Le contraddizioni della lega al governo del Trentino

Da Michele Dallapiccola

In questi giorni, l’apertura di un percorso normativo a dir poco “sui generis” ci offre l’opportunità di sviluppare ulteriori considerazioni relative al modo di operare di chi attualmente sta governando la Provincia di Trento. Mi riferisco alle sempre più frequenti contraddizioni nelle quali l’esecutivo cade.

Ad onor del vero, lo stato delle cose si rifà ad un grande male originario del quale vorrei parlare in calce a questo breve pensiero

Ebbene, la contraddizione del del giorno riguarda il bonus vacanze. Ci pensate? L’esiguo contributo è proposto dalla stessa persona che avrebbe intenzione di portare in aula anche l’aumento della tassa di soggiorno.  

Così, finirà per rendersi responsabile dell’incredibile paradosso di dare con una mano – il contributo – e di prendere con l’altra – la tassa di soggiorno. 

Ma i cortocircuiti non finiscono qui. La stessa persona afferma che tra i punti di maggior qualità di questo processo normativo c’è l’affermazione che finalmente ora ogni luogo del Trentino va considerato come turistico. Immediatamente, smentisce se stesso attraverso un’altra sua proposta di legge. Gli orari di apertura degli esercizi commerciali saranno regolati in funzione del riconoscimento di aver sede in comune turistico o meno.

A stati schizofrenico-politici di tal guisa, comunque, questo governo leghista ci ha abituati da tempo.

Cito volentieri l’atteggiamento tenuto nei confronti delle fusioni dei comuni o delle casse rurali: contrarietà su tutta la linea! Per le APT, invece, la fusione è considera l’unica strada possibile per permettere di affrontare il proprio futuro economico delle imprese turistiche trentine. E che dire di come ha sempre parlato la lega delle Comunità di valle? Non servono a nulla! Salvo poi attraverso la creazione delle ATA proporre l’istituzione di analoghe realtà per gestire la promozione turistica locale.

Ma non stupiamoci; parliamo di quella stessa lega che come prima proposta in campo sanitario di inizio mandato propose di tagliare 120 milioni dai capitoli di bilancio dedicati salvo poi liquidare un direttore dell’azienda sanitaria che non approva politiche espansive sulla sanità periferica. Da attuare coi tagli di bilancio? 

Infine, prodiga di critiche verso le mancate risposte del governo nazionale nasconde di non aver chiesto un beato nulla quando nel suo primo anno di amministrazione, al governo della nazione imperversava proprio il suo capitano.

Da medico veterinario quale sono, cerco sempre di capire l’eziologia delle cose. 

In questo caso mi sembra piuttosto facile ascrivere questi apparentemente incomprensibili provvedimenti ad un unico archetipo comportamentale. Siamo di fronte alla politica a gettone: caro utente ti chiedo di inserire il tuo desiderio come una moneta nella fessura dopodichè ti racconterò la soluzione che ti vuoi sentir dire, come un disco che suona. Non importa se tener chiuso il negozio dove lavori la domenica non è nelle mie prerogative; se me lo chiedi ti racconto che lo chiuderò. Ti assale un orso, ti racconto che lo ucciderò! Non importa nè quando né come ma soprattutto nemmeno se nel frattempo faccio fare alla mia Provincia un’ennesima brutta figura planetaria. Non c’è un ragionamento complessivo o una linea di governo. Sembra piuttosto che si stia operando tenendo conto solo delle singole istanze.

Siamo dentro ad un loop dove l’apparire è molto più importante dell’essere: captare la benevolenza del malcapitato potenziale elettore rispetto all’esigenza di amministrare una comunità con serietà e professionalità.