LA GESTIONE DEI DANNI DA SELVATICI: AMMINISTRARE SIGNIFICA ASSUMERSI RESPONSABILITÀ’

Da Michele Dallapiccola
Noi sappiamo quanto sia difficile risolvere problemi, ma che differenza ci sia tra il gestire gazebo e amministrare una provincia, un pò alla volta lo stanno scoprendo – nostro malgrado – anche i leghisti.

In un rapporto col governo centrale più sano e in una disponibilità politica più proattiva, si sarebbero potute sviluppate soluzioni di controllo eccezionali e straordinarie. E se almeno si fosse tentato di farlo e lo si fosse comunicato, i territori avrebbero percepito la giunta più vicina e forbita della dovuta attenzione, probabilmente quella tanto sbandierata vicinanza leghista, avrebbe forse lenito il disagio degli abitanti della mia valle. Invece quei poveri contadini che si son lamentati dei danni da cinghiale, dall’assessora, se ne son sentite di tutti i colori. A quanto par di capire, l’umiltà non deve esser la sua principale dote anche se a sua discolpa, i cinghiali finora di meleti ne han devastati pochi. Nemmeno sono arrivate soluzioni da Comano o da Novaledo, da dove ricordo benissimo, un tempo arrivavano strali contro chi amministrava; ebbene, cronaca alla mano, oggi non è cambiato nulla se non l’incresciosa omertà di chi si è accorto della terribile differenza tra il dire e il fare.

Photo_1588401580544 (1)Conosciamo tutti i limiti d’azione di una minoranza e noi sappiamo che un’interrogazione, dal punto di vista operativo può fare ben poco. Un’umile scopo però lo raggiunge sicuramente: AIUTERÀ A FAR PARLARE ANCORA DEL PROBLEMA E A ROMPERE QUESTO MURO DI OMERTÀ CHE LA LEGA PROVA A FAR CALARE SUI PROBLEMI, NEL PROBABILE VANO TENTATIVO DI ACCANTONARLI. Di seguito il testo del nostro stimolo alla maggioranza leghista trentina.

LA PROVINCIA NON DIMENTICHI LA GESTIONE DEI GRANDI CARNIVORI E DEL CINGHIALE

Mentre sui media spopola la notizia della cattura dell’orso denominato M49, la vita dei nostri animali selvatici continua e per noi, la convivenza con loro.

Specialmente sui social in queste settimane di quarantena, sono rimbalzate immagini di selvatici che si sono riappropriati di luoghi tradizionalmente occupati dell’antropizzazione. Non di meno, non sono passate inosservate quelle riguardanti i cosiddetti selvatici “dannosi” ed i loro segni di passaggio sul territorio. Aldilà del merito, della simpatia o dell’antipatia, che questi animali suscitino nel grande pubblico, rimane comunque mistero del perché vi sia, da parte della maggioranza a trazione lega, un assordante silenzio intorno a questi temi.

E se è vero che l’emergenza Covid-19 ci ha dimostrato che vi sono problemi di portata ben più grave rispetto a questi argomenti – lo è altrettanto – che in passato questi argomenti abbiano ampiamente occupato le prime pagine dei tabloid locali. E’ nel segno di questo relativismo che la richiesta di dimissioni dell’allora presidente Rossi – per la gestione del problema orso – in un’intervista di Fugatti, ai tempi consigliere di minoranza, assume toni che sconfinano nel ridicolo. Come lo è – ri-ascoltare gli sproloqui dell’allora opposizione – odierna maggioranza in consiglio, che definiva i normali processi riproduttivi dei grandi carnivori come problema sfuggito di mano. Non è dato sapere se la lega abbia preso atto che vanno compresi come come tali, di sicuro però ha deciso – col probabile intento di nasconderli – di far calare sulla questione un desolante silenzio. 

Screenshot_20200502-064146_Drive-01Invece noi ne vogliamo parlare – eccome – partendo dai cinghiali. Con i cacciatori in lockdown, il controllo al cinghiale procede a rilento quando e dove non si sia addirittura fermato. Gravissimi, i danni denunciati ovunque ma cito Valsugana e Chiese come luoghi particolarmente colpiti. Qui, solo la nostra autonomia avrebbe potuto elaborare proposte di deroga al blocco sanitario per una gestione in aiuto ai forestali. E se di attività umana nel campo burocratico nulla si è potuto vedere – nel campo di mais o di pascolo – questa nociva specie si è presentata puntuale. Come ad ogni stagione della semina o della rispunta dei prati ha prodotto danni incalcolabili consegnandoli ad una preoccupante incuria.

E cosa vogliamo dire dei nuovi branchi di lupi? Il rapporto grandi Carnivori di Trento nel 2019 ne ha certificati 6 nuovi ulteriori che portano ad un totale di 13 i branchi pronti in Trentino ad attendere il nostro bestiame. Tra poche settimane, con buona pace del virus, le nostre vacche, pecore e manze se ne andranno in montagna. Ci chiediamo se le rassicurazioni relative all’esistenza di fondi straordinari per opere di prevenzione garantite dalla giunta, sia ancora effettiva.

IMG-20200429-WA0015Chiudono questa passerella gli orsi che, al netto di M49, dopo una breve tregua legata al loro letargo hanno ripreso le loro incursioni. Ne sanno qualcosa i gestori di alveari in Val di Non in questi giorni (di questi giorni un nuovo grave episodio a Mechel). E per loro, vien da chiedersi se gli impegnatissimi forestali pur limitati dalle disposizioni sanitarie, per gestire questa fase emergenziale siano comunque adeguatamente sostenuti da fondi e logistica di supporto straordinari.

Da quando è al governo, la miglior medicina che questa lega sembra aver trovato per rimediare a questi problemi è il non parlarne. Il che porta a far temere che l’assenza dal territorio di sessioni di gazebo con annessa raccolta firme o giri di microfono dai palchi di pizza, dalla Val di Non attraverso le Giudicarie fino alla Valsugana, in fondo, non sia dovuta solo al lockdown!

Tutto ciò premesso si interroga la giunta per chiedere

– come sia intenzione procedere nell’evoluzione della norma per il controllo della specie cinghiale

– quali, gli strumenti previsti per la prossima estate, e a che entità ammontino gli stanziamenti di bilancio, per opere di prevenzione dei danni da grandi carnivoriIMG_0224-01