TAGLI ALLE APT: “CUI PRODEST”? LA SOFFERENZA DELLA MONTAGNA TURISTICA MARGINALE SOSTENIBILE

Da Michele Dallapiccola
Un grande quadro di tagli e rimaneggiamenti al bilancio sembra caratterizzare la Manovra anti crisi della Provincia Autonoma di Trento specialmente se confrontata con quella della Provincia di Bolzano. Dentro a questo continuo taglia-incolla attende contezza il finanziamento delle APT che per avere certezze, tra annunci stampa e smentite via social, pare dovranno attendere ancora parecchio.

QUALE FUTURO PER LE APT?

All’orizzonte si staglia sempre più preoccupante, un’ipotesi di decurtazione dei loro finanziamenti tra il 30 ed il 50%. Per dare una dimensione del volume finanziario del quale si parla, la cifra è pari a circa la metà di quanto raccolto come tassa di soggiorno dagli albergatori nel 2019. Ci auguriamo che il pressing politico di questi giorni, stimoli la giunta provinciale a fornire il dato finanziario in maniera più tempestiva possibile e comunque in tempo utile a poter programmare le proprie attività di ripartenza. Peggiorata da un’incombente riforma che ora si affianca al tema delle risorse, la condizione di indeterminatezza, rappresenta il distillato di due anni rapporti dell’assessorato al Turismo con le APT. Solo quelle più strutturate, hanno potuto beneficiare di una relativa tranquillità, probabilmente forti di pregressa solidità finanziarie e forbite di rinnovate quanto faziose garanzie di esclusione da grossi stravolgimenti nella norma. A soffrirne di più, paradossalmente sono tre le APT “minori”, proprio quelle che ne avrebbero avuto più bisogno, dopo la stagione degli stati generali della montagna. Invece, quella formidabile occasione di rilancio ha fallito e trasformata in uno show, non ha saputo tutelare proprio quei territori, a parole, tanto cari alla lega.

NUOVI SCENARI PER NUOVI “TURISMI”

Parliamo della montagna turistica marginale e sostenibile, che come chiaro esempio è rappresentata dalle Valli del Leno ma, non di meno, da luoghi come la Catena del Lagorai, il Vanoi, il Baldo  o il meraviglioso Chiese, solo per citarne alcuni. Sono gli esclusi dai grandi circuiti di sviluppo urbanistico degli anni ‘70-’80 dove, si diceva, avessero perso il treno. Oggi assumono veste incantevole per loro natura, convivendo serenamente con il distanziamento sociale. E’ qui che si esprime il grandissimo fascino per le nuove forme di utenza turistica, dove la mancanza di infrastrutture pesanti, è invece punto di forza per la ripartenza turistica del post Covid19. Qui, si potrà progettare e programmare in modo reale, strutturale ed in forma partecipata con tutte le aziende che ci operano: agricoltura, ristorazione, ospitalità diffusa, artigianato e commercio in piena antitesi al manierismo delle crociere. La filiera economica della Montagna marginale può mettere a sistema persone, risorse ed identità, per offrire ai residenti ma soprattutto al turista, un contenitore di qualità, relazioni umane, storytelling, esperienzialità, sostenibilità del “paesaggio enogastronomico”. Parliamo di un turismo “sartoriale“ da cucire addosso alle richieste, dove la rete e’ importantissima; va potenziato affinchè si affianchi e diversificare l’offerta dei grandi circuiti del turismo internazionale che pure sono stati e continueranno ad essere la grande fortuna del Trentino. 

UN TERRITORIO UNITO PER UN RINNOVATO FUTURO

20191110_164155-01Ben si comprende quanto sia sostanziale l’aiuto delle Aziende di promozione locale che di concerto con il sistema delle Pro Loco, degli Ecomusei, degli Enti Locali, diventano formidabile strumento attivazione e di gestione di territorio con nuova vita proprio dentro a questo nuovo stimolo. Sono questi i motivi per i quali in più occasioni abbiamo rimarcato l’inopportunità di tagli al bilancio in luogo dell’assunzione di debito, con l’ulteriore indirizzo di valorizzare diversamente gli avanzi di una serie di Fondi riservati al turismo che quest’estate non verranno utilizzati. L’annullamento di eventi importanti che prevedono grandi assembramenti di persone, potrebbe lasciar spazio ad un piano preferenziale di rilancio delle attività all’aperto nei territori naturalistici di cui sopra, i quali, fatta di necessità virtù come la Cenerentola delle favole, potrebbero scollinare la loro mezzanotte.

LE (NON) RISPOSTE DELLA POLITICA

Ad oggi, solo una risposta: la moltiplicazione di passaggi burocratici commista ad una destituzione di responsabilità. Una sorta di giunta juke box, che agisce a gettone, laddove l’ascolto e dovuto e gradito, si sostituisce all’assunzione di responsabilità e proposta. Sia chiaro: la partecipazione ed i processi democratici sono il sale del nostro agire politico ed è bene che anche la lega se ne sia fatta carico. Certo, l’esagerazione non ne amplifica il valore tanto che vien da chiedersi quale aspetto di semplificazione assumano 15 tavoli di elaborazione intellettuale. Pare se lo sia chiesto pure l’assessore che con piglio sibillino, durante una conferenza stampa avrebbe dichiarato: “una cosa del genere in Italia non si è mai vista!” Gli crediamo!