Cavallo che passione!

Da Michele Dallapiccola

Nei miei vent’anni di professione oltre all’attività ambulatoriale con i cani e amati gatti, mi sono appassionato al campo dell’ipofertilità, ginecologia ed ostetricia nella bovina.

L’ambiente rurale che frequentavo, obtorto collo, mi ha spesso coinvolto nel gestire anche qualche cavallo. Nulla di straordinario a dire il vero. Nulla a che vedere con la professionalità di qualche mio collega di università.

Per dire, ho un amico, un caro compagno di studi, Matteo Toniato, che vive in Veneto e dell’ippiatria ha fatto una vera e propria ragione di vita! Pensate, lavora in tutta Italia e si occupa anche di costosissimi soggetti sportivi. E’ un’aspetto della nostra professione che sottopone ad enormi responsabilità.

A me toccavano vaccinazioni, sverminazioni, qualche zoppia, suture da trauma, coliche, COPD, diagnosi di gravidanza. Castrazioni e parti distocici per fortuna, molto pochi. 

 

Un rinnovato interesse.

In tempi recenti, grazie alla mia seconda professione, nell’attività politica o meglio di amministratore ho avuto l’opportunità di riavvicinarmi a questo mondo. Da assessore al Turismo e all’agricoltura non ho potuto ignorare il grande valore che questo compagno di vita sa regalare soprattutto partendo dall’aspetto più intimo, quello affettivo. Proprio per questa suo insita caratteristica, è apprezzato anche come elemento di intrattenimento turistico e del tempo libero.

 

Si può, anzi deve fare di più.

Non sono tantissimi i maneggi del Trentino nonostante i paesaggi, i percorsi e la compagnia che questi “quattrozampe” sanno regalare, siano davvero impareggiabili. Forse meriterebbero più attenzione, con qualche provvedimento specifico, che ne permetta una loro gestione meno ingessata, più agile. 

 

Il management del cavallo, in particolare da diporto, è particolarmente delicato data loro collocazione normativa allevatoriale sottesa tra il mondo zootecnico e quello dei veri e propri animali d’affetto. Tra l’altro sono convinto che anche in Italia si sta andando verso una cultura che è sempre meno carnivora. Si arriverà al consumo zero proprio in specie come questa. 

 

Sarebbe molto interessante pensare ad una riscoperta del valore dell’esistenza di questo elemento di intrattenimento, riservato alla gioia di grandi e piccini, utile anche a costituire incontro e di rafforzamento dei legami affettivi. Uomo-animale, ma anche uomo-uomo.

 

Intorno al divertimento allo sport e all’attività all’aperto si aprono scenari di relazione davvero unici e non riproducibili in altri luoghi. Provare per credere.