Legname che prezzi!

Da Michele Dallapiccola

Abbiamo avuto modo di parlare in più occasioni. La gestione politica complessiva del post-Vaia fa sicuramente discutere anche se ad onore del vero, afflitta da molteplici fattori esterni.

In questi giorni abbiamo avuto occasione di frequentare alcune aziende sul nostro territorio, dalla Val di Fiemme, al Vanoi, fino in Val di non. Ovunque la stesse considerazioni, in linea con l’allarme generale che ha sollevato l’aumento di prezzo del materie edile.

Non è solo una questione di vivacità del mercato locale.

Il settore edile, come notorio, è stato ravvivato infatti dagli incentivi statali. Ma i colpi sul caro prezzi, sono influenzati anche dal profilo internazionale. Picchia particolarmente duro un esempio tra i tanti: l’aumento vertiginoso dei prezzi delle materie ferrose. A poco è valso il grido d’allarme degli Artigiani, per voce del loro presidente. Gli ha risposto immediatamente la giunta offrendo solidarietà. Han detto, che capivano e che erano d’accordo. Ecco.

Sul legno, noi trentini ci abbiamo messo del nostro.

La fretta di vendere e l’inefficienza della Provincia nel realizzare un insufficiente numero di piazzali per il deposito, ha lasciato strada libera a tre fattori. Bostrico, austriaci e caro prezzi.

Così oggi ci sono situazioni paradossali dove qualcuno ha comprato lotti boschivi in tempi non sospetti e ora si trova in mano – il lotto – inteso come vincita. Ma c’è anche chi affogato tra gli ordinativi, si trova ad avere legname davanti alla porta, della segheria, disponibile ad un prezzo più caro di quello che magari viene da fuori provincia. Franco piazzale. 

Intanto nel bosco, sono moltissime le ditte di lavoratori che provengono dall’estero. Sono veloci, spregiudicati ma anche molto esperti. Competono con le nostre aziende rallentato a colpi di burocrazia. Tremenda spesso incomprensibile.  Eppure la sburocratizzazione doveva essere il cavallo di battaglia di questa lega di governo. Intanto il bostrico trionfa.

Si fa davvero fatica a capire il non senso di questi fatti.

Tant’è. Probabilmente dopo la tempesta Vaia, l’ultima cosa che ci voleva, era una pandemia che provocasse disordine economico e sociale di dimensioni come questa. Di certo, questa nostra giunta provinciale con la sua inesperienza e la sua scarsa capacità di visione ci ha messo del suo.

Solo che a fare le spese ora sono i consumatori finali. Ed è davvero un peccato.