Un Patto per allontanare la chimica e migliorare i prodotti trentini

Da Michele Dallapiccola

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Un patto per allontanare la chimica dai frutteti e vigneti del Trentino e per aumentare ulteriormente la qualità dei suoi prodotti. E’ quello che la Provincia autonoma, tramite gli assessori all’agricoltura Michele Dallapiccola, alla salute Luca Zeni e all’ambiente Mauro Gilmozzi, ha firmato oggi con l’Associazione Produttori Ortofrutticoli Trentini (APOT), il Consorzio Vini del Trentino, la Fondazione Edmund Mach, l’Azienda provinciale per i servizi sanitari e l’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente.

L’accordo si accompagna alla delibera che recepisce le misure fissate dal PAN per l’impiego sostenibile di tali prodotti nelle aree frequentate dalla popolazione o da gruppi vulnerabili, in attesa dell’adozione – prevista dalla Legge di stabilità provinciale e che avverrà entro il mese di aprile – del regolamento per l’utilizzo dei prodotti fitosanitari sul territorio provinciale.

“Il regolamento – spiega l’assessore Dallapiccola – prescriverà misure idonee a mitigare i rischi d’inquinamento e a tutelare aree specifiche del territorio, definirà non solo orari e distanze dei trattamenti ma tradurrà sul campo, grazie anche al protocollo d’intesa oggi sottoscritto, l’impegno dei produttori ad attivare forme permanenti di collaborazione al fine di sviluppare, promuovere ed intensificare la ricerca applicata per ridurre ulteriormente gli impatti ambientali e sociali connessi all’utilizzo dei prodotti fitosanitari, attraverso mezzi alternativi anche innovativi, riducendo dosi e principi attivi, utilizzando tecniche e attrezzature in grado di ridurre al minimo la dispersione nell’ambiente”.

La delibera di recepimento del Piano nazionale, per altro, lascia liberi i Comuni trentini di stabilire, nei loro regolamenti, disposizioni più restrittive. Così come già previsto nel conchiuso di fine agosto 2015 con il quale la Giunta ha adottato in via preliminare, prima di acquisire il parere del Consiglio delle autonomie, le misure del PAN.

A dieci anni dall’approvazione delle prime Linee guida per l’utilizzo sostenibile dei prodotti fitosanitari (2006), che rappresentarono la base per la predisposizione da parte dei Comuni dei rispettivi regolamenti, il Trentino vuole dunque “fare di più”. Il protocollo firmato oggi, infatti, contiene l’impegno dei produttori, attraverso le loro organizzazioni, a fare proprie fin da subito le norme della “Produzione Integrata Volontaria”, come definita dal PAN, con limitazioni volontarie che vanno oltre le normative esistenti e “la progressiva eliminazione dai disciplinari di produzione integrata di sostanze attive ritenute a rischio per la salute e per l’ambiente”.

Le stesse OP si impegnano anche ad investire adeguate risorse per la crescita professionale dei frutticoltori e dei viticoltori e ad attivare progetti di ricerca di tecniche innovative volte a migliorare il grado di sostenibilità delle rispettive filiere produttive. Per lo sviluppo di tali iniziative i produttori potranno contare, in particolare, sulle conoscenze ed esperienze disponibili a livello provinciale ed internazionale che potrà mettere a disposizione la Fondazione Mach.

“Un quadro di impegni – assicura Dallapiccola – finalizzati ad obiettivi di sicurezza e qualità ambientale che anche la Provincia potrà sostenere individuando adeguate risorse nel bilancio provinciale”.

Il protocollo firmato oggi, ed il Regolamento che arriverà tra pochi mesi, confermano il ruolo fondamentale che i frutticoltori svolgono da anni nel perseguimento di sempre più elevati livelli di sostenibilità ambientale e sociale delle pratiche agricole.

Un impegno testimoniato non solo dal numero dei controlli (890 campioni di frutti raccolti e analizzati nel 2015, a fronte dei circa 400 disposti annualmente dal Ministero della Salute sul territorio nazionale e dei circa 1600 dell’Efsa a livello europeo), ma soprattutto dai loro esiti. Nel 98,6 per cento dei casi di “presenza” il residuo rilevato è risultato inferiore del 50 per cento rispetto al limite ammesso dalla legislazione europea. 

A ridurre l’impiego degli insetticidi ha concorso e concorre anche la confusione sessuale, tecnica di controllo naturale degli insetti dannosi che nel periodo 2005 – 2014 ha visto crescere la superficie coltivata di applicazione da 1000 a 7000 ettari. Nello stesso periodo i residui di insetticidi sono diminuiti di circa 4 volte.
 
 
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