L’AGRICOLTURA HA SETE

Da Michele Dallapiccola

Non solo di acqua ma di finanziamenti per nuovi impianti irrigui. Insieme alle eccellenze melicole, lo chiedono le zone emergenti della viticoltura specie quella di “ritorno”

L’esempio del Consorzio di Miglioramento Fondiario a Civezzano

In queste foto osserviamo il bell’esempio di alcuni siti recuperati a Civezzano. Fu, su iniziativa della lista Cives – che da allora amministra Civezzano – che vent’anni fa il CMF locale intraprese il percorso di realizzazione di un nuovo impianto irriguo nella zona di Seregnano.

Nonostante alcune persone che non capissero, nonostante le accese opposizioni, oggi possiamo beneficiare di un impianto che è già diventato insufficiente. Eppure ha permesso ottime azioni di recupero fondiario, con risultati economici ed ambientali davvero entusiasmanti. Complice anche il grandioso traino del Trentodoc. Un brand che, accompagnato anche da un minimo investimento pubblico, macina oggi record e soddisfazioni di profilo internazionale.

Le risposte della politica, assenti per tutta la Provincia

Ho citato questo umilissimo esempio perché  rappresenta il più convincente motivo a spingere la politica a  crederci di più. Troppo incerta l’azione della politica provinciale in campo agricolo, troppo sfumate le notizie che riguardino il rifinanzieranno della Misura PSR 433-irrigazione.

Un bell’esempio di zootecnia… alternativa

Il Trentino agricolo ha sete ed è necessario che il primo movens parta proprio dal sostegno di questi investimenti. Sono così fondamentali che la loro assenza costringe la remuneratività degli investimenti a rimanere un miraggio.

Che possa lo spirito positivo spingere la politica ad agire, che la voce degli agricoltori anche dei più piccoli, possa arrivare forte a chi governa dietro mille scusanti. Che in questo momento, più che navigare a vista piuttosto appare ancorato alla rada.