Che l’acqua debba rimanere un bene comune non lo certifica soltanto il “forum italiano dei movimenti per l’acqua”. E’ un sentire comune, assai chiaro anche a una terra che valorizza l’acqua in modo trasversale e completo che pochi come il Trentino sanno fare.
Utilizzo civile, agricolo, da parte del settore secondario, idroelettrico senza dimenticare pesca e itticoltura: questi sono i principali utilizzi per i quali è sostanziale trovare un equilibrato punto di valorizzazione. Fatto che solo la politica può garantire. Lo sa l’Europa che cerca un ruolo di garante attraverso la norma sui Deflussi Minimi Vitali. Lo sa il sistema politico amministrativo trentino che per l’acqua legifera.
Anche l’agricoltura – suo malgrado – rispetta queste norme. Nonostante le mille difficoltà. Tra tutte, la peggiore è l’onerosità di dover realizzare impianti che privilegino il risparmio idrico e l’utilizzo responsabile della risorsa. Per questo le zone di montagna, al fine di poter coprire costi di produzione molto più elevati rispetto alla pianura, sono pesantemente sostenute da contributi pubblici.
Cara acqua, benedetta acqua.
Per venire in aiuto al settore, nel recente passato si è utilizzata la legge speciale di sostegno all’agricoltura la numero 4 del 2003 ma soprattutto una misura del PSR la 4.3.3 che prevede adeguati margini di finanziamento. Che la fame d’acqua in campo agricolo sia un problema atavico è noto a tutti. Più in alcune valli rispetto ad altre. La fortunata espansione melicola della Val di Non ne è un chiaro esempio. Anche altrove ci sono importanti necessità dovute soprattutto a uno sviluppo in campo agricolo che non è avvenuto con gli stessi tempi: in Valsugana, ad esempio.
Il quadro delle provvidenze necessarie specie se rapportato alle necessità è drammatico. Una luce arriva da importanti interventi finanziari comunitari supplementari. Pare che si possa sperare che la nuova Politica Agricola Comunitaria ‘21-’28 non calerà rispetto al passato. Complici le risorse anticrisi che l’Europa ha stanziato anche per il settore primario. Non certo l’impegno del governo provinciale.
Ancor più interessante sarà per il Trentino l’opportunità di utilizzare una piccola parte di queste risorse grazie al cosiddetto “trascinamento”. Prima ancora che sia stato definito il quadro finanziario definitivo, si potranno dunque opzionare fondi futuri da utilizzarsi prima della reale partenza della nuova PAC ipotizzata nel 2023.
Sappiamo che – come unico sforzo (?) – la politica trentina sta modificando il regolamento. Lo fa per provare a spiegare dove sta il “cambiamento”, slogan a lor tanto caro. Di fatto riattiverà alcune misure dell’attuale PSR, piuttosto interessanti, ancorché leggermente modificate. In particolare quella relativa agli “investimenti in agricoltura” e al “premio insediamento giovani”.
Non abbiamo invece informazioni relative al fatto che la lega trentina abbia chiesto di anticipare risorse anche per la misura relativa agli investimenti in ambito irriguo.
Nel frattempo, al settore si propone di ragionare su progetti di sistema collocare soltanto in un futuro anteriore. Molto anteriore.
Tante promesse. Qualche speranza?
Insomma, vengono promosse opportunità di finanziamento future ascrivibili all’utilizzo dei Fondi stanziati per il Recovery Fund, fatto come ben sappiamo di difficile attuazione. Benché la giunta provinciale abbia promesso di finanziare una lenzuolata di progetti (come li ha definiti lo stimatissimo presidente di Confindustria dott Manzana) sappiamo in realtà l’unico a venir finanziato sarà l’interramento con raddoppio della ferrovia del Brennero. Ben venga questa manna per lo sviluppo il controllo del traffico e la riduzione dell’inquinamento. Di come sarà gestita invece la partita DMV, nulla è ancora dato sapere.
Speriamo che tutto questo fumo non serva a giustificare mancanze rispetto alle quali la lega trentina, della quale abbiamo parlato anche sopra, non sembra in grado almeno momentaneamente, di offrire risposte.
Nella foto di copertina il lago delle Piazze sull’utilizzo delle cui acque si è da poco riaccesa una mai spenta battaglia tra Cembra ed il Pinetano. Chissà come la gestirà la politica.