Gelate primaverili: arrivano gli ammortizzatori per sostenere il reddito dei lavoratori stagionali

Da Michele Dallapiccola

Con una delibera che porta la firma degli assessori all’agricoltura Michele Dallapiccola e allo sviluppo economico e lavoro Alessandro Olivi ed i cui contenuti sono ripresi in un protocollo d’intesa firmato oggi da Provincia, Federazione trentina della cooperazione e i sindacati Cgil, Cisl e Uil, la Giunta provinciale ha approvato oggi i criteri e le modalità di attuazione della norma, inserita nella legge di assestamento di bilancio, che prevede specifici ammortizzatori sociali per i lavoratori del comparto agricolo che hanno perso, o che si sono visti ridurre, il lavoro a seguito delle avversità meteorologiche di quest’anno. 

Lo strumento individuato è quello della concessione di appositi contributi all’Ente Bilaterale Ortofrutta Trentino (EBOT), con il fine di erogare forme di sostegno economico connesse alla diminuzione del reddito percepito in ragione della minore occupazione a favore dei lavoratori già occupati in provincia di Trento presso datori di lavoro che aderiscono all’ente bilaterale stesso. Si stima che i lavoratori potenzialmente interessati dall’intervento siano circa 1200. Inizia insomma un percorso che porterà le parti sociali a creare specifici fondi per affrontare le situazioni di emergenza con lo stesso spirito del Fondo di solidarietà territoriale. 

“Per mitigare gli effetti di gelate, siccità e trombe d’aria sui redditi dei lavoratori – ricordano gli assessori Olivi e Dallapiccola – la Provincia aveva già stanziato 1.500.000 euro in assestamento, ma servono altre risorse per completare l’intervento, così come è emerso da un tavolo tecnico, istituito all’indomani delle gelate dai due assessorati competenti, ed avente il compito di stimare le risorse necessarie per attivare gli ammortizzatori straordinari in favore dei lavoratori del comparto ortofrutta interessati dai cali produttivi. Si sta discutendo in finanziaria quale debba essere il contributo complessivo al fondo da parte della Provincia al quale andranno aggiunti ulteriori 0,5 milioni di euro da parte dei consorzi, che comparteciperanno all’intervento nonostante il momento di difficoltà che stanno attraversando.” “Non tutto il male viene dunque per nuocere – ha sottolineato l’assessore Dallapiccola – . 

Le calamità della scorsa primavera ci hanno dato lo slancio necessario per assumere decisioni nuove, non solo sul fronte della tutela dei lavoratori ma anche su quello del rinnovo delle varietà”. Attraverso la norma prevista in assestamento, la Giunta si è prefissata l’obiettivo di attivare nuovi ammortizzatori sociali per il comparto, chiedendo ai Consorzi anche una propria compartecipazione finanziaria. “A tal fine – spiega l’assessore Olivi – verrà stipulato un protocollo che impegna i consorzi ad attivare percorsi formativi retribuiti nei primi mesi del 2018 quando i lavoratori saranno particolarmente interessati dai cali produttivi. Non solo, al fine di evitare che in altre situazioni emergenziali di cali produttivi seguiti a calamità naturali, sia sempre il pubblico a sostenere i redditi dei lavoratori, la Provincia ha chiesto un innalzamento delle percentuali di contribuzione di lavoratori e consorzi al fondo istituito presso l’Ente Bilaterale Ortofrutta Trentino.” 

In futuro la contribuzione all’EBOT sarà quindi dello 0,45% della retribuzione lorda dei lavoratori divisa tra uno 0,30% a carico dei consorzi e uno 0,15% a carico dei lavoratori. La nuova percentuale di contribuzione (prima era dello 0,2 % divisi equamente tra datori di lavoro e lavoratori) è la stessa prevista per il Fondo di Solidarietà del Trentino che, come dice la denominazione, è un fondo intersettoriale di solidarietà mutualistico per gestire situazioni di crisi occupazionale che determinano la sospensione dal lavoro. 

Il Fondo di Solidarietà del Trentino ha tra le diverse finalità quella di sostenere il reddito dei lavoratori di piccole imprese durante cali produttivi derivanti da crisi aziendali e/o settoriali. Al Fondo hanno aderito commercio, turismo, cooperazione, studi professionali e piccole imprese industriali ed è nato grazie ad un emendamento al Jobs act che ha permesso la gestione in loco di un sistema di ammortizzatori sociali per le piccole imprese che non godono della Cassa Integrazione e per le quali non sarà più operativa la ex cassa in deroga, che era finanziata non con meccanismi contributivi bensì con la fiscalità generale dello Stato. 

“Si tratta quindi di un meccanismo che rafforza la nostra autonomia – commenta l’assessore Olivi – reso possibile dall’emendamento al Jobs act e alla delega sugli ammortizzatori sociali fissata con l’Accordo di Milano. Il prossimo obiettivo sarà dunque quello di verificare la possibilità di far convergere l’Ebot nel Fondo intersettoriale, in modo da semplificare il sistema degli ammortizzatori sociali provinciali anche attraverso una sua maggiore economicità data dai grandi numeri. Non è un obiettivo scontato perché la contribuzione agricola (SCAU) non è la stessa degli altri settori (INPS). Ma la volontà è questa.” Vediamo in cosa consistono le misure: Il contratto provinciale del comparto ortofrutta prevede una distinzione dei lavoratori del comparto ortofrutta tra “gruppo storico” e non. 

Ai primi è garantito contrattualmente un diritto di riassunzione, esigibile da tutti coloro che hanno almeno 5 anni di anzianità di servizio. Si tratta di lavoratori che, come suggerisce la denominazione, vivono tradizionalmente/”storicamente” di questa attività lavorativa. Il sistema di ammortizzatori PAT/Parti sociali tiene conto di questa peculiarità del contratto e concentra il proprio intervento su quei lavoratori che hanno maturato il diritto di riassunzione (lavoratori del “gruppo storico”) pur non dimenticandosi, in ottica solidaristica, di coloro che avendo meno anzianità di servizio hanno già perso il lavoro (lavoratori “gruppo non storico”) e risultano ad oggi disoccupati. 

Questi ultimi, ovvero coloro che possono vantare meno di 5 anni di anzianità, riceveranno infatti un’una tantum variabile tra 1500 euro e 2500 euro a seconda dell’anzianità di servizio. I lavoratori che non hanno perso il lavoro (lavoratori appartenenti al gruppo “storico” con più di 5 anni di anzianità) ma che lavoreranno meno giorni per effetto dei cali produttivi, riceveranno invece una indennità giornaliera di 50 euro lordi per ogni giornata non lavorata nel periodo agosto 2017 – dicembre 2017, fino ad un massimo di 23 giornate complessive. Con i nuovi fondi che saranno previsti in Finanziaria si indennizzeranno anche parte delle giornate non lavorate nel 2018. Per tutti i lavoratori e lavoratrici stagionali in organico sono inoltre previste 5 mezze giornate di formazione retribuita da parte dei datori di lavoro. 

Questi impegni che le parti sociali si sono presi, ovvero a retribuire i lavoratori durante 5 giornate formative, alzare la contribuzione all’Ebot per far fronte a future emergenze occupazionali, e sostenere i costi di trasporto per i lavoratori che saranno temporaneamente spostati in altre unità produttive, sono oggetto di uno specifico accordo concertativo tripartito che è stato sottoscritto oggi da Provincia, Federazione trentina della cooperazione e dai sindacati Cgil, Cisl e Uil. Come previsto dalla norma in assestamento (art 25 della LP 9/2017) lo stanziamento è infatti condizionato a precisi impegni delle parti sociali. 

Impegni che sono stati appunto assunti ufficialmente oggi attraverso la stipula del citato Protocollo. In tal modo la Provincia contribuirà a sostenere il reddito dei lavoratori coinvolti ma condizionerà il proprio intervento all’istituzione di meccanismi solidaristici di settore. Meccanismi che sono quindi contrattuali e privatistici e che rappresentano quell’obbiettivo di welfare contrattuale integrativo, fatto di quelle sinergie pubblico/privato che la Giunta si è data all’inizio della legislatura.