Premesso che per questo virus ci vorrà almeno un anno per avere un vaccino utile, e comunque ci fosse servirebbe pro futuro, questa preoccupante epidemia ci offre l’occasione di riflettere sul senso dei vaccinazioni nelle varie affezioni influenzali, presenti per uomo e animali per altro raramente trasmissibili tra le due specie.
La CAROVANA per i cavallari – i mercanti di CAVALLI di un tempo – era un male oscuro ma conosciuto: nella stalla, presa la tosse il primo, si tirava dietro tutti gli altri.
E nel CANE? La TOSSE dei CANILI, un adenovirus molto contagioso, infastidisce in maniera molto diffusa i nostri piccoli amici.
Per le VACCHE poi, aprirti o cielo: animali dai polmoni delicati, vedono da sempre nelle affezioni polmonari, le più grandi fonti di preoccupazione con batteri e virus, HERPES e il BRSV in testa.
Una volta era difficile (gli antibiotici per rimediare almeno alle infezioni batteriche secondarie poco potevano), i cani specie da piccoli, i maiali e i polli morivano e i cavalli, bene che andasse, diventavano bolsi.
Si faceva fumo nelle stalle per utilizzare il potere antisettico di questa pratica, ma tutto era affidato alla sorte. O al cambio di stagione che portava gli animali all’aria aperta, resa finalmente salubre dal cambio di temperatura e umidità.
Con i virus, conviviamo da sempre e da sempre in zone del pianeta dove c’è molta commistione uomo/animale, il passaggio tra i polmoni dei due generi può permettere al virus di mutare e cominciare a trasmettersi sotto diversa forma. È questo il modo che questi microrganismi hanno di sfuggire almeno parzialmente al controllo degli anticorpi.
Così è accaduto al CORONAVIRUS e per tutte le epidemie che in questi ultimi decenni ci hanno tragicamente afflitto, SPAGNOLA, SARS e MERS in testa (le ultime due proprio da coronavirus).
Infine un aspetto interessante di questa tragedia: ci aiuta a comprendere che negli animali ma soprattutto nell’uomo si potrebbero verificare vere e proprie stragi se non si potesse disporre di vaccini almeno laddove disponibili.
Sappiamo che il tema è controverso, purtroppo a causa di qualche incidente terapeutico che va però osservato in numero inferiore ai potenziali danni da malattia. Sia sugli animali che soprattutto sull’uomo, applicato ai grandi numeri il presidio vaccinale funziona. Questo fatto va ricordato anche a quella politica che oggi parla di lotta serrata ai virus; la stessa che in campagna elettorale girava sostenendo che le vaccinazioni, quelle indicate delle istituzioni mediche, con lei al governo non sarebbero state obbligatorie.
Chissà come si comporterebbe oggi se fosse disponibile un vaccino da coronavirus