LA VETERINARIA NON C’ENTRA CON LE MELE E LA PRELIBATA VERDURA DELLA VAL DI GRESTA

Da Michele Dallapiccola

Che la medicina veterinaria si occupi della salute degli animali, delle loro produzioni e delle malattie che da loro potrebbero esser trasmesse all’uomo è noto a tutti. Meno facile da capire è che cosa questo c’entri con la gestione di mele, vino o agricoltura in senso lato. Non ci  azzecca nemmeno con la regolamentazione o l’erogazione dei contributi che spettano agli allevatori: allevare non è curare.

Ma tant’è perchè il decreto a firma del Presidente della Provincia numero 3 del 13 marzo 2020 produce un rimpasto di deleghe esecutive e trasferisce all’assessora Zanotelli due competenze precedentemente assegnate a due membri diversi di Giunta: dall’assessore Failoni riceverà la promozione dei prodotti agricoli e dall’assessora Segnana, la veterinaria e la sicurezza alimentare.

Tralasciamo considerazioni generali che riguardano l’opportunità di adottare riassetti organizzativi pubblici in un momento così delicato e riconosciamo la piena legittimità giuridica e politica del provvedimento ma nonostante queste doverose premesse ravvisiamo delle considerazioni che agli scriventi preme far pervenire alla Giunta Provinciale.

Nel primo in caso infatti la promozione del comparto agroalimentare prevede che il “core” dell’operatività riguardi il settore agricolo da attuarsi però attraverso gli strumenti della promozione, potenti e sviluppati in diretta dipendenza dall’assessorato e relativo dipartimento del  turismo. L’impatto negativo della scelta è mitigato dall’aver incaricato la stessa persona che precedentemente rivestiva competenze di area proprio in seno al dipartimento turismo dal quale dunque ora proviene. Rimane il problema di fondo, cioè quello di frazionare i budget a disposizione tra strutture e articolare competenze su due diversi dipartimenti, rendendo meno agile l’operatività delle scelte e degli indirizzi politici. Da sempre infatti per la promozione di qualsivoglia prodotto in Trentino, lo strumento più potente a disposizione del sistema risulta la società Trentino Marketing che opera appunto in diretta dipendenza dell’assessorato al turismo. Temiamo che il rimpallo di competenze, con le necessarie successive riunioni di coordinamento per concordare l’operatività delle scelte, potrà rallentare l’efficienza di risposta e l’agilità di gestione. 

Nella foto, una presentazione di un prodotto innovativo in una campagna promozionale effettuata qualche anno fa.


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Questo disagio potrebbe riguardare anche le altre materie trasferite: la sanità veterinaria e la sicurezza alimentare. Queste attività sono infatti da sempre legate alla gestione della salute pubblica ed incardinate dunque sull’Azienda Sanitaria al punto che il personale presta servizio in diretta dipendenza dall’Azienda stessa. Da segnalare anche il fatto che alcuni animali, in particolare quelli da affetto, nel decreto soprannominato rimangono in delega all’assessore Segnana. Così per alcuni casi i veterinari dovranno rivolgersi all’assessorato alla salute, per altri l’assessorato all’agricoltura, complicando burocrazia e passaggi amministrativi. Riteniamo critico destrutturare un sistema di controllo sanitario con potenziali implicazioni zoonosiche e di gestione della sicurezza alimentare.

Nella foto deliziosi salumi, resi sicuri da un’attenta catena ispettiva veterinaria.


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Poiché parliamo di scelte che riguardano anche la salute umana, proprio in questo momento, appare particolarmente fuori luogo introdurre un coordinamento aggiuntivo tra agricoltura e sanità poiché se non è un passaggio che premia l’agilità delle scelte in senso generale, immaginiamoci nel caso di qualche momento critico biologico.

E’ per questo motivo che ho interrogato il Presidente della Giunta provinciale:

– per sapere quali sarebbero secondo il suo modo di vedere le analogie tra il gestire la pianificazione degli aiuti pubblici, la regolamentazione delle attività agricole e la tutela della salute degli animali, delle persone derivante da zoonosi e della sicurezza alimentare derivante dal controllo degli approvvigionamenti annonari? 

– se non ritenga sia il caso di riportare in capo all’assessorato alla salute la sanità veterinaria e la sicurezza alimentare o in subordine a dare pubblica evidenza di che cosa intenda fare per ridurre le problematiche connesse alle questioni sollevate in premessa?

Qui sotto lo screenshot della notizia apparsa oggi sul Trentino


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