Nuovi progetti per un nuovo futuro. Come immaginiamo il Trentino di domani?

Da Michele Dallapiccola

Interrogato su come immagina l’economia locale del futuro, cosa potrebbe rispondere un nostro concittadino trentino? Probabilmente sarebbe portato a pensare che mamma Provincia e tutto il settore pubblico faranno da padroni del mercato del lavoro e dei sogni di molti disoccupati, ancora per un bel pezzo!

Detto tra noi, senza aver tutti i torti. Specialmente considerando che la lega al governo del Trentino ha già iniziato ad assumere in Provincia qualche centinaio di nuovi dipendenti. La scorsa legislatura, per la cronaca, l’organico si era ridotto di circa 400 unità, andate in pensione. Ma se dei dipendenti provinciali, io non posso parlare che bene, ve li ricordate gli slogan dei salviniani quando stavano sotto ai gazebo?

Ma, abbandoniamo la politica e torniamo a quest’intervista immaginaria. Se incalzassimo con le domande e chiedessimo quali sono i settori economici privati considerati trainanti per la nostra terra, probabilmente sentiremmo parlare di turismo, agricoltura, manifatturiero ed artigianato.

Un bell’intreccio di valori insomma. E anche pensando ad un futuro post-pandemia nell’orizzonte temporale del quarto di secolo, è difficile immaginare che uno dei tre settori prevalga marcatamente. 

Dunque l’economia trentina del prossimo futuro, potrebbe non avere segni caratteristici?

Le ricette sul tavolo, si confondono con le opinioni che ciascuno di noi raccoglie, elabora e comunica. Forse, allora, è più facile immaginare che cosa NON potrà essere il Trentino.

Il territorio che noi occupiamo, è infinito?

In una terra di montagna e di boschi come è la nostra, la risposta ovviamente è NO. Nostro malgrado, partiamo dunque con l‘escludere, da straordinaria espansione, turismo e agricoltura che di utilizzo e valorizzazione del territorio, fanno ragione di vita. Eppure anche questi comparti avranno futuro. Il traguardo per loro, sarà migliorare lo stato dell’arte, partendo da obiettive condizioni di attualità.

Eh sì, perché a ben vedere in alcuni tratti anche piuttosto estesi, l’agricoltura ha già acquisito caratteristiche di intensività. A livello turistico poi, Covid permettendo, molte località si trovano già in una cronica condizione di over-tourism. 

La stranezza della terra trentina è che queste condizioni si collocano agli antipodi di altre zone spesso viciniore che manifestano ridotto sviluppo e scarsa antropizzazione. A ben vedere, croce e delizia per il paesaggio non ancora modificato ma nemmeno infrastrutturato. Valli poco attrattive? Sicuramente tanto affascinanti quanto escluse da improvvise sacche di sviluppo per oggettive quanto opportune questioni infrastrutturali e logistiche.

Dunque, cosa potrà attrare, quali attività?

Pensiamo al settore terziario del 2030: smart, digitale, connesso, dentro al quale si può operare da remoto su moltissime attività. Beh, non trovate possa risultare interessante poterci lavorare da un luogo dove l’aria è pulita, il paesaggio è meraviglioso, la criminalità è molto bassa e i servizi sono tutti a portata di mano? E Il Trentino non ha tutte le carte in regola per candidarsi a questo tipo di luogo? E per candidarsi a questa opportunità, non è dunque il caso di  spingere sul miglioramento dei servizi?

Giusto, ma quali? Quelli utili a gestire la burocrazia, innanzitutto. E qui, la digitalizzazione, per le imprese può fare davvero la differenza. A cablare interamente il Trentino e dotarlo di software capaci di sviluppare enorme portanza di carico lavorativo ci si sta lavorando da tempo. Almeno da tre legislature e siamo comunque ancora in ritardo rispetto ad altri luoghi d’Italia per non dire d’Europa.

Nel software non va molto meglio. Ci stanno provando i Comuni con dei begli esempi, ancora spot, ancora a macchia di leopardo.

Eppure manca davvero poco. Metaforicamente solo un po’ più dell’ultimo miglio.

Se questa amministrazione provinciale manterrà fede a quello che va promettendo, proseguirà col lavoro ereditato consegnando entro pochi anni l’effettivo totale completamento della rete della banda larga ad un Trentino all-wired.

La fibra ottica

Sarà il nuovo tessuto nervoso di un organismo sociale le cui membra sono rappresentate dalla dura roccia delle nostre montagne. cuore tecnologico vestito verde acceso, azzurro e bianco come la neve.

Smart, connesso, ricco di servizi digitali. Questo il luogo, dove gli imprenditori del futuro, dovrebbero desiderare di insediare la propria azienda ma soprattutto abitare con le proprie famiglie. Per far crescere dei figli con servizi di istruzione, dal nido all’università, a portata di mano. Per beneficiare di aria pulita, qualità di vita e luoghi di svago fuori dalla porta di casa.

Un luogo dove le regole chiare che solo l’Autonomia può costruire e diritti dei cittadini garantiti dall’autogoverno sono la cifra distintiva della comunità che li ospita.