L’AUMENTO DELLE INDENNITA’ AL TEMPO DELLA LEGA.

Da Michele Dallapiccola

Questa, per me, è la terza legislatura. Come ad ogni lustro, assisto al ritorno puntuale del refrain che riguarda l’adeguatezza del livello delle nostre indennità di carica. E ancora una volta, la politica ne esce con le ossa rotte.

Questa volta, però si poteva evitare. Si sapeva, tutto, dall’inizio di legislatura. Nel frattempo, l’inerzia di un Presidente del Consiglio regionale ha atteso che le tegole gli cadessero in testa. Ci ha esposto a questo brutto momento di disagio collettivo. Anzi si è pure contraddistinto per ingenuità: ha cercato di dare la colpa a chi c’era prima. Peccato per lui che son già due anni, che è presidente, son già due anni, che sa questa cosa. Son già due anni che una soluzione, la poteva trovare.

Se solo avesse voluto.

Per fare un esempio prima di lui, Rossi e Kompatscher, insieme all’allora Presidente Moltrer, presero in carico il problema nei loro primissimi mesi di insediamento. E mica cifre come queste! Sotto il fuoco incrociato della stampa nazionale – che colpevolmente ignorò che nel resto d’Italia nulla cambiava – venne affrontata la questione vitalizi. Si passarono le forche caudine milionarie dei ricorrenti! Oggi invece, pur al corrente delle iniziative per evitare aumenti – di colleghi di opposizione! – si è preferito tacere. 

Io ho atteso.

Sapevo delle proposte di riduzione già sul tavolo ed ero curioso di sapere se e quando, questo presidente leghista avrebbe risposto. Niente da fare, ancora una volta incompetenza ed inesperienza hanno tenuto banco.

Gli eventi hanno reso nudo, il re.

Con un’aggravante. E’ aumentata la percezione scadimento generale della classe politica e con questa il ruolo del consiglio provinciale. Ed è un peccato perchè tanto si sarebbe potuto fare in direzione contraria. Perchè nonostante i nostri abbondanti 70 anni di AUTONOMIA, sono convinto ci siano ancora molti trentini che a certe domande non saprebbero rispondere.

Qual è il compito di un CONSIGLIERE PROVINCIALE/REGIONALE?

Capire a cosa serva una Giunta è un po’ più facile, ma un Consigliere? Qual è il suo compito preciso? Che cosa produce di concreto?

Penso la colpa sia anche mia, nostra, di chi fa questo lavoro insomma. Passa, ed è passato poco, il messaggio dell’impegno di chi siede in Consiglio. Di lì al non capire a cosa serva l’Autonomia, il passo è breve. 

Il consiglio Provinciale è il nostro Parlamento, il luogo prezioso dove la Provincia Autonoma di Trento costruisce il proprio impianto normativo. Un percorso costruttivo o di controllo fatto di mozioni, interrogazioni, ordini del giorno, emendamenti, disegni di legge, interventi verbali in aula. Tutti prodotti che vanno preparati con impegno intellettuale e di studio.

Si gestiscono i quasi 5 miliardi€ del Bilancio Provinciale. Se si sbaglia, i danni sono in proporzione. Pensate ad esempio alla legge Fugatti/Failoni sulle chiusure domenicali e ai milioni di € che ora le associazioni di danneggiati potrebbero chiedere.

Ad ogni singolo consigliere è consegnata la responsabilità di evitare gli errori e promuovere lo sviluppo. Possibilmente raccontandolo pubblicamente. Al netto delle restrizioni sanitarie di questo periodo, in effetti è un’attività molto apprezzata.

Nella 14° legislatura ad esempio, insieme al collega Rossi, ebbero molto successo una serie di incontri dove raccontavamo del riparto finanziario del Bilancio Provinciale. O in questa legislatura, ante Covid, dove in una decina di serate sempre molto partecipate, abbiamo raccontato della nostra attività normativa a tema “grandi carnivori”. 

Non risponde a doveri di mandato invece, il fatto che un consigliere si presti ad attività di patronato, fornendo contatti o informazioni dentro alla pubblica amministrazione. Son fatti suoi, lo fa per autopromozione, per spirito di disponibilità verso la collettività trentina. E’ un atteggiamento giusto da evitare se strumentalizzato o sovraesposto. Rischia di non venir compreso o peggio di venir malinteso. Non compete al consigliere nemmeno il proselitismo partitico. Deve sempre essere gratuito ed ultroneo rispetto al proprio impiego.

Ma in tutto questo il cittadino come può discernere il valore di un lavoro, al di là delle apparenze? 

Mi sa che ci vorrebbe una sorta di Tripadvisor della politica. Che pure c’è e si chiama voto.  Solo che arriva ogni 5 anni. Per questo nel frattempo va promosso un trasparentissimo sito del Consiglio dove sono riportati ad indelebile memoria, tutti gli atti politici che ciascun consigliere ha prodotto. Fatti che valgono molto più delle semplici presenze in aula. Specie se inconsapevoli come quelle recentemente occorse ad un consigliere di maggioranza nemmeno in grado, in Aula, di spiegare che cosa gli avevano – evidentemente – fatto firmare.

I cittadini non sono esclusi da responsabilità. 

Seguiteli i vostri politici! Seguiteli secondo le vostre simpatie e la vostra inclinazione personale. Ma fatelo. Se vi è difficile farlo di persona, sulla stampa o alla TV, utilizzate il Web. C’è un sito ufficiale e ci sono i social dei consiglieri. Più saranno seguiti, più si sentiranno controllati e nella necessità di dimostrare come meritata, l’indennità che ricevono. 

Sul giudizio dell’attuale amministrazione decideranno i cittadini attraverso il voto. Nel frattempo rimane che l’aumento delle nostre indennità – specialmente ora – è ridondante, sbagliato, senza se e senza ma. 

Una figuraccia che molti di noi non meritano, con un po’ più di competenza e coscienza nel bel mezzo della crisi da Covid, il Presidente del Consiglio Regionale, ce la poteva proprio evitare.