Tre considerazioni per provare a tenerci lontano da un triste destino dove ad andare male non è stato qualcosa di locale.
Ma non distantissimo da noi, però. Cosa sia successo ed abbia mandato in declino questo luogo, non lo so. Il suo aspetto odierno però è sicuramente figlio di una storia intricata. Eppure di magica atmosfera qui, a Bagni di Mezzo in Val d’Ultimo se ne respira tanta.
Una storia che parte da lontano in un’epoca in cui qui non era ancora Italia. Ed i regnanti del nostro caro, indimenticato Impero, attraverso le loro frequentazioni, accarezzavano l’orgoglio anche delle località più lontane.
In Val d’Ultimo la principessa Sissi ci viene 3 volte. Ma ospiti della località furono anche il Cancelliere Bismarck ed i fratelli Mann. Ci si curava in questi luoghi, quando ancora la vacanza era per poche persone. E il termalismo probabilmente lo era ancor per meno.
Intendiamoci, quello che ho rappresentato sopra non ha nulla a che vedere con il vero sviluppo delle Terme in Alto Adige oggi. In un certo senso hanno fatto scuola in tutta Italia. Centri pubblici e privati, costruiti con rara maestria dagli artigiani locali. Sono la gioia di milioni di persone ogni anno. Proprio per questo il Trentino non può e non deve essere da meno.
Proviamo a capire insieme come.
Oggi, il termalismo deve essere per tutti.
I tempi sono cambiati e il benessere, il wellness, lo stare bene sono tra i diritti fondamentali della nostra società. Anche in un momento di crisi profonda, come quella causata dalla pandemia in questo attuale momento.
Nel termalismo la Provincia crede, ci ha sempre creduto tanto. Nello scorsa legislatura, oltre all’assetto normativo e organizzativo in questo settore sono state investite alcune decine di milioni di euro.
Sono state la migliore e più tangibile dimostrazione che la politica nutre fiducia nella risorsa Acqua. I pesanti impegni finanziari, riservati alle ristrutturazioni non hanno precluso di sostenere ricerca e promozione.
Il futuro sarà spingere per una sempre più completa integrazione con il territorio.
Condizione necessaria rispetto ad un tempo dove, da sole, le terme potevano essere concepite come destinazione di vacanza. Oggi si collocano come base di benessere intorno alla quale ricostruire il proprio spirito ed il proprio stato d’animo. Consolidare l’aspetto sanitario ma migliorare la collaborazione con le varie località del territorio, sarà decisivo.
Sarà necessario ampliare l’offerta, integrarla, diversificano: raccontare la storia, come provavano a fare in val d’Ultimo già il secolo scorso, abbracciare la cultura, locale ed internazionale in un co-marketing con le nostre strutture museali e favorire l’approccio con l’ambiente naturale trentino anche grazie all’enogastronomia.
L’agroalimentare è un ottimo elemento attrattore per la nostra offerta turistica. Di qui la connessione agricoltura-turismo, che funziona benissimo anche se il soggiorno è principalmente per motivi termali. Il cruscotto del management del turismo deve ospitare i comandi di queste braccia operative, con pari dignità.
Finora, a provocare ritardi, la burocrazia ci ha messo del suo (a mio avviso fin troppo). Il Trentino del turismo termale, e non solo come abbiamo visto, ha esaurito le sue riserve. Non solo di pazienza.