Gestire il turismo nel pieno della crisi. Che responsabilità!

Da Michele Dallapiccola

Diciamocelo, che le minoranze da sempre apostrofino chi governa di gestire gli incarichi pubblici come un poltronificio, non è né un mistero, né una novità.

Digitate nel Web, è zeppo di esempi, attuali e passati, locali e nazionali. Nemmeno io son riuscito a sottrarmi a questa tentazione. Non prima di aver constatato un elemento di giustificazione che va riconosciuto a chi sta governando in Trentino ora. Nella generalità dei casi si tratta di persone alla loro prima esperienza di governo. 

Circondandosi di persone affini, le “acque” appaiono sempre più calme di quelle che sono. (lago di Lagolo)

A ben vedere tuttavia, inesperienza e ingenuità non li hanno distolti dal seguire la tradizione che anche loro tanto criticavano. Son finiti ad occupare tutti gli incarichi possibili con persone di fede politica affine alla loro. Dunque, fin qui, nulla di strano né tanto meno di fuori luogo. Loro però non son fermati qui. L’autonomia speciale del Trentino l’hanno usata per crearne anche di nuove, “poltrone”. E non mi riferisco ai luoghi dove la democrazia è stata forse meglio interpretata: i “Tavoli” delle varie consultazioni. Dagli Stati generali della Montagna, alle consultazioni per l’agricoltura: tutte ottime iniziative. Vi fossero arrivati con qualche loro idea originale, il risultato sarebbe stato ancor migliore. Pazienza. Ma è nel turismo che la lega è senz’altro riuscita a dare il meglio di sé. Attraverso la riforma del comparto si è costruita un’ottima opportunità. 

Un consiglio di amministrazione nuovo di zecca.  

Dal punto di vista della democrazia potrebbe sembrare un successo che in parte mi sento anche di approvare. Del resto questo assetto non è altro che la restaurazione di qualcosa che esisteva già all’epoca di Dellai. E le categorie ne hanno sempre dichiarato la nostalgia. La Giunta Rossi però lo trovò già rimosso e così si procedette. Si badava di più all’agilità ed ai risultati. Per controbilanciare, ai tempi, la politica si era assunta la responsabilità di non portare avanti nessuna iniziativa che non fosse stata prima vagliata, filtrata ed integrata dal cd. Tavolo Azzurro e dai Tavoli tematici, formati dai rappresentanti delle varie categorie. 

Dov’è il problema allora, vi starete chiedendo?

Anche le migliori scelte possibili non sono mai scevre da sbavature più o meno pesanti. In questo caso mi riferisco alla mancanza di rappresentanza. Prendete il caso dell’Alto Garda.

(Torbole e l’Alto Garda)

L’Ambito più significativo del turismo Trentino, quello forse più generoso nel contributo finanziario al sistema attraverso la raccolta delle tasse generali e di soggiorno? Rischia di rimanere isolato, un po’ fuori dai giochi insomma. E che dire del settore extra alberghiero? In termini di presenze e di capacità ricettiva rappresenta l’altra metà del cielo turistico Trentino. All’appello mancano anche loro.

(Rifugio SAT “O. Brentari”. Cima d’Asta)

Campeggi, rifugi, appartamenti, residence, agriturismi, una selva di posti letto che dovrà nutrire soprattutto la propria fede. In questo nuovo consiglio di amministrazione, la fortissima trazione “solandra” si troverà a dover gestire il turismo trentino al culmine della crisi peggiore che a memoria d’uomo il settore ricordi. 

(Best Ledro Camping. Molina di Ledro)

Chi governa si sta assumendo un’enorme responsabilità. 

Ed io, devo dirlo, sono fortemente preoccupato per loro. La promozione e marketing turistico in Trentino valgono quasi 50 milioni di euro! Non pensate anche voi che andrebbero spesi da chi ha ricevuto la responsabilità di farlo attraverso il voto? E agire diversamente rispetto a questo schema non appare forse quasi come un abdicare da parte della politica alle proprie responsabilità!

Amministrare patrimoni, anche naturali, come questi in Trentino, non è assolutamente facile.
(Il ghiacciaio del Mandrone e la nascita del Sarca)

Insomma una serie di defiance, forse meditate forse appartenenti ad un rischio calcolato. Del resto a nomine diciamo non perfettamente riuscite questa giunta ci ha piuttosto abituati. Tra giornalisti presi a lavorare su ordine della lega romana, segretari particolari dal passato piuttosto discutibile e incarichi amministrativi a persone dal curriculum inesistente, per una volta ci troviamo di fronte a brave persone preparate. 

Peccato che si troveranno ad affrontare una sfida grande davvero molto più grande di loro, che forse in un momento così burrascoso doveva avere il coraggio di gestirsi la politica, quella che i cittadini hanno scelto ormai già tre anni fa.

In copertina la salita al Rifugio Sette Selle. (Palù del Fersina)