LA SANITA’ E LE POLITICHE SOCIALI: GESTIRE E NON RINCORRERE LE EMERGENZE DENTRO ALLA CRISI

Da Michele Dallapiccola

Seguire quotidianamente la conferenza stampa della giunta provinciale cercando contenuti di prospettiva è sempre stato difficile. E se tutte le amministrazioni pubbliche si stanno adoperando tra effetti ilari o asciuttezza nello stile, per comunicare lo stato della crisi, su come si presenti la conferenza stampa del Trentino lascio giudicare a voi. Per quanto mi riguarda faccio fatica a trovarci dei contenuti o elementi di novità, piuttosto molte giustificazioni alle proteste che dal giorno precedente a mezzo stampa si levano dalla popolazione, liquidate normalmente con un: “me lo dovevano dire prima”. Si ha come l’impressione di trovarsi di fronte ad una giunta a gettone, una sorta di juke box amministrativo dove inserire il gettone dei desideri anziché percepire responsabilità di proposta e di prospettiva. A giudicare dal tenore dei contenuti della sua parte di conferenza stampa, sembra che questo stile l’abbia fatto proprio anche l’assessora alla salute. E’ per questo motivo che avvertiamo la spinta continua ad effettuare proposte rese necessarie dalle lacune nel dibattito che i leghisti continuano a produrre. Tra le molte che abbiamo scritto in questi giorni, ne riporto una della competente collega Demagri che propone un’implementazione di sensibilità verso i pazienti cronici o lungodegenti, spesso anche anziani: sono infatti categorie rispetto alle quali riceviamo tutti numerose segnalazioni dal territorio. Di seguito il testo:

«SEGNANA SI RICORDI ANCHE DEI PAZIENTI CHE PRIMA DELL’EMERGENZA OCCUPAVANO I POSTI LETTO NELLE MEDICINE E NELLE GERIATRIE »
L’emergenza da Covid-19 in queste 3 settimane ha imposto una veloce riorganizzazione ospedaliera: chiusura del punto nascita, sospensione delle attività programmate e ambulatoriali, sospensione degli esami strumentali ad esclusione di RAO A e B,chiusura di reparti la cui attività è legata alla programmazione, trasformazione e apertura di unità operative di COVID UNIT. Ha previsto inoltre la rimodulazione dei percorsi interni: pulito e sporco in modo tale da non contaminare le zone NO COVID; l’allocazione del personale nelle aree in cui l’attività è dedicata alla gestione dei pazienti COVID, una vera rivoluzione.


Tale riorganizzazione ha però sortito un effetto non previsto cioè la riduzione degli accessi in ospedale di pazienti cronici, di pazienti affetti da patologie tipiche dell’età geriatrica. Le unità operative dedicate al trattamento di tali quadri clinici sono insolitamente vuote o semivuote quando fino ad un mese fa accadeva che per assenza di posti letto si ricorreva ai cosiddetti “appoggi”, cioè temporanei ricoveri dei pazienti in UUOO di altra specialità.


Preme quindi far presente all’Assessore Segnana che è tempo di chiedersi dove sono finiti questi pazienti perché lei è Assessore alla Salute di tutti e quindi riferimento anche per coloro che per paura di contagio, per timore di essere rimandati a casa dal Pronto Soccorso, per difficoltà dei Medici di medicina generale a raggiungere questi pazienti al proprio domicilio per paura di contagio reciproco stanno rimanendo a casa.
Sono convinta che oggi dentro le nostre case ci sono gravi scompensati, broncopatici dispnoici, pazienti diabetici instabili e ancora pazienti che non stanno bene per i quali non è stata fatta una diagnosi clinica.


Ma questi utenti, cara Assessora, pensa di lasciarli a casa nelle mani di badanti o familiari impotenti e non competenti alla gestione di nuovi sintomi? Pensa di lasciarli a casa in attesa che fuori tutto si sistemi ma per loro sarà troppo tardi? Pensa forse che prima questi pazienti avevano dei ricoveri inappropriati?


Con la stessa velocità con cui sono stati riorganizzati gli ospedali va riorganizzato il territorio. Con estrema urgenza sposti il suo focus d’attenzione dai numeri che ogni giorno legge ad essere propositiva con azioni nuove ed efficaci.


Pensi Assessora Segnana che per far fronte a questo problema sommerso basterebbe assegnare temporaneamente gli infermieri delle aree ospedaliere chiuse o semichiuse agli studi associati dei Medici di medicina generale o in collaborazione con i singoli medici, chiedere all’ufficio ricoveri l’elenco dei pazienti ricoverati nell’ultimo anno per patologia croniche o di area medica / geriatrica e chiamarli a casa per vedere come stanno, se hanno sintomi nuovi, se la patologia è variata, se stanno assumendo regolarmente la terapia, se hanno bisogno del nuovo piano terapeutico, chiedere come si sentono.


Medici, Pediatri di libera scelta e infermieri sono certa farebbero grandi cose accompagnati magari da qualche strumentazione utile alla gestione dei vari quadri clinici.
Assessore Segnana, una volta tanto, ascolti chi ne sa più di lei!
 
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Demagri Paola
Consigliere Provinciale PATT”