Voglia di libertà

Da Michele Dallapiccola

L’opportunità di contattare la cittadinanza in qualità di consigliere Provinciale nel seguire alcune problematiche, offre l’occasione di percepire il sentire comune delle persone.

C’è una grandissima preoccupazione per i contagi ma di gran lunga ancor di più una gran voglia di libertà. Non riguarda soltanto gli operatori e gli esercenti bloccati dal lockdown ma l’intera popolazione.

I dati scientifici cominciano a contribuire a scenari positivi.

Tra tutti sicuramente l’annuncio di Bourla l’amministratore delegato della Pfizer che trovate a QUESTO LINK:

“In questo trimestre consegneremo oltre quattro volte di più di quanto abbiamo fatto nel primo trimestre: 250 milioni di dosi, dopo averne date 62 fino a marzo”.

J. Bourla AD Pfizer 15 aprile 2021

E’ forse il lato più rassicurante che rende solide le previsioni che portano il governo nazionale e di conseguenza anche l’acciaccato governo Provinciale Trentino a pensare a delle graduali riaperture. In Provincia proviamo timidamente ad anticipare di qualche giorno ma solo all’aperto. Dal 26, cioè il lunedì successivo, a livello nazionale si dovrebbe poter cominciare a riprendere a pranzo ma soprattutto anche a cena. Incrociamo le dita!

Le cose procederanno ne migliore dei modi in relazione all’aumento del numero delle persone vaccinate. Pare non sia sufficiente e per questo si sta pensando a nuove modalità d’approccio alla circolazione. La novità più significativa potrebbe essere il modello che si richiama al Green Pass europeo. A QUESTO LINK trovate spiegato di cosa si tratta.

Un pericolo che è ancora tra noi

Molto dipenderà dalla capacità della popolazione di non dimenticarsi che il virus è ancora presente, che circola ed è ancora molto pericoloso.

Distanziamento, disinfettante e mascherine saranno fondamentali per contribuire alla buona riuscita di un piano vaccinale che sta cominciando a entrare nel vivo.

Il resto lo farà l’approccio facente riferimento ad una rigorosa educazione civica. E diciamolo pure che in questo, il nostro essere in fondo, in fondo italiani, non aiuta di certo. Proviamo a sforzarci di ricordarlo.