Il ritorno dello Stato. In economia è un fatto evidente. Ma fa davvero bene anche all’Autonomia?

Da Michele Dallapiccola

Lo so, lo so: il senso dell’ampissima dissertazione che si terrà nel corso del prossimo Festival dell’Economia manifesta contenuti più che chiari.

E la Kermesse Trentina ha assunto toni più che interessanti, per la Città e per il Trentino tutto. Se n’è accorta anche quella stessa lega che rifiutava di ammetterlo. Ora che è al potere si acquattata sorniona sotto ai riflettori in attesa della visibilità riflessa da chi prima veniva criticato. QUI IL LINK DELLE CONTRADDIZIONI

 

Al di là di queste considerazioni politiche spicce, vorrei mantenere il focus di questa riflessione sul filo conduttore del Festival versione 2021. Il mondo sta appena ricominciando a tenere la testa fuor d’acqua. E’ innegabile che la presenza delle istituzioni, durante questa crisi planetaria, sia stata più che necessaria. E forse, nella tragedia, queste, hanno ri-trovato la loro strada.  Ma allora, noi tutti, abbiamo finalmente di nuovo chiaro…

 

a cosa serve la politica? 

Sì! E credo che in questo periodo lo abbiamo capito. Non a caso è anche il titolo di un saggio divulgativo pubblicato qualche anno fa da Piero Angela. Consiglio di leggerlo, è agile e simpatico.

 

Anche i leghisti più antieuropeisti, sono passati dai motti del NO-EURO al mutismo più assoluto. Che siano stati i 700 miliardi€ stanziati dalla Van der Leyen nel Recovery Fund? “Pecunia non olet”, si dice. In effetti si è creata un’onda positiva che ha fatto bene anche alle istituzioni italiane. Non so se anche voi abbiate questa impressione ma a me sembra, come confermano i sondaggi che gli italiani abbiano recuperato un po’ di fiducia nella politica. Soprattutto a partire dal Conte II ma in maniera più decisa, ora, con Draghi. Con loro, la lunga mano dello Stato, con un’importante fetta di ristori è arrivata anche sul Trentino.

 

Non si poteva arrangiarsi?

Voglio spiegare una frase che potrebbe risultare di difficile comprensione. Non pensate anche voi che saremmo stati tutti molto orgogliosi di vedere la nostra Provincia farcela con le proprie forze? Una PAT in grado di mettere in campo le migliori strategie autonomistiche, se solo, lo Stato lo avesse permesso?. E si badi bene da consigliere di opposizione, non intendo addossare tutte le colpe a questo governo provinciale. Anche a Bolzano la stessa trattativa con lo Stato non è andata benissimo. Meglio che da noi, ma comunque maluccio. 

 

Dove sono andati a finire i nove decimi delle nostre tasse? 

Spending Revue, manovre finanziarie rese taglienti dal Patto di stabilità, specialmente a partire dal 2009 hanno progressivamente ridotto la percentuale delle tasse trattenute dai trentini a meno di 7 decimi. Perciò vi immaginate se oggi avessimo potuto invece contare su tutti i nove decimi originali previsti dallo statuto di autonomia? In quali ristori e in quanti aiuti ai nostri cittadini si sarebbero potuti trasformare?

Certo con l’Alto Adige, si sarebbe dovuto collaborare di più. Anzi fare lobby anche con Friuli Venezia Giulia e Valle d’Aosta visto che sono le uniche tre regioni, tra le Speciali ad aver pagato le richieste dello Stato.

 

E domani?

Toccherà soprattutto al mio Partito, ricordare ai trentini che in un altro mondo politico, in un futuro diverso, si sarebbero potuti verificare scenari diversi. Non è facile da raccontare perché ogni movimento politico sta affrontando il proprio futuro interrogandosi innanzitutto sulla sua identità. 

Per quanto ci riguarda, posso testimoniare che noi siamo un Partito di raccolta. Ci convivono molte anime. Ho già avuto modo di raccontarlo.

C’è chi sente vicino i temi tipici del pensiero solidale: è la nostra ala sociale. E c’è chi è più determinato nelle questioni di principio, di meritocrazia, di bisogno di regole e di indirizzi precisi. E’ la nostra ala identitaria. Ma nessuno di noi gradisce o approva che lo Stato, prevarichi la Provincia. Nessuno di noi accetterebbe di abdicare all’esercizio di quel grande privilegio di responsabilità che si chiama Autonomia. Come finora ha invece dimostrato di accettare l’attuale maggioranza Trentina. Non a caso, abbraccia proprio le forze che nel loro DNA politico portano scritte queste storture. Amministrano con lo sguardo fisso su Roma.

 

La strategia della lega è sempre più chiara. 

Con una base che scricchiola, i salviniani trentini provano a rinforzarsi (anche) al centro. Anche perché qualche elemento che transumerà a destra dell’emiciclo, lo avranno ancora.

 

E’ un bene per noi. Ci apre gli occhi. Ci conferma che tutti i discorsi di moderazione e di posizionamento al centro che stiamo facendo in questi giorni sono giustissimi.

 

Il Patt accoglie principi in parte rappresentati sia nella cultura politica della destra, che da quella di sinistra tuttavia, non potrà mai tradire le sue origini alleandosi con degli statalisti.