Il rammarico rimane. 

E’ triste constatare che la Provincia offra ai suoi cittadini l’informazione formato IKEA, (raccolgo quello che mi interessa e lo metto insieme da solo). E’ ciò che passa il partito del cambiamento. Salito al governo tra mille promesse, (tra cui la carabina facile) chiuderà la legislatura con un nulla di fatto?

Di certo avrà accompagnato l’espansione della popolazione dei grandi carnivori ad una dimensione mai vista prima.

21 Febbraio 2022 0 Commenti
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Dopo la panchina gigante ecco il cuore gigante. 

Da Michele Dallapiccola 20 Febbraio 2022

E’ quello dell’ospitalità nella bella Valle di Ledro. 

Perchè qui, persone e ambiente certificano che uomo e natura possono convivere. In armonia. E forse, quello che un tempo era mancato sviluppo oggi è valore. 

Serve poco per stare bene. Tanto verde, pochissimo cemento, sole , acqua e buon cibo da condividere con gli amici. 

Il Trentino della buona qualità di vita è bello perché offre due volti. Il primo, delizia degli appassionati, è quello dei meravigliosi caroselli tecnologici degli impianti a fune. Oggi noi parliamo del secondo. Quello delle valli bianche o verdi a seconda delle stagioni. Dei declivi dedicati al trekking alla bike e al tempo libero. Così ad esempio, è Ledro. Una valle inconfondibile, da questo punto di vista. Un luogo che offre la possibilità di vivere tutte le esperienze riassunte in questo nuovo mood degli attuali trend di vacanza. 

Qui non c’è bisogno di impianti a fune che portino in Valle più persone del sostenibile. Non servono mega investimenti dal PNRR per digitalizzare più del dovuto. Qui gli abitanti chiedono soltanto di essere rispettati nelle loro peculiarità. 

Per questo va favorita l’armonia tra la zootecnia e le attività turistiche. Con norme ed iniziative ad hoc. Per questo il territorio va valorizzato ma non stravolto. Anche nel suo aspetto urbanistico e di paesaggio. Perché ciò che modifichiamo che consumiamo deve tenere conto del concetto di limite: deve poter procedere per sempre e per tutti. 

Ecco L’augurio più caro che possiamo fare a questa valle. Ha perso la propria APT e da chi ora la amministra, merita rispetto. Quello stesso sviluppo turistico-urbanistico che in passato ha stravolto la Busa, è opportuno che non varchi “l’Agnese”.

Ma ai ledrensi su questo e molto altro non serve certo insegnare nulla.

20 Febbraio 2022 0 Commenti
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Dopo un po' nella vita, ti accorgi che intorno
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