Ristori Provinciali. Si muove qualcosa?

Da Michele Dallapiccola

Anche il Trentino finalmente batte un colpo. Pur con approccio diverso e tardivo rispetto ai cugini altoatesini, la giunta trentina ha finalmente predisposto un suo ddl di ristoro alle perdite della crisi. Sono Misure di sostegno connesse all’emergenza da Covid.

Come al solito il procedimento però parte un pò sgangherato. Talmente pieno di lacune da arrivare in commissione come una specie di scatola vuota. In pratica la lega sta aspettando l’autorizzazione a procedere. Eppure, le risorse si sarebbero potute anticipare da spese del secondo semestre dell’anno. Quest’ultime si sarebbero coperte in un secondo momento, ad avanzo accertato. 

E’ un po’ complicato da spiegare ma ad attendere, come finora è stato, è come tenere bloccati 200 milioni€. Già a gennaio la nostra esperienza amministrativa ci aveva portato ad immaginare che le cifre in ballo sarebbero state queste. L’avevamo detto e per tutta risposta la giunta si era affrettata a smentire, tra l’altro in maniera molto maleducata. A questo LINK L’ARTICOLO dove mi chiedevano se ho ho la sfera magica?

Dove sono i soldi?

Certo questa legge avesse contenuto cifre, fondi, soldi, stanziamenti, come li si voglia chiamare sarebbe stata sicuramente più apprezzata. Le audizioni ne sono state la dimostrazione. Pochissimi commenti con la commissione interrotta più e più volte perché gli interventi, non avendo nulla da commentare, terminavano molto prima del preventivato. Tra i più propositivi ci sono stati forse gli imprenditori agricoli. Attraverso le loro parti sociali in maniera molto educata e circostanziata hanno elencato i punti dove gli interventi di aggiustamento risultano particolarmente necessari.

Emergenza lavoratori stagionali, scuola, salute e ricettività in generale. Ma non solo…

E’ stata fatta menzione del settore vitivinicolo e di quello lattiero caseario. Sono i comparti dove si più respira più il presagio che la forte crisi. Poteva essere altrimenti? In effetti su di loro l’onda negativa si abbatterà con un’oscillazione più lunga. Le fasi iniziali e centrali del lockdown sono state egregiamente tamponate grazie alla GDO che a tal proposito ha fatto tantissimo. Ora però assistiamo ad una serie di problemi legati principalmente alla mancanza di un’intera stagione turistica.

Innanzitutto, la salute dei bilanci delle latterie è solida ma non solidissima. A garantire, solo ragionieristicamente, ci sono le giacenze, specie di formaggi stagionati. Questo governo provinciale, intanto, ha fortemente ridotto anche i contributi settoriali. Sul loro futuro incombe la preoccupazione di una più stringente applicazione del regime del de minimis. 

Anche sulle cantine specie di piccola dimensione non si può certo dire che splenda il sole. Senza contare che a causa del lockdown sono mancate anche tutte le manifestazioni fieristiche che rappresentavano grandissime opportunità.

E stride ancor più il confronto con il Veneto. E notizia di questi giorni che la Regione voglia investire quasi 40 milioni€. A QUESTO LINK trovate l’articolo relativo. Uno schiaffo alle cantine trentine se lo relazioniamo ai miseri 500 mila€ che la PAT ha inserito in questa proposta di assestamento.

Per questi motivi, riteniamo assolutamente necessario dar corso alla proposta delle parti sociali intervenute nel dibattito. Richiedono l’implementazione di questa cifra di 1 milione€. A questo riteniamo fondamentale aggiungere almeno un altro milione€ sul lattiero caseario. Potrebbero essere utilizzato grazie agli indirizzi della Trentino Marketing. Il suo CDA, nuovo di zecca, potrebbe sorridere al mondo contadino con quest’ottima partenza di benvenuto avviandosi col piede giusto.

Si potrebbero finalmente apprezzare i primi risultati della collaborazione tra turismo e agricoltura, come fin qui non è ancora stato.