Di fronte alla tragedia occorsa alla povera Agitu, in molti abbiamo sentito il bisogno di scrivere un pensiero. Alcuni anche di agire: con qualcosa di importante. Credenti o meno quali fossero, fino a ieri avevano rispettato un principio cristiano che trovo a dir modo fondamento della nostra cultura: la discrezione.
La carità’ richiede che nemmeno la mano destra sappia cosa fa la mano sinistra. Ad incominciare dai fatti, fino alle parole. Sappiamo tutti, a partire dal sottoscritto, quanto sia facile cadere nella retorica, specie in questi casi. E’ la cosa che anch’io temo di più.
Per questo mi ha colpito il comunicato stampa della giunta provinciale.
Nello scritto, a mio avviso in maniera molto ingenua, si racconta che l’esecutivo si sta occupando in prima persona della questione, quando sappiamo tutti che la provincia non ha strumenti diretti per farlo.
Ma la cosa ridicola secondo me è che mossa dal bisogno di voler metter lo zampino su una vicenda mediaticamente forte, si sforza di raccontare un clamoroso evento. Dopo una settimana, avrebbe mandato i propri (di chi?) Veterinari in ispezione. Questi novelli alfieri avrebbero ricevuto il compito di accertarsi che le capre abbiano cibo e acqua a disposizione.
Dopo una settimana dalla tragedia?
Com’avrebbero fatto a salvarsi finora ottanta povere capre gravide, non ci avesse invece pensato da sola la solidarietà trentina e la generosità popolare? Senza che ci metta lo zampino la politica.
Volerlo fare adesso, e in questo modo, l’ho trovato offensivo per chi fino ad ora se n’è occupato in silenzio.
E la passerella di domani sarà tanto più miserabile quanto più verrà altrettanto pubblicizzata. Diverso sarà se la visita ed il contributo personale, rimarranno riposti in un riguardoso silenzio.
Temo di sapere già come andranno le cose.