Gelate e cambiamento climatico. Serve un cambio di approccio alla difesa?

Da Michele Dallapiccola

Politica, contadini e consumatori: il “Generale Inverno” ci mette tutti sullo stesso piano. Siamo già in primavera, ma dal lontano nord, egli lancia ancora strali attraverso i suoi venti gelidi. E noi, increduli, usciamo di casa con la giacca a vento.

Il dramma si consuma in campagna.

Sui media passano spaventose le immagini degli impianti ghiacciati dai sistemi antibrina. Sono le immagini suggestive dei pochi fortunati a possederli. Così come sono affascinanti le fiammelle accese tra i filari, mutuate da altri luoghi europei dove le bizze del tempo sono una costante. Ovunque il fatto comune, il danno vero. Che è subdolo. Non si vede e non si può comprendere se non lo si vive in prima persona. Ecco perché insieme alle intemperanze del clima vanno comprese le lamentazioni dei contadini.

L’assicurazione? Non basta più.

Va chiarito che si tratta di stati d’animo di persone che vogliono bene al proprio lavoro. Dunque non c’è niente di peggiore del veder sprecato sudore, fatica e ben di Dio, anche se nella maggior parte dei casi le produzioni sono assicurate. Il grande lavoro fatto negli anni, soprattutto dalle amministrazioni passate grazie alla collaborazione con i Sindacati Agricoli e con Codipra ha permesso di arrivare ad assicurare un valore complessivo che (credo di non sbagliare) va ben oltre i 350 milioni di euro. L’ultima PAC, ci ha visti più che raddoppiare nel tempo i 20 milioni€/anno ottenuti fino al 2013. Si tratta di un contributo europeo che serve per ridurre il peso economico delle polizze. E spostato su un canale finanziario maggiormente garantista delle quote assegnate. Ancor più lo ha fatto il Trentino organizzando parallelamente al sistema assicurativo anche quello che recupera un ristoro dei danni da un sistema mutualistico. E’ un grande vantaggio perché in prospettiva il Trentino potrà affiancare la propria capacità economica e gestionale alle trattative finanziarie con Stato e Bruxelles.

Se vuoi pace, preparati… al cambiamento climatico

E’ sempre più evidente che le bizze del tempo faranno parte del nostro quotidiano. Solo a mia personale memoria negli ultimi 10 anni fatti analoghi si sono verificati almeno 5 volte. L’ultima, più spaventosa, è quella del 2017. Probabilmente non andremo molto lontani per quantità di danni nemmeno quest’anno. Questo scritto raccoglie le preoccupazioni di molti. Me lo segnala pesantemente anche la mia Collega Paola Demagri, particolarmente coinvolta per questioni di cuore e territorio. Per questo con lei predisporremo degli atti politici all’uopo da sottoporre anche all’attenzione del nostro Partito.

Che cosa si può fare ancora

Ci rivolgeremo a chi oggi amministra la PAT. Non si deve dormire sugli allori dei risultati già in cassa. Non è sufficiente fare spallucce pensando che nel prossimo assestamento si potranno compensare molte cose. Potrebbe esserci bisogno di un intervento particolare per gli stagionali proprio come fu nel 2017. Se siete curiosi o volete rinfrescarvi la memoria su cosa fece la Provincia nel 2017 APRITE QUESTO LINK. Troverete alcuni articoli di allora

Ma un’azione consideriamo sostanziale in questa lotta. Lei, la granitica FEM, la Fondazione dalle mille risorse. Va stimolata, aiutata, incoraggiata a perseguire il raggiungimento degli obiettivi che erano stati attivati attraverso i PEI. E’ un acronimo che si riferisce a Partenariato per l’innovazione. In pratica un progetto finanziato da appositi capitoli del PSR per costruire progetti innovativi. Ebbene, ormai oltre un paio d’anno fa uno di questi bandi fu assegnato proprio per studiare forme innovative di gestione delle gelate. Ventoloni ad aria, impianti tecnologici specifici piuttosto che lo studio di varietà resistenti alle gelate. Operazioni che dovranno essere messe nel conto dell’Agricoltura 4.0

Questo descritto sopra è uno dei tanti esempi di esempio concreto che suggeriamo costantemente a chi abbia voglia di ascoltare. Perché la tanto cara sostenibilità, che è un sostantivo generico e indefinito costantemente nella bocca della giunta, – di fatto – riconosce numerose declinazioni pratiche e concrete, delle quali non si parla mai.