VACCINO E IMMUNITA’ DI GREGGE: PERCORSO DI PASSIONE

Da Michele Dallapiccola

In principio era il caos: CUP ingolfati, novantenni scorrazzati per tutta la Provincia in viaggi della speranza alla ricerca dell’iniezione salvavita, insegnanti che non sanno più a che santo medico votarsi per farsi vaccinare. Anche in questa operazione, all’apparenza così semplice, il nostro sistema sanitario e la politica trentina che lo governa, hanno mostrato il peggio di sé. 

Eppure anche se il miglioramento nel sistema di prenotazione appare ancora un miraggio, possiamo rallegrarci che almeno qualcosa funzioni. La delibera di aumento di stipendio del bravissimo e capacissimo Dirigente della Sanità trentina è riuscita ad arrivare puntuale anche quest’anno. Come quella dello scorso.

La strada che porta al vaccino per tutti

Scherzi a parte, (l’aumento no, è vero) quella che abbiano davanti è una strada per molti aspetti ancora in salita. Complici fattori, alcuni ad onor del vero, slegati dalle dinamiche tecnico-politiche locali.

E così mentre il “celodurismo” veneto invoca canali di acquisto del vaccino anti-Covid tutti propri, il Trentino, suo “piccolo emulo” di “Sandra-Mil-inana” memoria si accoda ad un annuncio che sa più di fantapolitica che di serietà. Anche la Moratti in Lombardia ci aveva già provato. Qualche tempo fa aveva proposto un criterio di riparto delle dosi nazionali in base al PIL prodotto dalla regione destinataria. Tutto naufragato tra le più feroci critiche bipartisan. Ecco perchè ora, l’acquisto di vaccini in proprio sarebbe davvero sorprendente. Benché il fatto che l’esistenza stessa dell’Italia renda tutto possibile, sarebbe davvero sorprendente se adesso Stato ed Europa permettessero incetta in base alle disponibilità finanziarie locali. 

Come sta procedendo la Campagna Vaccinale

Al netto di queste amene boutade, apprendiamo almeno una buona notizia. A dar manforte al sistema è arrivato anche il brevetto della Johnson & Johnson. Sarà disponibile, pare, entro il prossimo mese. E’ estremamente interessante guardare al numero di vaccini disponibili perché allo stato dell’arte, nella campagna di somministrazione, numeri alla mano, stiamo andando veramente a rilento.

A livello nazionale la seconda dose è stata somministrata pressappoco ad un milione e mezzo di persone entro il primo mese e mezzo dall’inizio delle vaccinazioni. Qualora questo trend fosse confermato – e per fortuna sono sicuro non sarà così – per arrivare all’immunizzazione di gregge di almeno 40 milioni di Italiani ci vorrebbero… 40 mesi?!

L’accelerata che stiamo aspettando a livello nazionale, ci auguriamo arrivi al più presto anche a livello locale. La vaccinazione per questa terribile malattia, al netto dei tanti dubbi che possono sollevare le sue varianti, staglia al proprio orizzonte un dato che da solo porta a far riflettere.

Rispetto alla media sugli anni precedenti, a livello europeo sono morte 450mila persone in più.

Può bastare come argomento di stimolo ad apprezzare l’esistenza di questo utilissimo presidio medico?