LA PROVINCIA AIUTI I PICCOLI CASEIFICI DI MONTAGNA: una mia interrogazione per stimolare la giunta!

Da Michele Dallapiccola

Dal punto di vista organizzativo d’impresa, il sistema lattiero-caseario in Trentino si regge pressoché integralmente sul sistema cooperativo.

Molto ben strutturato, vede l’esistenza di un grande caseificio cooperativo provinciale che fonda il proprio core business su latte fresco e formaggi tipici, la Latte Trento, ed una serie di piccoli caseifici di Valle che invece hanno nelle specialità casearie e nella relazione col mondo dell’ospitalità il loro principale interesse commerciale. Vi è poi una realtà organizzativa di secondo livello per i formaggi trentini, il CONCAST, che gestisce prevalentemente il management di panna, siero e rete commerciale dei caseifici associati in particolare per il Trentingrana. Proprio quest’ultimo prodotto, interpretato con successo in provincia dal punto di vista del tipo di selezionatissima materia prima utilizzata, ha potuto dire la propria confrontandosi con realtà ben più strutturate dal punto di vista della tradizione di produzione.

Se da un lato dunque questo tipo di formaggio ci ha potuto dare grandi soddisfazioni commerciali dall’altra dobbiamo avere un occhio di riguardo proprio per i formaggi nostrani, specialmente di malga e cito il Vezzena a titolo di esempio, perchè possono maggiormente connotare la nostra identità produttiva.

Realtà molto complicata in quanto produrre formaggio in montagna costa davvero molto, molto più che in pianura. Poter garantire la “pulizia estetica” e la gestione del paesaggio per l’approvvigionamento di quel foraggio che serve per alimentare le vacche è infatti qui particolarmente dispendioso; certo si tratta di un impegno che tuttavia dal punto di vista paesaggistico ambientale produce un riverbero in termini di vantaggio anche su altri settori, primo fra tutti quello turistico.

E’ nel solco di questa considerazione che negli anni la provincia ha attivato politiche di sostentamento finanziario di queste realtà. Il meccanismo prevede che la fiscalità collettiva fortemente alimentata proprio anche dal comparto turistico ritorni al sistema zootecnico una parte di introito che permette a questo settore di compensare i maggiori costi di produzione.

Un intervento più che giustificato, tutto sommato semplice da capire, governato tuttavia da leggi economiche di profilo europeo che attraverso il meccanismo della regolazione degli aiuti alle imprese, limita la forma e l’entità dei finanziamenti agli allevatori.

È in quest’ottica che nello scorso mandato amministrativo si sono cercate di sviluppare forme di incentivo attraverso un sistema integrato di attività promozionali strettamente legate al mondo turistico come ad esempio la serie di eventi denominata “Latte in festa” o fin quando si è potuto mantenere attiva, l’iniziativa “montagna di latte” o ancora il sistema dei “contributi settoriali” per le azioni di pubblicità e promozione dei prodotti.

Insomma, le norme europee sono molto severe e difficili da comprendere e da digerire specie quando sono a nostro svantaggio ma a onor del vero è giusto riconoscere all’Europa il grande ruolo di ripiano di questi costi attraverso la PAC. I Fondi agricoli comunitari a questo servono e per i nostri allevatori sono ormai diventati parte integrante e sostanziale dei propri bilanci.

Con preoccupazione dunque, registriamo che almeno da quanto si sia fino ad ora potuto capire, non appaia esserci, a livello programmatico di giunta, ancora nessun segnale di come si voglia impostare la politica di sostentamento al piccoli caseifici di montagna. Eppure gli strumenti fin qui proposti hanno dato ottime performance al settore, sia per quanto riguarda gli incentivi alle imprese sia di ottimo gradimento per il pubblico per quanto riguarda i momenti di festa.

Tutto ciò premesso si interroga la Giunta

per sapere quali siano le sue intenzioni relative a politiche finanziarie e di indirizzo programmatico amministrativo che permettano specialmente ai piccoli caseifici di montagna di guardare ancora con fiducia al proprio futuro economico ed in particolare come si intenda procedere con il sistema dei cosiddetti “contributi settoriali per la promozione dei prodotti agricoli” con particolare riferimento al settore lattiero caseario.