IN MONTAGNA: VITA MERAVIGLIOSA PER GLI ANIMALI

Da Michele Dallapiccola

Luoghi stupendi, animali felici e tanta gioia per il cuore e per l’animo di chi li visita.

Oggi non parlerò volutamente degli aspetti relativi alla coesistenza della zootecnia di montagna con i grandi carnivori. Su questo aspetto tornerò in un prossimo post. Vorrei piuttosto riflettere relativamente alla loro convivenza con l’uomo.

Abbiamo ripetuto più volte che la malga non è uno zoo.

E tuttavia, è il luogo più schietto e genuino dove poter incontrare gli animali.

L’approccio giusto: si parte da dietro il recinto.

Quando andiamo in una qualsiasi malga, dobbiamo ricordarci che stiamo entrando in casa altrui. Dunque dobbiamo rispettare le indicazioni che danno i proprietari e i gestori prestando attenzione soprattutto ai cani da guardiania

Attenzione anche alle mamme! Le vacche col vitello piccolo appresso, possono caricare ma anche le pecore seppur raramente, pur di salvare il proprio agnello possono assumere comportamenti imprevedibili. I cavalli e gli asini possono calciare e mordere. Anche i maiali hanno denti aguzzi. Per non incorrere in spiacevoli incidenti un minimo comune denominatore che ripeto: chiedere al gestore.

Al netto di queste importanti raccomandazioni, tutto il resto è godimento!

Questa condizione si sposa meravigliosamente bene con l’incontaminato Lagorai. 

Affascina osservare questo spettacolo vivente, non trovate? Potrebbe benissimo diventare un nuovo prodotto turistico specie se opportunamente spiegato, ragionato e regimato.

Peccato che la politica di indirizzo locale appaia particolarmente legata a pochi modelli di sviluppo. Eppure, per fare nuovo turismo non sono necessari solo investimenti infrastrutturali pesanti.

Fondamentali, ci mancherebbe, ma un’ottima integrazione tra l’agricoltura e turismo potrebbe promuovere l’atavica curiosità dell’uomo verso il mondo animale. E colmare, perché no, qualche imbarazzante gap nozionistico.

Estremamente interessante osservare il comportamento degli animali. Nel gregge ad esempio, preso spesso come esempio negativo sociale, c’è molto ordine e rispetto. Se il sentiero è stretto, nessuna spinge. Si attende il proprio turno, con calma.
Questo è il risultato. Centinaia di pecore, una in fila all’altra senza accalcarsi salgono con calma verso i verdi pascoli delle cime. Significativo, vero?

Quanti bambini che vengono a visitare le nostre malghe, conoscono la differenza tra una capra e una pecora? Da dove viene il latte? E la carne? E il formaggio?

Quante meravigliose opportunità inesplorate dalla relazione col nostro territorio.

Noi, avevamo avviato questo percorso ma la sensazione che viviamo ora è che questo stimolo, la politica lo abbia interrotto. Forse, anche perché, è necessario possedere pregresse sensibilità, verso questo mondo. 

Probabilmente questo accade perchè sono sensazioni difficilmente comprensibili o trasferibili, se non già vissute. Forse è per questo che non sono promosse nella misurata e giusta maniera.