La carne è dannosa e gli allevamenti sono inquinanti. Mah?

Da Michele Dallapiccola

Parte male il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani. Alla “Conferenza preparatoria della Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile”, nei giorni scorsi, non ha risparmiato critiche all’universo della zootecnia e in particolare alle diete basate sul consumo di carne.

Il neo Ministro esprime preoccupazione per l’agricoltura intensiva. E cita il caso di chi consumi troppa carne e a quali rischi vada incontro.

Ma a ben pensarci chi, oggi, consuma troppa carne? Chi ne ha voglia di farlo? E c’è pure chi non se lo può permettere. Ma soprattutto, quanta carne alla brace mangiamo? Perché è questa il vero vettore di idrocarburi poliaromatici ciclici: i componenti cancerogeni che si sviluppano con la combustione. E così continua consigliando di assumere più proteine vegetali. Come se a produrre non si consumasse suolo o territorio. E prosegue sciorinando dati che non si accompagnano alla realtà italiana e locale, quanto piuttosto a modalità utilizzate previamente e all’estero.

La filiera della carne, eterna imputata, eterna colpevole. Ma conosciamo quello che critichiamo?

Ovviamente, pur di accarezzare il consenso dell’elettorato salutista vegetariano ha sollevato un polverone di polemiche soprattutto nella filiera delle carni italiane a giudizio di molti evocata ingiustamente e altrettanto ingiustamente assimilata ad altri modelli zootecnici. Inciampando in una serie di luoghi comuni sul consumo della carne. A QUESTO LINK, anche se non recentissimo, alcune considerazione estremante sensate che da medico veterinario consiglio di leggere.

Sono intervenuti molti rappresentanti delle filiere. Come potete LEGGERE A QUESTO LINK, ciascuno a tirare acqua al proprio mulino. La verità è che l’allevamento italiano è maggiormente controllato rispetto a quello straniero. E lo è ancor più quello trentino.

Cosa può fare il singolo coscienzioso cittadino?

Molto più di quanto si possa pensare ad un primo acchito. I primi tutori della nostra salute però siamo noi. Non ascoltiamo ministri poco attenti all’equilibrio delle affermazione e alla conoscenza delle cose.

Già da domani cerchiamo con maggior determinazione la carne trentina dal nostro macellaio di fiducia. Che si tratti di una bottega storica che di un supermercato.

Solo così saremo i primi tutori della nostra salute. Solo così ci faremo del bene all’insegna del poco, – non necessariamente – ma buono. Assolutamente.