Dati positivi per il turismo trentino: soddisfazione o preoccupazione?

Da Michele Dallapiccola

E’ di questi giorni la diffusione puntuale di alcuni dati relativi ai numeri degli ospiti del sistema turistico Trentino. Numeri prudenti tra l’altro poichè dalla statistica risultano esclusi gli alloggi privati. Queste informazioni si possono considerare tuttavia di buon auspicio, presentate sia in termini assoluti sia in forma comparata al passato a partire dal 2000 e dal 2013 (anno in cui è iniziato il mio mandato). Si può constatare che la strada che ci ha portato a questo successo è stata costellata quasi costantemente da segno positivo.

Ma a che cosa è dovuto un successo che pure presenta ombre e criticità sulle quali vorrei tornare più avanti? Come tutte le pietanze che si rispettino è composto ovviamente da molti ingredienti, elenchiamoli:

innanzitutto un’ottima macchina amministrativa quale in particolare il tandem dipartimento turismo della Provincia autonoma di Trento/Trentino Marketing per quanto riguarda l’organizzazione e la promozione centrale. Un encomio va anche al sistema APT/Pro loco per quanto riguarda la promozione locale. E’ un sistema che in gran parte abbiamo ereditato dal passato cominciando il nostro mandato di Giunta in un momento di crisi finanziaria che ci dato però il coraggio di intraprendere alcune azioni straordinarie.

La prima fra tutte fu determinata proprio dalla carenza finanziaria provocata dal Patto di Stabilità che ci spinse ad attivare la tassa di soggiorno con un meccanismo però – unico in Italia – che prevedeva la restituzione della tassa di soggiorno raccolta dagli ospiti, ai territori di competenza consegnandola come dotazione alle APT/Pro Loco, ed implementata di disponibilità provinciali. Con questo sistema si raccolgono ogni anno sempre più fondi – oggi siamo a circa 17 milioni di euro – e dunque tra quelli provinciali assegnati ai territori e alla Trentino Marketing, sono quasi 50 i milioni di euro che ogni anno spendiamo per la pubblicità, gli eventi e la promozione in genere. Sembrano tanti, lo so, ma provate a paragonarli ai circa 3 miliardi di PIL tra fatturato diretto ed indiretto che il turismo provoca in Trentino e converrete quanto adeguato sia l’investimento.

Il secondo “asset” che ci ha dato grandi soddisfazioni è stata la Guest Card uno strumento usatissimo per cercare di mettere in rete tutte le risorse turistiche che il nostro Trentino possiede. Pure in modalità diverse ed applicata in maniera non perfettamente omogenea essa rimane un ottimo strumento che stupisce i nostri ospiti.

Ma il vento forse più importante che ci ha spinto a superare certi confini e raggiungere sempre più persone è stata la rivoluzione digitale che abbiamo effettuato all’interno della Trentino Marketing. Snellita nell’organigramma quest’azienda ha voluto dedicare un pool di persone scelte tra il proprio organico formandole innanzitutto con preparatori assolutamente adeguati di provenienza accademica e respiro internazionale; con loro ha sviluppato una vera e propria piattaforma digitale multicanale – social e non – che ci ha permesso di implementare il numero di persone raggiunte in maniera esponenziale.

Sono stati fatti degli investimenti molto pesanti sul sistema degli impianti di risalita e sul bike (dove invero c’è ancora tantissimo da fare) responsabilizzando i privati attraverso l’affidamento loro della gestione degli asset impiantistici che grazie al nostro intervento sono diventati pubblici.

Questo mix ha permesso di terminare l’epoca in cui attraverso il meccanismo della partecipazione azionaria la provincia doveva ogni anno ripianare perdite di società miste.

A parte un caso socialmente molto difficile – dove purtroppo per il loro innato atteggiamento le persone di quel luogo sono in preda ad una vera e propria crisi di comunità -, praticamente in tutte le località del Trentino si è ritrovato non solo l’equilibrio finanziario ma in molti casi si sono prodotti utili che in qualche caso sono stati notevoli.

La connessione con l’agricoltura, lo sviluppo di nuovi prodotti  e l’evitare di de-stagionalizzare in senso classico ci ha portato a costruire vere e proprie stagioni ulteriori all’estate e all’inverno con nuove attrattive per i nostri potenziali ospiti con propri eventi, propria identità e specifica promozione quali appunto la primavera e l’autunno.

Soddisfatti e tranquilli dunque ora? Direi assolutamente no. La crisi è sempre in agguato e come mi hanno insegnato gli albergatori è la redditività che rimane ancora non pienamente soddisfacente. Ad onor del vero attraverso uno strumento di indagine valutativa digitale, H-benchmark, ci siamo accorti che questi numeri negli ospiti, hanno dato il coraggio ai nostri albergatori di alzare l’asticella del prezzo ma la strada della serenità per loro è ancora lunga e lontana; di sicuro, credo, farlo con l’albergo un po’ più pieno che in passato è forse meno difficile che farlo con l’albergo meno occupato.

I pericoli più gravi ora?  Quelli di una terra meno appetibile che non sia in grado di valorizzare elementi come il proprio paesaggio, la propria natura, nel segno della sostenibilità e della qualità ambientale. Fanno parte della reputazione Trentina da sempre nonostante severe leggi o antipatici provvedimenti (chiusura dei passi tanto per citarne uno) siano state e siano ancora difficili da far passare e digerire alla popolazione.

Come quando applicammo la tassa di soggiorno, ci vorranno coraggio e nervi saldi e la cifra delle scelte ragionate e ponderate dovrà dotarsi dell’ingrediente più importante: la nostra AUTONOMIA. Ecco perchè è molto difficile pensare che Salvini o i suoi discepoli in Trentino possano capire lo spirito di questa terra e siano dunque in grado di interpretarlo in maniera schietta e genuina. 

Temo insomma che abbassare la guardia sul mantenimento delle nostre prerogative di governo o badare troppo a influenze milanesi, specie se ospitate in albergo, possa vincolarci e non permetterci di ragionare nel pieno della nostra forza, lucidità politica e mentale. L’altro aspetto di preoccupazione è che la nuova Giunta risulti troppo appiattita solo su interessi di alcune parti sociali anziché affrontare il percorso di confronto di ambito turistico in termini plurali e trasversali.  Questo pericolo trova terreno fertile nel fatto che alcune associazioni di categoria in Trentino sono afflitte da gravissime crisi di ricambio generazionale con correnti di politica di gestione interna, quando non addirittura degli stessi rappresentanti, attempate, stantie e per nulla disposte a dar spazio a nuove leve.

Sia come in ogni sfida dunque e cioè sarà dei posteri la sentenza finale.

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