E’ primavera e con la natura si risvegliano anche gli orsi. I lupi riprendono le predazioni degli animali domestici, appena ammessi al nuovo pascolo.
Intanto nel campo delle nuove regole per la loro gestione, senza nulla di concluso, si è lasciato passare un altro anno. Il terzo, ormai dalla data di insediamento della lega al governo del Trentino. Era il 9 luglio 2018 quando il Consiglio Provinciale approvò la legge sui grandi carnivori. Da allora, il Trentino sarebbe potuto diventare un laboratorio, una Provincia pilota, specialmente rispetto a Bolzano e al Veneto, dove lupo e orso si sarebbero potuti gestire con innovazione e responsabilità.
Novità nel controllo. Non in Trentino.
La questione è ritornata alla ribalta in questi giorni grazie alla spiccata propensione del Veneto a non sedersi. E’ notevole la loro attitudine a cercare strade innovative benché l’ordinamento regionale non permetta le stesse opportunità che sono possibili da noi.
Stiamo parlando di un progetto innovativo per radiocollari da adattare ad animali confidenti sperimentato proprio nella Regione vicina. Non fosse stato stoppato dall’attuale politica, il dispositivo avrebbe potuto trovare luce anche in Trentino. Tra difficoltà tecniche e lentezza, posso testimoniare che FEM portò avanti un analogo progetto anche da noi avviandolo già nel 2015 senza mai portarlo a termine. A QUESTO LINK trovate l’articolo completo.
E la gestione a livello locale come procede?
Sullo sviluppo di piani di gestione, la politica avrebbe potuto farsi forza della grandissima esperienza del nostro Servizio faunistico e forestale che pure i piani li ha predisposti e presentati. Grazie o a causa, dell’esperienza maturata in ambito orso, avrebbe potuto mettere a disposizione della popolazione molti più incontri di informazione rispetto al nulla che è stato fatto finora. Invece durante questi tre anni, si è provato a risolvere il problema in un modo che in termini di metafora corrisponde al nascondere la polvere sotto il tappeto.
Lupi lasciati a se stessi, orsi in gabbia senza capo né coda.
Si è pensato che ingabbiare orsi sarebbe stato semplice ed avrebbe lasciato pulita la coscienza. Il risultato è stato doppiamente fallimentare per due motivi.
Da un lato ha provocato numerosissime proteste che se ai Trentini sanno di ridicolo, a Roma sono comunque arrivate. In secondo luogo, proprio da chi criticava come inutili le spese di gestione sono stati buttati più soldi per insabbiare il problema con crudeltà in un anno, che quanto è costato tutto il progetto orso fin dalle sue origini.
La verità è che l’attuale amministrazione provinciale dalle fila dell’opposizione, da sotto ai gazebo, si è sempre proposta come molto risoluta a risolvere il problema con gli abbattimenti. Ora che è al governo, si limitata a salire sui palchi delle proteste pubbliche dei contadini, cercando qualcun altro da incolpare.
Ora sta per partire la bella stagione coi lupi sempre più prolifici e il concreto rischio che si ripresenti un nuovo orso confidente. Col sistema che hanno avviato cosa diranno ai pastori arrabbiati o dove metteranno il prossimo orso particolarmente dannoso?
Nella foto di copertina un esemplare di 298 kg “collarato” dalla Provincia qualche anno fa.