Lega in Trentino. Lasciateli fare, lasciateli lavorare.

Da Michele Dallapiccola

All’inizio del nostro mandato, a noi consiglieri di minoranza veniva spesso rivolto questo appello.

Oggi, dopo due anni di governo leghista in Trentino, questa cosa non ce la chiede più nessuno.

Complici forse, i numerosi scontenti che hanno prodotto le loro azioni di governo

Eppure, avranno provato a chiedersi come migliorare? Probabilmente si, perchè hanno cercato di farsi aiutare nientepopodimeno che da Salvini. Ora che il suo rank nei sondaggi procede al ribasso, hanno cambiato sponsor. Con le quotazioni politiche al rialzo, ecco Zaia!

Ma non sarà che tutto è congegnato per coprire i (mis)fatti locali?

Pensiamo a quante cose sono andate male in questi due anni. Pensiamo solo ai sei ricorsi persi in questi ultimi tempi. Organizzazione della Provincia, aperture/chiusure domenicali, sulla cattura di JJ4, o sulle nuove modalità di assegnazione delle case Itea, tanto per citarne alcuni.

Mi permetto di segnalare tutto questo – e non con poco disappunto – perchè non sopporto l’ipocrisia e le bugie. La lega, racconta di volere il bene dei trentini ma agisce tradendo in pieno questa promessa. 

Mi spiego meglio.

Gli orari festivi dei negozi. Il Trentino non è tutto turistico, anzi no, lo è!

Failoni, l’assessore perplesso.

Se c’era davvero la volontà di migliorare la qualità di vita dei commessi chiudendo i negozi di domenica bisognava mediare, non imporre. Ci sono gli interessi degli utenti e di un’economia di pari passo che vanno tutelati. Altrimenti reagiranno tutelandosi, e come biasimarli? Non è che invece si voleva soltanto carpire consenso in campagna elettorale? 

La non-gestione dei Grandi Carnivori. Ora sono già sei, gli orsi in gabbia in Trentino.

Come con JJ4? Si voleva accarezzare la benevolenza dei clesiani giustamente preoccupati? Altre, sarebbero state le azioni, tutte da mediare con lo Stato. Diversamente? Nessun consenso in più. Prova ne è che a Cles, sotto ai riflettori della locale assessora, la lega non è nemmeno riuscita a mettere in piedi una traccia di lista. Così è andata anche con tutta la gestione Grandi Carnivori con un nulla, dico nulla di fatto sul lupo e con gli orsi consegnati al totale disatteso del PACOBACE. Si è pensato di chiuderli in gabbia.

Adesso ne abbiamo 3 al Casteller, uno a San Romedio e il 5° e il 6° a Spormaggiore! E’ questo il Trentino capace di sapiente gestione naturalistica che vogliano trasmettere? SEI ORSI IN GABBIA

La dannosa delibera sulle case ITEA

Si cercava il consenso dei delusi sulle modalità di attribuzione delle case Itea? Andavano mediate ed individuate nuove modalità di assegnazione, frutto di passaggi amministrativi ragionati e condivisi.

Cavallo di battaglia della lega “gardolotta”, dove il locale leghista in seno al Consiglio Provinciale ha portato a casa una magra figura. In Alta Valsugana a Pergine, anche all’omologo rappresentante per la lega locale non è rimasto che accomodarsi con lo stesso nulla di fatto visto a Cles e a Gardolo. Anzi, ha subito lo smacco di vedere i voti leghisti locali finire – con ogni probabilità – nelle urne a favore di chi, a suon di articoli di fuoco sul giornale, li ha sempre criticati.

La finanza provinciale: a che punto siamo?

E che dire della gestione finanziaria provinciale a dir poco incerta? La mancanza di una decisa assunzione di responsabilità come ha fatto l’Alto Adige, al Trentino ha fatto perdere un treno: l’opportunità di attivare un robusto debito provinciale. Avevamo detto: il debito lo farà la provincia o lo dovranno fare le imprese. Ora che la seconda ondata di crisi da Covid è sempre più manifesta, le nostre possibilità di manovra sono particolare aleatorie.

E della “venetizzazione” dei 5 milioni€ nel loro Ente Sviluppo? Sono finiti nello stesso fosso degli accordi che impediscono una decisa presa di posizione del Trentino riguardo al rinnovo di concessione all’A22 a fianco dell’Alto Adige. Tutti a sud.

Le noie con l’SVP. Rotto un asse strategico per il Trentino.

Non paghi di aver rotto l’asse con Bolzano sul piano tecnico, per farla finita, i leghisti han pensato bene di implementare la rottura portandola a livello politico. Il taglio di rapporti con la SVP nei ballottaggi alle comunali di questi giorni ha fatto davvero scalpore.

I danni all’economia. Non bastava il Covid.

Nel frattempo in Provincia, gli assessori alle attività economiche, nel pieno della crisi da Covid, hanno incominciato a riorganizzare tutti i tavoli della promozione turistica.

Non paghi si sono dedicati a boicottare le decisioni delle Casse Rurali. Pali tra le ruote, prendendo le parti delle compagini minoritarie, sulle progettate fusioni di Trento-Lavis, Rovereto-Riva, ed ora infine sulle Giudicarie. Anzi, tante le contraddizioni dentro a quest’ultimo provvedimento che i tre assessori giudicariesi, al momento di deliberare hanno lasciato le loro poltrone. Con scaltrezza ma non certo inosservati.

Anche nel settore primario, un enorme punto di domanda sovrasta gli investimenti. Non c’è nessuna indicazione precisa di se, né quando, si metteranno nuovi fondi a disposizione del settore agricolo. 

E mentre il bostrico ferisce le nostre foreste molto peggio di Vaia, di approfittarne ed attivare piani di recupero di superfici ad uso agricolo non se ne parla nemmeno. Anzi. In Valsugana, a fronte della cancellazione dei fondi per la bonifica di Villa Agnedo, si progetta uno scempio ambientale, vorace di terreni agricoli. Il raddoppio della statale 47 è previsto con una modalità nuova, mai vista altrove al mondo. Due strade a doppio senso senza spartitraffico centrale, tutte due in mezzo a pregiato terreno agricolo.

I veri interessi della lega oggi.

Ma oggi, tutto questo non conta. Ci sono i ballottaggi da monitorare. E nel cuore dei leghisti ha soffiato forte il vento della nostalgia. Quello di ritornare alle proprie origini, quel luogo calcato per anni alla spasmodica ricerca di firme contro qualcosa: il mercato settimanale. 



E tra una bancarella ed un gazebo, tra un leader nazionale ed un collega di partito stanno cercando di riconquistare la fiducia dei trentini.

Proveranno a raccontare loro che i brutti e i cattivi, ora che al governo ci stanno loro, sono i giudici e la magistratura perché bocciano i loro provvedimenti anticostituzionali. La tecnica è vecchia come il mondo. Si cerca un comune nemico e si colletta il consenso con la promessa di combatterlo.

Sono pochi i comuni in cui si andrà al ballottaggio. Nel frattempo i trentini in queste elezioni comunali si sono espressi.

Piuttosto chiaramente.

Ps: nella foto di copertina un pino malato di bostrico e una bonifica. La giunta per loro ha pensato ad un destino comune: lasciarli alla cura dei proprietari.