Michele Dallapiccola
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Michele Dallapiccola

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Ballottaggi amministrative. Cambiano volto anche i sondaggi dei partiti nazionali. E in Trentino come andranno le cose?

Da Michele Dallapiccola 28 Giugno 2022

Osservo sempre con tanta curiosità i sondaggi politici dei vari istituti nazionali. E’ un po un modo per cercare di intravedere nel futuro. E per chi ha passione di politica, e la stessa è pure un lavoro, sapere del proprio domani è estremamente curioso e interessante. 

Ebbene, si può dire che anche in Provincia di Trento, nel suo Consiglio, che è il suo Parlamento, siano rappresentati praticamente tutti i maggiori partiti nazionali. 

Con un grande atto di presunzione si può pensare che qualora andassimo ad elezioni, come si usa dire tra gli addetti ai lavori, i vari partiti nazionali raccoglierebbero un consenso e dei risultati in tutto e per tutto assimilabili a quelli nazionali.

Del resto la storia dimostra questo. Nulla di simile al vicino Sudtirol, dove adesso però la situazione sta un po’ alla volta mutando. 

E qui in Trentino?

Tornando alle proiezioni locali va osservato che il dato nazionale dei sondaggi è molto più autorevole delle opinioni personali. Non sono presenti, almeno per ora, sondaggi recenti che manifestino un focus sugli assetti locali. Per quello si impegnano la fantasia, l’esperienza passata e le considerazioni probabilistiche che ognuno di noi può fare. 

Tra la buvette dell’emiciclo provinciale e la spola tra piazza Dante e Palazzo Trentini sono in molti a lanciarsi in ipotesi, sondaggi personali e proiezioni tutte inventate. A me piace ascoltare e mescolare le mie valutazioni al gossip raccolto. Il tutto intriso di quegli autorevolissimi dati nazionali dei sondaggi pubblicati ormai settimanalmente da tutti i principali media. 

Così capita spesso di perdersi fantasticare sul come, in una prossima ipotetica kermesse elettorale, potrebbe comporsi il nuovo emiciclo provinciale post 2023. 

Le proiezioni

Molto probabilmente, il variegato lato sinistro nazionale, qui rappresentato da PD e Futura, corroborato dai voti dei Verdi, potrebbe ricalcare il risultato nazionale con molta agilità.

Non andrebbe così a destra, dove FdI, primo partito in Italia, molto difficilmente potrebbe sperare in un risultato locale analogo a quello nazionale. Fatto che invece potrebbe ricalcare in pieno la lega. 

Ci sono poi tre principali schieramenti civici sul piatto locale. I due a destra, le liste di Gottardi e Spinelli sono aggregazioni estemporanee unipersonali a servizio di Fugatti. Opinione comune le vede forti di poche unità percentuali cadauna. 

Il terzo schieramento civico denominato Campobase raccoglie varie sensibilità civiche fatte di persone della società civile ed amministratori locali. È un movimento di Centro che per sua stessa pubblica ammissione preclude la possibilità di creare aggregazioni con le forze politiche dell’attuale maggioranza (E per fortuna, per quanto mi riguarda.) 

Liste indipendenti, ne compariranno sicuramente anche stavolta; ci son sempre state. Raramente raggiungono il quorum. I Fassani, ne formeranno almeno una per lato dell’emiciclo. E lì vinca il migliore.

Poi ci sono gli indecisi, i grati a qualche assessore di turno per il contributo ricevuto (ci son sempre stati). E infine i movimenti autonomisti. Uno piccolo, fatto di transfughi dall’originale, già da tempo nelle spire della lega. E uno no. Ancora, libero, è indipendente e sta procedendo con le sue attente valutazioni.

PS: Se poi volete divertirvi e fare come me, in assenza di proiezioni ufficiali, immaginate anche voi le percentuali e quali saranno i partiti nel vostro Fanta Consiglio del 2023.
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Piccole Produzioni agro-alimentari e Vendita diretta dei relativi prodotti.

Da Michele Dallapiccola 28 Giugno 2022

Ieri, in seconda commissione del Consiglio provinciale è stato approvato all’unanimità il testo unificato del disegno di legge n.47​a prima firma Michele Dallapiccola con la proficua collaborazione dei colleghi Lucia Coppola e Paolo Zanella. 

Come forse ricorderete riguarda le piccole produzioni agro alimentari di origine locale, la loro lavorazione e relativa possibilità di vendita. 

Da sempre – e per esperienza diretta – sappiamo infatti che da questo punto di vista la Provincia è stata carente. E lo dico con rammarico ed autocritica. E’ anche il motivo che, come Gruppo Consiliare, ci ha stimolato a depositare fin dalle primissime fasi della legislatura, una serie di disegni di legge che cercassero di sostenere il sistema delle produzioni agroalimentari trentine. Con una particolare attenzione alla vendita diretta dei prodotti agricoli oltre che un nuovo approccio alla promozione del settore agroalimentare.

La separazione degli assessorati del turismo e dell’agricoltura e la loro iniziale inerzia ha provocato un buco nel sistema di promozione che non è ancora stato definitivamente saldato.

Il risultato è che il Trentino agroalimentare ha perso 4 anni di tempo che solo ora la giunta sta tentando di recuperare. L’atteggiamento collaborativo con le minoranze da parte di questa maggioranza è  meno di nulla.  Vi è piuttosto un impegno ostruzionistico a bocciare qualsiasi proposta arrivi dalla minoranza. Ma noi non ci siamo mai arresi e le proposte dal territorio le abbiamo inoltrate tutte, ben coniugate con una nostra visione di sviluppo futuro.

Le nostre proposte di legge

Tra i vari argomenti proposti ad esempio quello di incentivare le piccole produzioni domestiche soffriva di un buco normativo che viveva ormai solo il Trentino. Perfino lo Stato è arrivato recentemente a normare questa condizione. Spinta dagli eventi e dall’evidenza a questo punto la giunta ha dovuto – obtorto-collo – accettare le nostre proposte. 

Non ha resistito alla tentazione di presentare un emendamento interamente sostitutivo che di fatto ha riscritto il testo proposto con le nostre stesse parole in diverso ordine. Non ha nemmeno mancato di ricordare che la Trentino Marketing e la Provincia stanno già dando il massimo per la promozione agroalimentare e il sostegno alle piccole produzioni locali.  Quanto questa affermazione risponda al vero, sapranno facilmente rispondere i produttori e i disincantati cittadini. L’evidenza dei fatti, nel tempo sarà ineludibile E comunque non superabile da delle semplici affermazioni da parte della Giunta in commissione consiliare. Che si è poi presa l’impegno di procedere con dei regolamenti e degli specifici atti di governo per meglio svilupparne l’applicazione.

A questo punto a noi rimarrà il compito di continuare a vigilare. Al di là dell’aspetto normativo autorizzativo, per quanto riguarda gli incentivi all’acquisto e alla commercializzazione delle produzioni specialmente extra settore lattiero caseario, gli strumenti attualmente in disponibilità della Pat e dei cittadini sono infatti praticamente inesistenti. 

Insomma non è sufficiente dirsela e crederla. La Giunta dovrà dimostrare la sua serietà fatta di bandi, stanziamenti e relativi contributi. Staremo a vedere, in qualità di attenti osservatori, puntuale pungolo di questa maggioranza. 

La rete dei piccoli produttori locali se lo aspetta. 

28 Giugno 2022 0 Commento
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Accordi transregionali e siccità. La collaborazione a doppio senso di circolazione qualche volta fa comodo anche al Trentino

Da Michele Dallapiccola 26 Giugno 2022

Mai come dal confronto con le Regioni confinanti in questi giorni, possiamo capire quanto siamo fortunati (per ora) al poter vivere il dramma della siccità  soltanto per sentito dire.

Ci sono in effetti, alcune situazioni di crisi idrica in qualche Comune del Trentino, ma nulla rispetto alla notizie che attivano della pianura padana. QUI IL LINK DI UNA DELLE TANTE NEWS

I presagi riguardo a come evolverà questa situazione angosciante non sono affatto positivi. Le notizie che raccogliamo sono a dir poco angoscianti. Ci raggiungono testimonianze di contadini messi di fronte alla necessità di dover scegliere quali campi irrigare e quali lasciar morire. Ci sono allevatori giunti alle forche caudine del dover salvare il salvabile. La scelta di trinciare ora il mais, a meno della metà della sua maturazione, è segno di previsioni funeste anche per le prossime settimane. 

Gli esperti in materia si sprecano, le spiegazioni pure, come l’imbarazzo della scelta di a chi dar la colpa. 

Effettivamente alcune condizioni tangibili sono innegabili. Il livello nazionale è ancora assai lontano dall’aver completato un primo ciclo di lavori agricoli e civili di ristrutturazione di opere in piedi dal primo dopoguerra. In Trentino, grazie alla buona volontà di amministratori e cittadini, molto invece è già stato effettuato.

Intendiamoci, c’è ancora molto da fare, eh? Ma – ad esempio – il passaggio di tutto il nostro sistema irriguo da pioggia a goccia è stato praticamente completato. 

Piccola nota politica. Finora durante questa legislatura l’unico atto forte che si è visto è stato cancellare il “Piano Acque Val di Non” senza aver predisposto nulla di alternativo ne lì ne altrove. Abominevole tubone a parte. Per intenderci a farlo sono stati gli stessi assessori che da più di un mese si dichiarano contrari all’ aumentare il deflusso minimo verso le regioni a Sud. Per carpire benevolenza e consenso da chi ci crede? La serietà sarebbe stata un’altra. 

Tornando al casus belli, l’assenza di precipitazioni che si accompagna ad una mutazione climatica evidente, è solo uno degli effetti che l’eccesso di emissioni in atmosfera di gas climalteranti provoca. Ne avevamo parlato l’altro giorno a proposito dell’abnorme sviluppo di artropodi di ogni genere. QUI IL LINK DELL’ARTICOLO

Cosa possa fare ciascuno di noi è cosa nota. Al di là di considerare con impegno ogni forma di spreco d’acqua al fine di evitarlo, la nostra attenzione deve concentrarsi nel massimo grado possibile alla riduzione di CO2 in atmosfera. In casa, in auto e nelle scelte di acquisto. E seguire le indicazioni della politica. 

Ma si sa, vale più un annuncio stampa di un atto populista al quale credono in pochi che un approccio serio ed impegnato fatto di faticosi accordi e di do ut des. Basti pensare alla gestione del rinnovo della concessione dell’A22. Dove non sapremo mai quanto davvero si poteva fare di meglio per il Trentino.

Ma anche l’annuncio dell’evoluzione della promozione del Garda Unico ha seguito un iter di presentazione piuttosto curioso. Ma forse, è l’utilitarismo che fa cambiare la prospettiva di un’azione comune, dove collaborare va bene. Va bene perchè le porzioni più rilevanti di lago del Garda turistico sono quelle veneta e lombarda. E così nel suo pieno stile populista nemmeno qui, la destra trentina si è risparmiata dal vizietto di farsi bella con le cose trovate fatte nel cassetto. L’ente promozionale turistico denominato Garda Unico, esiste da anni. (vedi la foto di copertina del 2018, fatta con lo stesso assessore Caner che è annunciato come la novità di oggi).

Questo accordo è come una specie di attrezzo. Se lo finanzi e lo indirizzi funziona. Bene dunque, che si sia deciso in una sua evoluzione. Viva gli accordi transregionali. Perché qualche volta ne abbiamo bisogno anche il Trentino.

26 Giugno 2022 0 Commento
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Quando un’opposizione finisce al governo. E fa fatica a metterci del suo.

Da Michele Dallapiccola 25 Giugno 2022

E’ fortunato chi incorre nella pregiata opportunità di amministrare la Provincia Autonoma di Trento. Si trova a dover rispondere a bisogni sociali ed economici assai concreti. A questo agire dovrebbe poi coniugare una propria capacità di visione. Gli scenari futuri, specie se negativi, andrebbero infatti prevenuti. Il risultato è un’esperienza meravigliosa che qualora vissuta ti permette di osservare con maggior competenza e spirito critico chi sta governando ora al posto tuo. 

Come sta governando il centrodestra in Trentino?

Tralasceremo qui la critica che abbiamo sempre fatto a questa giunta quando nel recente passato l’abbiamo apostrofata perché spesso si è comportata come un juke box. A questo LINK, un articolo del IL DOLOMITI, che racconta un esempio. Come è andata con le celle ipogee di Melinda?

E in effetti le poche risposte che sono arrivate da questo governo sono per lo più attuazioni di specifiche richieste. Si pensi alla riforma delle Comunità di valle, che alla fine hanno scritto i sindaci o alla riforma del turismo interamente eterodiretta da una sola specifica associazione di categoria. Oltre ad aver provato a tradurre in salsa locale alcune battaglie di principio di salviniana memoria, si può affermare senza ombra di smentita che acuti non ne ha staccati. Ho provato a vedere se possa starci qualche idea nel cassetto della lega di opposizione tenuta magari per quest’ultimo scorcio di legislatura come pirotecnico effetto acchiappavoti. Ma niente da fare. Attingendo alla nutrita letteratura che l’archivio consiliare custodisce, si possono agevolmente consultare le copiose tracce del passato istituzionale dell’attuale governo provinciale. 

A ben vedere hanno un tutte un loro filo logico. Le mozioni e le interrogazioni scorrono una dopo l’altra mettendo in dubbio o criticando le scelte del governo in carica in quel tempo. 

Idee poche, slanci di ingegno, ancor meno. 

È forse questo il motivo che fa di quelle stesse persone di allora, un’odierna amministrazione che governa in maniera piatta. Rincorrendo bisogni. Così facendo finisce per dare continuità alle stesse richieste che le stesse persone avevano inoltrato alla giunta precedente, 5 anni orsono. Alcuni desiderata rispondono a cose mai portate avanti (anche per colpe pregresse), altre solo perché semplicemente rappresentano il completamento di quanto avviato in precedenza.

Così chi doveva far la parte del governo del cambiamento ha scelto la strada comoda. Si è messo ad obbedire. Un po’ a tutti.

Ad un certo punto il colpo di scena! Per provare a distinguersi, il Carroccio locale ha finito per concentrare tutta la sua forza innovativa su un concerto. La gente si è divertita, non si è fatto male nessuno, è stata un buona idea. Un tantino cara, ma ci penseranno i cittadini a giudicare se quei milioni spesi potevano essere investiti meglio. Come la pensiamo lo abbiamo già detto molte volte.

Il resto è franato dove doveva franare. Prendiamo l’esempio della sanità, a onor del vero, “in crauti” anche per ragioni extra provinciali. Che pure ci sono state, ad esempio anche in Veneto e Alto Adige dove però le cose non sembrano essere andate così.

Se proprio vogliamo soffrire, ricordiamoci come sono andate le cose con la nuova gestione degli immigrati o dell’assegno unico provinciale. Il combinato disposto tra l’azione locale e l’ex governo gialloverde nazionale ha provocato la peggior crisi di carenza di manodopera che uomo ricordi. Immigrati a casa e italiani pagati a non far niente. Prima i Trentini dicevano. Evidentemente pensavano nell’arrangiarsi a lavorarsela.

E che dire del Progettone o delle concessioni idroelettriche delle medie e delle piccole derivazioni? O delle grosse novità (?) nel campo della gestione dei grandi carnivori. Le avete viste? E dello scempio della Valdastico?

Il controllo: un compito ingrato? Niente affatto.

Potrebbe bastare per demotivare chi per incarico elettorale deve controllare tutto questo? Ebbene no, nonostante tutto confermo che l’incarico di consigliere di controllo in minoranza è assai formativo e costruttivo. Si tratta di un compito ricco di responsabilità di critica, di denuncia e di proposta. Ed è venuta buona anche la precedente esperienza di governo perché ci ha permesso di formulare interrogazioni e critiche solo dove era evidente che si poteva fare diversamente. Abbiamo forzato soprattutto dove gli intendimenti della giunta si basavano su un approccio ideologico anziché sul buon senso. Ultimo esempio? 

E’ dall’inizio della legislature che diciamo alla giunta che i box di poliuretano espanso a servizio dei pastori, portati in alta quota, fanno schifo dal punto di vista paesaggistico. Sono  una decina – più o meno – gli atti politici che la giunta ha bocciato. Salvo uscire col suo recente comunicato dove annuncia la loro sostituzione con analoghe strutture in legno. Quattro anni per rendersi conto delle necessità di un lavoro che poteva essere svolto in quattro settimane. Mancava legname in Trentino forse?

PS. Nella foto di copertina una recentissima predazione in val Rendena. In compagnia dell'”ospite” della Malga. Quando la lega stava all’opposizione ne parlava sempre. Adesso prova a non parlarne più. Io lo ho sempre fatto e così continuo anche qui.

25 Giugno 2022 0 Commento
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La discarica di Imer. Una vicenda che insegna che chi è assente ha sempre torto.

Da Michele Dallapiccola 24 Giugno 2022

L’onore di occupare i banchi del consiglio provinciale ancorché da forza di minoranza riveste alcuni aspetti di valore.

Se poi l’esperienza si affianca alla precedente opportunità di amministrare in maggioranza, permette di osservare politica ed amministrazione con maggiore obiettività. Diversamente è infatti più difficile cogliere le ragioni e le difficoltà che vive chi amministra. Contribuisce a fornire il quadro completo delle questioni anche l’incarico istituzionale. Permette anche di muoversi e di frequentare il territorio. Nel dopolavoro del consiglio provinciale si possono incontrare una moltitudine di persone ed entrare nei problemi con meno filtri e meno remore.

Per queste ragioni, con curiosità ed interesse, ho seguito da vicino le mosse – devo dire piuttosto goffe – di questo governo provinciale alle prese con l’emergenza rifiuti. 

Eh si, parlo di emergenza perché è in condizione del genere che la Provincia a trazione leghista si è incartata. Se Vaia e il Covid sono letteralmente piovuti dal cielo, della situazione delle discariche, questo esecutivo era più che avvisato. Un po’ come nell’organizzazione sanitaria. 

Il problema è che se investi tanto tempo sul territorio a serate, uscite in pulmino e bicicletta e vicinanza alla gente a fiere e mercati, dei problemi che sollevano gli uffici tardi un po’ a rendertene conto. Questa è almeno l’impressione vissuta osservando dall’esterno le mosse di una maggioranza che non ha brillato per risultati ed efficacia. 

A giocare a sfavore fin dall’inizio, con ogni probabilità è stata la partenza di mandato caratterizzata da un cattivo rapporto con Bolzano. Specie per quanto riguarda la partita del rinnovo di concessione dell’A22 (non ancora terminata comunque su una mediazione). 

In un’economia generale di accordi tra le due province, il maggior conferimento di rifiuti all’inceneritore altoatesino avrebbe dato un po di fiato al sistema trentino. La “raffazzonata” delle aperture delle discariche di Imer e Monclassico si poteva forse così evitare. E una maggior consapevolezza della giunta provinciale, l’avrebbe forse fatta partire subito con la progettazione di soluzioni alternative. Ormai però qui siamo e da qui dobbiamo partire.

La serata pubblica di Imer

L’altra sera ho assistito ad un incontro pubblico ad Imer dove il locale Comitato nato a spontanea tutela dei cittadini ha presentato pubblicamente delle informazioni che hanno impressionato non poco. Una moltitudine di persone si è riunita per assistere ad una serata dove venivano presentati i dati di una stretta osservazione della coltivazione della discarica, fin qui avvenuta. 

Il racconto, per prova documentale, narra del conferimento in discarica di fanghi da depurazione delle acque, pare di terreno cimiteriale (?) e altro materiale che nulla c’entra con il secco residuo che era stato annunciato. Non ho elementi per dire se questo corrisponda al vero, ne ho le competenze per giudicare se è legale o meno. Di certo le persone che presentavano questo stato di cose erano molto arrabbiate. Del resto, lamentavano un fatto. A detta loro, la maggioranza provinciale latitava, come sempre fatto per l’intera vicenda.

La popolazione ha avvertito la totale assenza delle istituzioni. Ed in effetti, come non condividere che chi manca ha sempre torto? 

24 Giugno 2022 0 Commento
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Aiuto! C’è un’invasione di insetti alieni? 

Da Michele Dallapiccola 24 Giugno 2022

Sembra il titolo di un film e invece è un’amara realtà. Anche il Trentino, il montuoso territorio, cerniera mitteleuropea tra lo Stivale e l’Europa intera non è indenne dagli effetti negativi del cambiamento climatico. 

Delle intemperanze del clima ne parleremo in altra occasione. Qui oggi vorrei riprendere un allarme lanciato da Coldiretti sulle pagine de Il Dolomiti. 

QUI IL LINK DELLA NOTIZIA. 

Zecche, cavallette, bostrico.  Per citare le sventure raccontate nella notizia. QUI IL LINK DEL COMINICATO

Ma le preoccupazioni non si fermano qui. Già dal 2015 il prestigioso Istituto Zooprofilattico delle 3Venezie segnalava un paio di inquietanti presenze. 

Mi riferisco all’incombente colonizzazione anche dei nostri territori di due nuove specie di zanzara. La giapponese e la coreana. Embè direte voi, che problema c’è? Si metteranno in coda alle zanzare locali e a quella tigre. E purtroppo no, non è così semplice. (Teppareva!) Queste zanzare hanno una preoccupante caratteristica. Le loro larve sono termofobe. Se l’acqua dove sono state deposte è troppo calda non si sviluppano. E quindi? Quindi queste zanzare sono bell’e pronte per colonizzare anche le zone di montagna anche sopra i mille metri. Comunque più in alto rispetto all’altimetria che le zanzare locali rispettano per questioni biologiche.

Le zanzare giapponese e coreana, il cui nome scientifico è rispettivamente Aedes japonicus e Koreika, sono insetti appartenenti alla famiglia dei Culicidae ed alla super-famiglia dei Diptera.

Provengono dal Giappone dalla Corea, Taiwan, Cina Meridionale e Russia. La diffusione nel mondo occidentale è da attribuire al commercio di pneumatici.

Possono svilupparsi sia in ambienti acquatici naturali che artificiali, come ad esempio piscine, vasche per pesci esterne, secchi umidi, fori negli alberi ecc. Il periodo di maggiore attività di questa specie, sia di larve che di adulti già pungenti, è tra il mese di maggio e quello di novembre. In Svizzera, alcune uova sono state ritrovate fino ad autunno inoltrato.

I danni provocati.

La puntura di queste zanzare può essere molto pericolosa poiché la specie è vettore del Virus del Nilo occidentale (chiamato anche virus WNV). Recentemente è stato scoperto che è anche in grado di trasmettere tra gli altri anche il virus Dengue ed il virus Chikungunya.

Riusciremo ad arginare l’invasione?

Io sono speranzoso. Ma sarà solo mettendo in campo tutte le possibile soluzioni. Dai classici insetticidi per gli adulti, ai larvicidi nelle pozze d’acqua. Ma anche utilizzando nuove e sempre più avanzate strategie di controllo, come il rilascio di maschi sterili geneticamente modificati in grado di abbattere drasticamente il successo riproduttivo dei ditteri, fino a far arrivare al collasso intere popolazioni.

L’importante è che intanto, di popolazione, non collassi la nostra. Politica e cittadini uniti devono, possono rispettare le più severe direttive che fermino il climate change. 

Sostenibilità delle azioni e riduzione delle emissioni di carbonio in primis. Facile no? 

24 Giugno 2022 0 Commento
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Fotovoltaico e populismo. L’ultimo episodio di un mandato trascorso all’insegna del folklore

Da Michele Dallapiccola 22 Giugno 2022

In una Provincia Autonoma da poco più di 500mila abitanti restare in sella per un secondo mandato per un’amministrazione provinciale in carica può risultare un’impresa tutto sommato fattibile. Se la coalizione che la sostiene è poi  fatta di cespugli e liste monopersonali, vige un militare rispetto verso la lista di maggioranza relativa. Tutti seguono ubbidienti. Ciò accade in funzione del fatto che il consigliere singolo deve tutto a chi lo ha accolto in maggioranza. 

Diverso è se le liste che compongono la coalizione sono strutturate e forti. E magari pure litigiose. Ma questa è un’altra storia, sempre più convinti, superata e appartenente al passato

Tornando al ragionamento di cui sopra non si può ignorare che la policy di ingaggio del consenso della lega si sostanzia nel populismo. E per far questo non esita a brandire ogni mezzo disponibile. Sembra quasi di utilizzare la nostra autonomia come una pezza da piedi. L’importante è dare a tutto un taglio populista. Alla spasmodica ricerca di un consenso che faccia breccia nel cuore dell’impenitente seguace e perché no, anche del curioso osservatore occasionale.

Così la giunta Fugatti norma dopo norma sta inanellando una serie di ricorsi da parte dello Stato italiano. Sembra quasi voler certificare che del risultato non le importa un fico secco. L’ultimo di una serie di norme semplificative delle autorizzazioni all’installazione di pannelli fotovoltaici. A QUESTO LINK LA NOTIZIA DA IL DOLOMITI. Anche da queste pagine avevamo voluto sottolineare la debolezza della norma. QUI IL LINK COMPLETO..

Il governo del cambiamento

A questo esecutivo sembra quasi bastare l’annuncio del cambiamento anche quando questo non è possibile. Del resto, trovare a chi dar la colpa quando le cose vanno male, è una soluzione facile. E quando non c’è nessuno sul quale scaricare, Vaia, Covid e quelli di prima sono scuse che vanno benissimo per ogni stagione. 

Manca un anno alle elezioni e l’impressione che serpeggia tra gli addetti ai lavori è che ne vedremo ancora delle belle. 

Mentre la coalizione alternativa sta cominciando a dare i primi timidi segni di vita, la Giunta Fugatti sta cercando di sopravvivere adottando il vecchio caro metodo di antica democristiana memoria del “distribuisci et impera”: cariche, incarichini e contributi. Purché leali e riconoscenti. Competenza e preparazione non sono richieste.

Tutto in ordine, eh, tutto da copione!

Così come è sempre stato. Singolare che a farlo sia anche maggioranza che dai banchi dell’opposizione si stracciava le vesti per questa prassi assai consolidata. Ma proprio ora che ne ha scoperto il fascino pervasivo del potere, affiora anche per lei un nuovo grattacapo. Chi un tempo praticava lo sport dell’acchiappaconsensi, sovrapponeva questo metodo ad una elevata condizione di competenza amministrativa. Strafalcioni, sciatterie e folklore non erano ammesse. Mai una giunta del passato si sarebbe sognata di comportarsi così allegramente come fa questa politica di oggi.

E’ vero, i tempi sono cambiati, la gente non ci fa più caso, anzi. Si vota chi appare come simile o chi non dice mai di no. Ammesso e non concesso che persone così rappresentino una parte cospicua del corpo elettorale. Per quanto tempo anche questa compagine avrà voglia di tenersi il prosciutto sugli occhi?

22 Giugno 2022 0 Commento
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La sostenibilità del Vino Trentino.  Sarà la chiave per tenere insieme le due anime del comparto?

Da Michele Dallapiccola 21 Giugno 2022

L’hanno tenuto nel salotto più bello della città. Al Muse l’accoglienza era da serata di gala. È passato quasi in sordina se non per gli addetti ai lavori ma quello al quale abbiamo assistito l’altra sera pare sia stato il primo bilancio di sostenibilità di un consorzio vini in Italia. In apertura un messaggio tra tutti. È necessario fare sinergia tra politica, ricerca e impresa. Perché il Trentino si compone di un territorio piccolo dove è difficile emergere in qualità. Eppure, tra i nostri monti alberga una grande tradizione enologica. E’ qui che dobbiamo innestare una condizione di fortissima carica identitaria. Lo ha detto il Consorzio Vini del Trentino, organo che cura gli interessi dei soci ma svolge anche funzioni di natura pubblica. Vigila e tutela ad esempio le 5 doc e le 2 IGT. Riconosciuto da norma nazionale.

Investe 430 mila euro all’anno nella promozione dei soci consorziati. Ed è stato il primo in Italia ad assumere la certificazione SQNPI. Un disciplinare attento. Fatto per gestire la produzione integrata. Rispetta gli obiettivi della crescita sostenibile. Promuove la ricerca, il risparmio idrico, qualità di vita e di soddisfazione economica per i produttori. La tutela dei consumatori è invece garantita da 120 mila controlli sul prodotto. Si affiancano ad un serrato impegno della parte della quale sono responsabili le imprese. Nel frattempo anche il Consorzio farà la sua parte nello sviluppo del progetto enoturismo dando grande respiro all’enologia. Questo interessante momento di presentazione dell’attività del Consorzio ha dato adito a critica alcuna. Anzi, con i mezzi a disposizione in un’autonomissima Provincia come quella di Trento, riesce fin troppo bene a fare il proprio dovere. 

Una Provincia, un vino con due anime

Non ritengo questa la sede dove approfondire un argomento molto più generale che solo di relato si collega all’attività del pregiato istituto. Un paio di problemi però, vanno accennati.

Il Trentino è atavicamente afflitto da un marcato dualismo di modalità di approccio al mercato vinicolo. Siamo produttori di circa il 15% delle bollicine nazionali. Eppure la nostra terra ospita cantine mini o micro che producono poche migliaia di bottiglie. Non a caso la superficie media dell’azienda viticola trentina occupa 1.6 ettari soltanto. L’approccio al mercato di queste due realtà diametralmente opposte necessiterebbe di politiche di sostegno completamente diverse. Da anni la politica tenta di colmare questo gap. Con scarsi risultati e un necessario mea culpa. 

La più riuscita formula che cercasse di proteggere grandi e piccoli produttori è stata sicuramente la piattaforma del Trentodoc. Formidabile il traino delle Cantine Ferrari, eccezionale lo sforzo di chi vi ha aderito nonostante la dimensione più limitata. 

E fuori dalle bolle? Una landa sconfinata fatta di grande industria e piccoli produttori. Entrambi al confronto col mondo, finiscono per agire con mezzi completamente diversi. Così, chi produce, vinifica e commercializza fuori dal sistema si comporta davvero da eroe. 

Fin quando l’asse politica-produttori-istituzioni di settore non saprà sostenere parimenti le due modalità di fare vino in Trentino il suo senso non sarà compiuto. A chi è specializzato nell’approccio più umano, più artigianale andranno riservate attenzioni speciali. Parliamo infatti di prodotti diversi con caratteristiche diverse e mercati solo in parte sovrapponibili. Al cui approccio va riservata diversa identità commerciale. Del resto tra nord e su del Trentino gli esempi non mancano. Grandi sistemi in Veneto, piccole cantine in Alto Adige. 

La certificazione. Una panacea?

La seconda considerazione critica se la merita la certificazione SQNPI. È senz’altro meritorio averla voluta cercata e ottenuta dal sistema dei produttori rappresentato dal consorzio. Per primi in Italia. Come Trentino, lo capisco, per emergere all’estero dobbiamo accordarci al brand Italia.

Quanto questa strategia sia consona anche al piccolo produttore o alla complessiva remuneratività del comparto è però tutto da dimostrare.

Saranno sufficienti gli intendimenti della giunta di risolvere tutto (per ora intenzionalmente) col progetto enoturismo?

Quale connotazione accessoria potrà rivendicare il piccolo produttore per spiegare la differenza del suo prodotto col resto del vino Trentino che l’industria cooperativa produce?

Solo in quel caso saremo avanti di un passo ai nostri competitor come gli solo gli sforzi della viticoltura eroica possono meritare. 

In tal senso l’apprezzato sforzo al convegno dell’altra sera appariva estremamente opportuno.

Forse poco evidente perché ancor meno compreso e per nulla enfatizzato proprio dalla stessa politica provinciale. Che assorta, assisteva.

21 Giugno 2022 0 Commento
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LA COERENZA DI UN PERCORSO. AUTONOMISTA

Da Michele Dallapiccola 21 Giugno 2022

La coerenza di un percorso partito nel 2018 non può portare che in un’unica direzione. Condivido il pensiero dei colleghi Demagri Paola Consigliere Provinciale e Roberto Stanchina

LEGGI TUTTO, APRI QUI👇🏻👇🏻👇🏻

Provinciali 2023, dopo Dallapiccola anche Demagri guarda alla ”futura coalizione che sfiderà Fugatti”.

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Il valore del rispetto della storia e della cultura per una comunità.

Da Michele Dallapiccola 19 Giugno 2022

Devo ammetterlo, la storia non è mai stata la mia passione. Certo, sono una persona curiosa del suo passato. Ma mi viene spontaneo frugarci dentro soltanto quando cerco il perché di alcune situazioni.

Eppure una comunità in ordine con i propri riferimenti sociali e culturali non può prescindere dall’esercizio di tenere vivo il ricordo del suo passato. In questo senso le compagnie degli Schützen, specialmente nei territori del Tirolo storico esercitano il fascino di questa condizione con vivo impegno volontario. Non è soltanto la solennità che portano alle cerimonie quanto piuttosto il continuo lavoro di promozione del ricordo di ciò che la nostra terra fu nei quasi ormai mille anni passati. 

A mia parziale discolpa si consideri che appartengo ad una generazione che dal proprio percorso scolastico, subì in via definitiva la completa cancellazione della storia. La narrazione la impostò chi, sul Trentino, aveva vinto la guerra. La raccontarono a chi in loco, l’aveva persa. Fu così che i programmi scolastici degli anni ’70 e ’80 ancora insegnavano a me e ai miei coetanei, che l’eroe era Cesare Battisti. 

Solo in seguito, solo grazie all’adesione al Partito Autonomista ebbi l’opportunità di conoscere meglio il mondo culturale che stava dietro al movimento degli Schützen. Finalmente compresi il senso profondo di alcune nozioni. Benché le avessi precedentemente cercate anche per conto mio, le ho potute vivere al meglio partecipando ad alcune loro manifestazioni. Non lo ho fatto in maniera assidua. Lo ammetto. I miei interessi mi hanno portato a dedicarmi di più alle mie passioni che riguardano essenzialmente il mondo naturalistico e scientifico. Non per questo non provo simpatia per questo mondo culturale. 

Ieri ho avuto occasione di partecipare alla processione per il Corpus Domini di Civezzano. La Schützen-Kompanie Kalisberg è una di quelle più attive a livello provinciale e l’invito ricevuto dal suo Presidente è stato per me un grande onore.

Piccola nota a margine: con qualcuno della compagnia abbiamo pure discusso sul senso dell’abbigliamento. E ci è piaciuto considerare che il manierismo dell’abbigliamento non può trasudare ipocrisia. Dunque abbiamo stabilito che era giusto che io partecipassi indossando un abito in moda Italiana e ancor più che loro lo facessero col costume tipico. In fondo, è l’espressione della nostra cultura. E’ così, ibridata senza responsabilità di nessuno. Aspetti italiani e tirolesi figli di un luogo e di tempi che hanno permesso alle due culture di fondersi e prosperare.

Il valore della diversità

Sapremo davvero essere terra autonoma e vincente quando ci sarà vera e totale accettazione di chi ha passioni culturali, sociali e di relazione diverse. È intollerabile ascoltare persone che canzonino l’impegno delle nostre Schützen-Kompanie nella diffusione della storia e della cultura. Così come è apprezzabile l’apertura del movimento dei “Sizzeri” a chi come me, “afflitto da italianità”, è ben disposto ad ascoltare, imparare e far tesoro del racconto del da dove veniamo. Pur nel rispetto dei reciproci interessi. E magari anche senza l’ipocrisia di un abito finto-tirolese o della partecipazione alle manifestazioni in maniera distratta. Orologio e cellulare vanno lasciati stare, tradiscono una testa altrove e una presenza fatta più per carpire consenso elettorale che per imparare qualcosa.

Partecipando io ad esempio ho maturato nuove mie convinzioni. Ad esempio, a cosa sia servita questa fertile mescolanza di culture. Ce lo dimostra la capacità di accoglienza del Trentino. Al punto che di questa attitudine ne abbiamo fatto una vera professione. Basti pensare al valore del comparto turismo in campo economico tanto per citare un fatto eclatante che ne è derivato. Ma questa è tutta un’altra storia e ne parleremo in una prossima discussione.

19 Giugno 2022 0 Commento
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