Tra mito e leggenda: dall’antichità un monito a chi amministra oggi.

Da Michele Dallapiccola
A questa giunta provinciale va tutta la nostra solidarietà ma  non possiamo non osservare che al preoccupante ritardo nella presentazione delle contromisure alla crisi si accompagna una incomprensibile accelerazione che porterà ulteriore scompiglio in un sistema momentaneamente in ginocchio.

N26FabiusCunctatorL’attendismo presentato come strategia, si scontra con la richiesta di velocità di risposte che la nostra società riporta in metafora ad un antico timore, quello generato dalle azioni di Quinto Fabio Massimo Verrucoso detto Cunctator, il Temporeggiatore.

Un storia di oltre 2200 anni fa quando la sua attesa per decidere come combattere, organizzando le difese di Roma, provocò ad opera di Annibale, la devastazione del restante territorio circostante. 

E se il nemico nella nostra attualità è il Covid-19, in questa storia i corrispondenti delle truppe e delle fortificazioni di allora, sono i provvedimenti sanitari ed economici di oggi. L’Alto Adige ad esempio, per combattere la sua battaglia ha deciso di agire subito innescando debito e recuperando immediato di avanzo di Amministrazione per arrivare a formare, nel paragone militare, una batteria di fuoco da 300 milioni di euro operativa, attraverso una moltitudine di provvedimenti, già da qualche giorno.

L’impressione che un Trentino attendista – temporeggiatore – stia sperando di recuperare i fondi in altra maniera si fa sempre più consistente. L’ipotesi, più volte ventilata di rivedere, gli accordi con lo Stato per recuperare dalle devoluzioni erariali quanto necessario per combattere la crisi, è estremamente pericolosa.image-03

Il Patto di Garanzia firmato da Rossi e Kompatscher alla fine del 2014 è un accordo che ha superato il vaglio della Corte Costituzionale, parificato a rango di legge, e come un vero e proprio scudo ci protegge da eventuali nuovi ed ulteriori appetiti romani verso le nostre Casse. Demolire una struttura giuridica così solida per provare a recuperare sfondi pur importantissimi ma così ed in questo momento finirebbe, forse per sempre, per privare il Trentino del punto di salvaguardia più alto che sia mai stato raggiunto fino ad oggi per la nostra autonomia.

Ma proprio l’attendismo diffuso della giunta provinciale rende ancor più curiosa – e dal nostro punto di vista politico, anche suicida – l’accelerazione dell’assessore al turismo, che nel periodo più buio della storia di questa attività, decide che per risollevare il morale del comparto vanno scompaginate tutte le regole di funzionamento e tagliati a metà i finanziamenti pubblici. Ovvero, chiarisco per i non addetti ai lavori, tratterrà metà della tassa di soggiorno che gli albergatori hanno raccolto lo scorso anno. Ebbene, l’accostamento più appropriato con le figure salienti dell’antica Roma qui non può che cadere su Nerone.

Nerone-incendio-Roma (1)Secondo gli storici di quel tempo, l’imperatore Nerone fu il fautore principale dell’incendio che si diffuse nei quartieri più poveri di Roma la notte del 18 luglio del 64 (evento ricordato come Grande incendio di Roma). La responsabilità fu dell’Imperatore che avrebbe ordinato ai suoi uomini di appiccare l’incendio alla città. Secondo gli storici infatti, Nerone non considerava Roma all’altezza dei suoi canoni di bellezza e per lui era necessario intervenire drasticamente, effettuando un notevole cambiamento urbanistico, spazzando via tutto il vecchio. Secondo Svetonio, Nerone era considerato un odiato despota e nella sua opera “De Vita Caesarum”, lo accusa direttamente di aver provocato tale disastro.

Tornando ai nostri giorni posso confermare che durante l’adozione di questa riforma, sarà nostra premura segnalare criticità e suggerire proposte, almeno fino a quando sarà possibile ed avrà senso esprimersi. Se la Giunta procederà come ha fatto in questi due anni è facile pensare che procederà imperterrita ma allora è altrettanto facile immaginare che la successiva fase applicativa sarà foriera di insoddisfazioni e di disagio con responsabilità che cadranno sulla forza politica responsabile della sua approvazione. A quel punto per noi, si svilupperà la grande opportunità politica di provare a ricomporre gli assetti del comparto partendo proprio da dove la riforma avrà fallito.

Si tratta di un disegno politico alternativo da attuarsi nell’immediato post lega, condizione che per intenderci, “rebus sic stantibus” non longe est!