Bilancio ’21-’23. Finito il tempo degli annunci: la Giunta è “nuda”.

Da Michele Dallapiccola

In discussione in queste ore, la proposta di Bilancio Provinciale ‘21-’23. L’ultimo bilancio triennale per intero all’interno della XVI° legislatura. L’ultima occasione per la lega al governo del Trentino di trasformare il proprio pensiero in azione. Tra innumerevoli difficoltà.

Per l’Opposizione è l’occasione di chiedere comprensione per chi sta amministrando Stato e Provincia ma soprattutto di riservare un sentito, greve pensiero a chi sta soffrendo.

Lo richiede la gravità della situazione generata dal Covid perché ciò che sta accanto oggi non è solo un dramma economico ma si configura come un dramma soprattutto umano. E anche la politica DEVE e VUOLE vivere il peso della tragedia delle vite interrotte del perso di malattie e degenze.

Come si sta muovendo la politica? Mano tesa dall’esperienza del passato.

Pur secondaria rispetto alla dimensione umana rimane cogente la questione meramente amministrativa. Pesa come un macigno che ora, chi siede all’opposizione, tanto può aiutare a trasportare. Attraverso la propria esperienza innanzitutto. Quella maturata all’interno delle giunte passate, specie quando hanno affrontato problemi altrettanto gravi, pur dal solo punto di vista economico finanziario. 

Non abbiamo dimenticato Spending review, e Rispetto del Patto di Stabilità. In pochi anni hanno preteso dal Trentino cifre ben superiori al miliardo di €. Sono stati continui i prelievi da parte di tutti i governi che si sono susseguiti in passato, indipendentemente dal colore politico di appartenenza. L’esperienza maturata sul terreno delle trattative con Roma, del fare meglio con meno, sviluppata in quegli anni drammatici dal punto di vista finanziario, potrebbe tornare assai comoda.

Ma ciascuno interpreta il proprio ruolo, secondo un proprio stile.

Come anche l’attuale governo provinciale cerca di fare: a confronto con il proprio tempo, con i propri problemi. A fatica, segna il passo a causa della propria risicata esperienza. Molti suoi componenti sono al primo incarico amministrativo. Anche nell’esecutivo. Lo stesso Fugatti soffre. Lo si avverte osservando la sua mimica o ascoltando il suo piccato tenore nelle risposte al precedente presidente, specie se messo alle corde di fronte alle proprie responsabilità. Non aiuta nemmeno l’atteggiamento vorrei definire “tribale” della sua maggioranza. Applausi in aula consiliare, dopo l’intervento di un presidente da parte della sua maggioranza, non si erano mai sentiti prima. In quest’ottica, ora un po’ sopiti nella frequenza, fanno ancor più sorridere gli epiteti di alcuni. E che dire delle rivendicazioni – urlate – che richiamano quasi ad un “memento mori”. Le elezioni le ha vinte la lega. “Ora comandiamo noi!” hanno spesso gridato. Ma cosa significa vincere? Non certo comandare, men che meno sui trentini. Chi riceve il mandato amministrativo, tutt’al più, ha il dovere di obbedire, a tutti i trentini.

Gradini sui quali è inciampato l’Esecutivo

L’ansia da comunicazione social, innanzitutto. Si annuncia in continuazione, di tutto, prima ancora di verificare tempistica e praticabilità della promessa. Adottando provvedimenti che spessissimo vengono impugnati perché anticostituzionali.

Argomenti? Orso, aperture domenicali, provvedimenti sul personale sono solo alcune tra le “perle” che ci hanno regalato. Le stesse dirette social sull’emergenza Covid, sono state usate, almeno in un primo tempo, per raccogliere like anche con mezzi poco chiari. E che dire del (mancato) impegno finanziario? Non si risolve certo con semplici promesse girando nelle valli. Manca tutta la costruzione di rapporti con solidi mediatori politici e istituzionali, specialmente con il vicino Alto Adige. Si cercano piuttosto a sud attraverso il nesso partitico leghista.

Ma siamo sicuri che al Trentino, dell’organigramma e del valore dei propri esponenti della gerarchia del partito di Salvini, importi qualcosa? 

Qualche esempio di argomenti ai quali prestare ora, massima attenzione.

Ai trentini interessa la trattativa per ottenere la concessione dell’A22. Interessa arrivare ad ottenere una Politica Agricola Comunitaria simile a quella del vicino Alto Adige. Un maggior peso nelle trattative delle politiche regionali con Roma. Tutti  terreni sui quali si dovrebbe ricostruire il rapporto con Bolzano anziché puntare sul Veneto che ha interessi diversi dai nostri. Il “re è nudo”. 

Insomma…

Con il giro di boa del mandato amministrativo ormai alle porte la Giunta sarà costretta a dichiarare quali scelte intenda intraprendere.

Rimandare al prossimo assestamento, al prossimo bilancio, come è successo fino ad ora, potrebbe configurarsi una strategia che ai Trentini, al Trentino, non basta più.