Recovery fund – Recovery Plan – PNRR: che paroloni!

Da Michele Dallapiccola

Se un merito questa crisi lo ha avuto è stato quello di dimostrare che l’Europa esiste. Lo ha fatto dopo un periodo dove da madre padrona imponeva blocchi a scostamenti di bilancio, direttive e vincoli sempre mal digeriti.

Al Covid ha reagito però con il più tangibile dei sogni. Quello lasciato dal denaro. Dei 750 miliardi previsti dall’Unione Europea, sono destinati all’Italia 209 miliardi di euro, suddivisi tra 82 miliardi di sussidi e 127 miliardi in prestiti.

Questi stanziamenti prendono il nome di Recovery Fund e sono il fulcro del Piano per la ripresa dell’Europa. Queste risorse finanziarie, parte a fondo perduto e parte sotto forma di prestiti supporteranno la ripresa dell’economia degli Stati membri dell’UE.

In Italia, il piano per gli investimenti da realizzare con i fondi europei, detto anche Recovery Plan, è stato rinominato Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).

Il Consiglio dei Ministri ha approvato il PNRR nella notte tra il 12 e il 13 gennaio 2021. Il testo del Recovery Plan stabilisce gli indirizzi principali che dovranno essere fulcro dell’attuazione in Italia, anche del Programma Next Generation EU. In questo caso parliamo di un ulteriore capitolo che implementa di qualche decina di milioni di € i fondi sopra nominati.

Il ruolo delle Provincie Autonome al concorrere a queste spese di investimento.

A tal proposito, la scorsa settimana il Ministro all’economia Daniele Franco ha incontrato i presidenti delle due Province Autonome di Trento e Bolzano.

Al suo ritorno da Roma, il Presidente trentino ha poi rilasciato un’intervista ad un quotidiano locale dai contenuti a dir po’ inquietanti. Si afferma che tra le opere finanziabili con queste risorse vanno escluse le opere stradali ed infrastrutturali. Per intenderci le varie reti e servizi.

La grande delusione

Ora, non è mistero che la giunta leghista e suoi consiglieri di maggioranza non abbiano pestato palmo a palmo, ogni fazzoletto di terra della nostra Provincia promettendo di attingere a finanziamenti dal Pnrr.

Per ogni località, la tanto sognata variante, l’attestato svincolo, l’utopico collegamento funiviario. A questo punto, si tratta di promesse completamente prive di fondamento e che vanno assolutamente smentite. Certo, i media ci mettono del loro, ma coi titoli dei giornali non va bene illudere le comunità. A questo link un esempio.

Lo si poteva immaginare

Tutti abbiamo memoria delle giuste considerazioni in Commissione Bilancio del Consiglio, delle parole del Presidente di Confindustria trentina dott. Manzana. Stimolava verbalmente la giunta a presentarsi al Governo romano con maggiore concretezza. 

La lega al ministro ha promesso efficienza. Capiamo tutti che è stato un anno difficile a causa del Covid. Senza scomodare esempi lontani – però – citiamo i nostri due territori confinanti viciniori.

Il Veneto e l’Alto Adige nell’approccio alla crisi e di riflesso alla considerazione di proprio governanti, hanno decisamente imboccato strade migliori.