Peste suina Africana. Quali sono le azioni di indagine epidemiologica previste sul territorio provinciale?

Da Michele Dallapiccola

La caccia accompagna l’uomo dalla notte dei tempi. Lo ha sfamato per millenni fino ad assumere oggi un preminente ruolo tecnico-gestionale assorbendo anche connotazioni di natura sportiva.

Per questo motivo al giorno d’oggi, è assolutamente invisa ad una fetta molto importante popolazione mondiale. Eppure conserva ancora un suo senso e un suo ruolo soprattutto attraverso la funzione di nuovo elemento della catena ecosistemica.

Un punto di equilibrio difficile ma non impossibile da trovare

L’antropizzazione non può imporsi sullo sviluppo degli animali selvatici né sulla biodiversità. Viceversa la loro eccessiva proliferazione causa danni all’uomo. E’ in questa chiave che i cacciatori, in quanto frequentatori e conoscitori dell’habitat selvatico, contribuiscono a monitorare lo stato di salute degli animali selvatici e a gestirne un equilibrato sviluppo nella popolazione.

La si può amare, la si può detestare (e lo capisco) ma svolta con onestà e correttezza come è per la (quasi) totalità dei cacciatori, rimane un servizio assolutamente necessario alla montagna

Il cinghiale. Specie invasiva, problema in tutta Europa.

Il sovvertimento della catena alimentare con la distruzione dei grandi carnivori ha provocato molti sconquassi in ambiente naturale. Specie nel Vecchio Continente. In questo senso, si comprende ancor di più il valore che può avere una delibera che regolamenti il contenimento del cinghiale. Una delle specie invasive che hanno preso piede.

Da anni il Trentino è all’avanguardia nelle modalità di gestione anche se al miglioramento non si deve porre limiti. Anche noi, recentemente abbiamo preso posizione invitando la giunta a fare altrettanto.

La delibera – molto pasticciata – lascia sul campo numerose scontentezze e qualche pesante perplessità. Lo ha colto la stampa e lo potete leggere a questo link.

Tra i pochi lati positivi c’è tuttavia da segnalare che fa propri i numerosi suggerimenti degli addetti ai lavori, allargando come necessario le maglie del controllo della specie cinghiale, si dice anche per limitare la diffusione della peste suina africana. Che non è, grazie a Dio, una zoonosi; ne abbiamo abbastanza di malattie animali che hanno sviluppato uno spillover sull’uomo. 

La dimensione preoccupante del problema è segnalata a partire da EFSA. A questo link trovate un’interessante esplicazione. Anche i vari Ministeri alla Sanità d’Europa, sono molto preoccupati. A questo link potete leggere le indicazioni di quello italiano.

Così, risulta facile capire che ci sono larghe indicazioni sull’importanza del contenimento della popolazione dei cinghiali per limitare la diffusione della malattia. Trovo molto strano, a meno che non mi sia sfuggito, che la giunta non abbia previsto nessuna attività di indagine se non per i capi che siano morti in circostanze poco chiare. E’ un peccato, perchè alimenta il sospetto che il problema, nella delibera, sia strumento e non oggetto di azione.

Il tutto suffragato dal punto di vista medico. Si fosse ritenuto importante conoscere, penso si sarebbe effettuato un monitoraggio analitico. Almeno a campione se ritenuta eccessivamente onerosa la ricerca a tappeto.

Come possiamo conoscere e capire se non cerchiamo?

L’interessante esempio delle indicazioni della Regione Lombardia.

  • Il cacciatore è un elemento chiave nella lotta alla PSA. Svolgendo un ruolo chiave nel segnalare la presenza di cinghiali morti (sorveglianza passiva) ed eseguendo specifici campionamenti sui cinghiali cacciati (sorveglianza attiva). La tempestiva individuazione della malattia (PSA) può infatti consentire alle Autorità Competenti di attuare in modo rapido ed efficiente tutte quelle misure sanitarie finalizzate a limitare la diffusione e ad estinguere il più rapidamente possibile i focolai. Un tale sistematico approccio permette, in ultima analisi, una più veloce revoca di tutte le restrizioni sanitarie ed economiche che la normativa prevede in tali casi, anche nel settore venatorio, turistico e ricreativo. Il cacciatore deve segnalare TUTTI i rinvenimenti di cinghiali morti alle autorità competenti (Polizia Provinciale e ATS). Tale segnalazione permette il successivo immediato conferimento delle carcasse ad una delle Sedi territoriali dell’Istituto Zooprofilattico delle Lombardia e dell’Emilia-Romagna (IZSLER) per le analisi del caso. Deve altresì segnalare la presenza di cinghiali con comportamenti anomali. Sorveglianza attiva Tutti i cinghiali abbattuti per motivi di caccia e/o contenimento della popolazione devono essere sottoposti ai seguenti campionamenti:  60 grammi di muscolo (pilastri del diaframma o massetere).  Provetta contenente 10 ml di sangue.  Testa Se possibile, inoltre, la corata completa (cuore, polmoni, fegato, milza, pacchetto intestinale e testicoli) ed ectoparassiti.

Infine, siamo stati costretti a depositare un’interrogazione

Come Gruppo Consiliare PATT abbiamo voluto chiedere alla giunta se siano previsti interventi interventi di analisi virologica anche a campione per valutare la presenza dell’Asfivirus della PSA sul territorio provinciale.