Il disagio degli esclusi attraverso 400 atti politici

Da Michele Dallapiccola

Il sazio non pensa per l’affamato. Quanto è vero, nella società di oggi, uno di quei proverbi che ci tramandano i genitori? Ed è anche un distillato di disagio sociale che l’incarico di oggi mi permette di vedere, di intercettare e soprattutto, obbliga a comprendere.

E’ una posizione difficile quella degli Autonomisti di oggi. Dai banchi di opposizione o di controllo che dir si voglia, il nostro gruppo consiliare, non ha tra le mani le redini della macchina provinciale. E chi sta governando -male a mio avviso – conduce la nostra terra attraverso la tempesta di questa crisi, ossessionato dalla ricerca di consenso. 

Fa fatica il governo locale a dar soddisfazione alle tante richieste di aiuto.

Indecisi, sul capire cosa potrà dar loro più lustro elettorale, gli amministratori provinciali preferiscono prima attendere i provvedimenti di Roma. Pur coi soldi “sul conto”. A QUESTO LINK POTETE LEGGERE LA NOSTRA RICHIESTA PER SAPERE QUANTI SONO. Intanto, molte categorie stanno soffrendo. I piccoli imprenditori, i commercianti, gli stagionali specie del turismo, guardano con disperazione fuori dalla finestra, bloccati in casa dal lockdown e dall’assenza di lavoro. E per loro la situazione psicologica è straziante.

Intanto, un consigliere di minoranza può comunque far molto per cercare di meritarsi il posto che occupa. 

Rispondere alle persone. 

Esser disponibili per chi ci contatta, per qualsivoglia motivo ed innanzitutto. E questo è una atto dovuto valorizzare a favore della collettività quella platea di relazioni ed esperienze maturate. Possono essere vastissime per chi le sa e le vuole cogliere ed imparare

Controllare chi governa.  

Seguirlo, tallonarlo, leggerne ogni suo atto prodotto. Cercare di anticipare l’informazione, costringere chi governa a rimanere alla berlina, trasparenti davanti ai cittadini. 

Predisporre leggi, documenti, mozioni ed interrogazioni.

Questa settimana abbiamo depositato l’atto politico numero 400! Così è stato per ogni giorno, dal lunedi al giovedi, da quando siamo stati eletti Lo abbiamo fatto con coscienza e cognizione di causa. A QUESTO LINK TROVERETE L’ARCHIVIO DI TUTTA LA NOSTRA ATTIVITA’ IN CONSIGLIO PROVINCIALE. Perché chi amministra oggi, deve sentire la pressione degli esclusi, di chi ha perso lavoro, affetti, certezze, serenità verso il futuro. 

Un domani cambiato, parte in maniera davvero imponderabile. 

Ci pensavo l’altro giorno. Mi piace leggere testi di saggistica piuttosto che di economia o di sociologia. Lo faccio col mio ritmo, un po’ lento, per il poco tempo libero che concede il mio lavoro, ma li colleziono impilandoli accanto al comodino. Ebbene, l’altro giorno ne osservavo i titoli, quelli stampati fino all’inizio dell’anno scorso. Provavano a prevedere il futuro, a ipotizzare la società del domani. Sono improvvisamente diventati carta straccia. Nessuno sa cosa ci aspetta per i prossimi 4 o 5 anni. Perché potrebbe essere questo il tempo necessario per tornare ad una nuova, ritrovata normalità.

Invece, tanta sofferenza, tante vite e tanti errori saranno passati invano se quella società non sarà almeno un po’ migliore di quanto non lo fosse prima del Covid. Chi governa dovrà farsi carico di provarci, E noi saremo un attento stimolo.

Ecco a cosa può servire il nostro gridare, talvolta poco compreso, talvolta fastidioso.