Transumanza. Patrimonio dell’umanità?

Da Michele Dallapiccola

Ben se n’è accorto anche Luca Zaia, uno dei più attenti governatori d’Italia veicolandola attraverso l’attenzione che stimolano i social.

I giorni scorsi ha postato le immagini del transito di un gregge sul Passo San Boldo. APRI QUI PER VEDERE IL SUO POST

Ironia della sorte si tratta con ogni probabilità di un pastore trentino. Ogni anno infatti, sempre in questi stessi giorni, un nostro amico di famiglia Vigilio Eccel di Pergine, transita con il gregge proprio da quella strada così pittoresca. APRI QUI PER IL POST DI UNA DELLE SUE MERAVIGLIOSE FIGLIE

 

La politica ci prova. Goffamente

Nemmeno il Consiglio Regionale del Veneto è rimasto indenne dal fascino di questa antichissima pratica dell’uomo. Recentemente ha approvato una norma che valorizza il demanio armentizio. Ma anche qui come per Zaia, si è verificata una piccola discrasia. Hanno provato a recuperare un Istituto presente prevalentemente al discusso sud. Ma si sa, per parlare di temi rurali va bene emulare anche l’inimitabile. Per vari motivi. 

 

Al di là del movente populista, una ragione pratica, a ben vedere, c’è. Sono purtroppo ormai moltissimi i Comuni tra il Veneto e il Friuli a impedire tramite ordinanza il transito dei pastori. Imitati da qualche anno a questa parte, anche da qualche Municipio qui in Trentino. È forse per questo che si è cercato di metterci sopra una pezza con una legge che sarà difficilmente attuabile. E nemmeno in Trentino, negli anni passati, con dei tentativi attraverso altre strade normative siamo riusciti a risolvere il problema.

Tanto che una nuova idea è ora in cantiere al Gruppo PATT e presto ne parleremo.

 

Una nuova idea, un nuovo tentativo.

Nel frattempo, un mio caro amico, Alberto Pattini, appassionatamente vicino anche ai pastori, mi ha segnalato che alcune regioni italiane, si sono associate per provare a costruire un progetto insieme. APRI QUI PER LEGGERE LA NOTIZIA COMPLETA

 

L’intenzione è quella di costruire dei corridoi verdi per favorire il passaggio degli ovini. Lo scopo è di ridurre ai minimi termini il disagio che questo provoca sulla popolazione civile.

 

Dov’è il Trentino?

La Giunta trentina, manco a dirlo, anche in questo caso si è manifestata come illustre assente. Eppure anche qui i pastori vivono con grave disagio le difficoltà burocratiche che si devono affrontare oggi per spostarsi. Arrivo a dire che la situazione è talmente pesante da risultare peggiore del problema lupo che pure è noto a tutti quanto sia grave ed inascoltato. 

 

Ma la lega è così. Pronta in campagna elettorale, disponibile a chissà cosa al momento del voto. Assente poi, anche solo nel dialogo, coi pastori. Del resto questi non hanno un rappresentante di categoria, sono pochi e ben divisi. E dunque pure con pochi voti per le elezioni successive: capito l’antifona?

 

Finora per i pastori, soltanto danni.

Forse è anche per questo che durante questi primi 3 anni di amministrazione le cose in Provincia per loro sono solo peggiorate. La giunta, da questo punto di vista è completamente assente. Impreparata su una materia difficile da conoscere e ancora peggio da capire. Così, dal cielo, sulle teste dei pastori cadono provvedimenti assurdi come la riduzione del valore in UBA degli asini, il prolungamento obbligato del periodo di minimo di pascolo o l’assenza di notizia alcuna riguardo alle possibili pieghe che potrebbe prendere il “Pacchetto titoli” in sede comunitaria. 

Sono solo alcune tra le preoccupazioni che si sommano al nulla di fatto per la gestione dei grandi carnivori sul nostro territorio. Ma questo, abbiamo avuto modo di dirlo in fin troppe occasioni. 

 

Peccato per i pastori, davvero un peccato per la loro complessa antica affascinante professione.