Mafia delle malghe? Forse è meglio spiegare.

Da Michele Dallapiccola

Tra gli addetti ai lavori (e non solo) ha fatto particolare scalpore in questi giorni una notizia. Quest’estate non si terrà la bella festa rendenera con le vacche tipiche della Valle.

Spiegata in due parole la notizia è di quelle che fanno tanto scalpore e sono facili da far girare anche tra i bar.

Del resto, qualsiasi giornalista racconta che mettere nel titolo una delle tre “esse” fa sempre scalpore: sesso, sangue o soldi. Questa storia racconta dell’ultima delle 3, di soldi, e in estrema sintesi è la seguente:

 

Per andare in malga ci sono dei contributi.

Sarebbero dedicati ai poveri contadini ma ci sono le mafie delle malghe che speculano per prendersi lì loro.

La Provincia non fa nulla per evitare questo scandalo e per protesta i contadini non parteciperanno alla Festa.

Facile da capire, no?

Avrà occupato forse lo spazio di un tweet. Ma che dietro a questa frase, ci siano una fila di informazioni false e tendenziose, gli addetti ai lavori lo sanno. Meno facile è spiegarla a chi, ai lavori addetto non è.

 

Cercherò di farlo io, nella maniera più semplice e divulgativa possibile. Ciò che troverete in questo mio breve scritto può essere una base di partenza per chi abbia voglia di documentarsi ulteriormente, oppure semplicemente perchè sia fatta un po’ di luce e verità su questa complessa vicenda. Partiamo smontando una per una le tre frasi “da bar”.

 

Per andare in malga ci sono contributi. 

Questa è una frase vera. I soldi, li mette a disposizione la Comunità Europea per tutti i contadini europei che coltivano la terra. Dunque per quanto riguarda il Trentino, anche per chi carica le malghe. E se i soldi provengono all’Europa, le malghe (di solito) appartengono agli enti locali (ASUC e Comuni).

 

Come si fa a prendere questi fondi?

Innanzitutto sono riservati ad imprenditori agricoli singoli o associati. Poi, si deve vincere un’asta di una malga. (in Trentino è difficile possedere tanti ettari in proprietà). Infine, bisogna dotarsi di un apposito pacchetto “titoli”. E’ un certificato, che dà diritto a ricevere contributi in base agli ettari di terreno coltivati. Per questo, l’Europa stabilisce delle regole molto severe, attraverso le quali si può aderire. Per riceverli, secondo Bruxelles, le aziende agricole devono eseguire il compito assegnato dalla destinazione d’uso del terreno gestito. Quindi: se è un seminativo, deve venir seminato se è un pascolo, deve venire pascolato. Insomma par di capire che siano disponibili per qualsiasi allevatore che se li voglia procurare? Certo!

 

“I contributi sono per tutti e di tutti” Era una frase famosa di un allevatore che stimavo tantissimo, scomparso qualche anno fa. Mio Padre. E alle persone che gli chiedevano se è facile guadagnare con le pecore, era solito rispondere: “signore, certo, la aiuto volentieri a capirlo da solo. Gliene vendo immediatamente 100, cosi potrà guadagnare da subito anche lei!”

Quanti sono questi soldi? 

Le somme sono molto variabili perché possono dipendere da diritti ricevuti molti anni fa (quando il valore era basso ) oppure acquisiti da poco perchè comprati o ricevuti gratis avendo fatto domanda in una riserva nazionale. Parliamo comunque di cifre comprese tra gli 80 e 400€/ha circa.

 

Ma ci sono davvero poveri contadini e mafie delle malghe? 

Inspiegabilmente, sulle partite che assegnassero un consistente valore ai titoli trentini, almeno fino al 2014, la Provincia ha fatto sentire poco la sua voce. Fino alla precedente PAC (politica agricola comunitaria) il valore medio dei “titoli” provinciali era di circa €80/ha contro un valore medio nazionale di circa 350€/ha.

 

Ad esempio, 100 ha di malga trentina, presi in affitto da un contadino trentino ante 2014, a €80/ha fruttavano €8000 all’anno. Ebbene, la stessa malga affittata per ipotesi da un contadino italiano ne avrebbe fruttati fino a 35.000€. E pensare che gli Enti Locali generalmente ignari della cosa, per lungo tempo non hanno modificato proporzionalmente gli affitti.

Nel 2014 ci fu un grosso lavoro di ricontrattazione del valore di questi titoli. Facemmo sì che anche il Trentino risultasse vincente innanzitutto per cercare di favorire i nostri contadini. Senza trascurare la possibilità per gli Enti Locali di affittare le loro malghe al giusto prezzo. 

 

Oggi il valore/ettaro dei Titoli trentini e quello nazionale si sono molto avvicinati. I trentini sono finalmente competitivi per quanto riguarda la possibilità di offrire un giusto prezzo alle malghe e avere ancora un certo margine di guadagno per loro.

 

Di questo potenziale valore se ne sono accorti anche i Comuni.

In una situazione dove la Provincia li relega in una condizione di scarsità finanziarie, mettono a disposizione il proprio patrimonio. E così per il tramite dei contadini, partecipano alle risorse finanziarie che provengono da Bruxelles. Per intenderci, lo scorso anno sono arrivati, credo, più di 18 milioni€.

 

I comuni hanno pensato bene di non lasciarli tutti agli allevatori e hanno aumentato il costo delle malghe. Che abbiano fatto bene o male non sta a me giudicare. Mi piace che molti di loro abbiano deciso di utilizzare quei fondi, per ristrutturare le malghe visto che a Bruxelles hanno deciso che non potevamo usare i soldi del PSR per farlo come avveniva invece fino a qualche anno fa.

 

La Provincia non fa nulla per fermare questo scandalo. 

Invece, in Trentino i controlli ci sono, eccome. Solitamente li fanno i nostri Servizi Forestali. Siamo inoltre l’unica Provincia italiana ad essersi ormai da anni dotata di un registro provinciale di Pascoli e malghe allo scopo di evitare precisi controlli aerei ed avere maggiore concretezza del nostro patrimonio.

 

Certo, tra gli affittuari, qualche persona “distratta” o che cerca di approfittarne ci sarà sicuramente anche qui da noi. Per quanto mi riguarda devo dire che finora ho trovato solo persone che hanno sfruttato queste opportunità in maniera legittima. Stressata all’inverosimile, magari, ma assolutamente legittima.

Sempre nello scorso mandato amministrativo Provinciale abbiamo costruito insieme al Consorzio dei Comuni, un bando “tipo” per far sì che le nostre malghe fossero assegnate prevalentemente a chi montica bestiame locale e con esperienza fatta in malghe trentine.

 

Il tutto ha funzionato davvero molto bene al punto che anche il governo del cambiamento leghista va in giro a promuovere il regolamento del governo di prima. In campagna elettorale gridavano che andava cambiato, ora che governano loro, non lo cambiano più. Probabilmente hanno constatato che si tratta del meglio che si riesce a fare, almeno per ora. I fondi sono di Bruxelles, sono loro che danno i soldi, sono loro che impongono le regole per darli. 

 

A che punto stanno le trattive della nuova PAC?

Non si sa, o meglio non si sa nulla dalla Provincia. Io per fortuna ho mantenuto conoscenze a Roma e a Bruxelles, e riesco a tenermi aggiornato, ma gli altri? Questo governo leghista farebbe bene ad intensificare trattativa e informazione pubblica sulla consistenza della nuova PAC. Ci saranno ancora i titoli? Quanto riceverà in Trentino? A che punto stanno le cose? Tutto tace, si pensa alle mele, ad andare a prendere acqua in val di Sole, a tener coperto l’argomento orsi e lupi per tirare a campare al 2023. E poi?

 

Al di là di queste mie schermaglie politiche, come avrete capito, insomma, l’argomento non è facile spiegare. Anzi, della sua importanza e del suo valore positivo, tutto è molto più lungo e difficile da raccontare rispetto a quelle due tre battute da bar che abbiamo citato in apertura.

 

Probabilmente a questo punto lo avrete capito anche voi. Se c’è chi le malghe le ha perse, per dirla in maniera volgare, è semplicemente perché ha avuto il “braccino corto”. Nel bando di gara indetto dal comune di turno ha semplicemente offerto meno soldi della concorrenza, nella speranza di guadagnare di più. Oppure non è stato sufficientemente previdente organizzandosi con un proprio pacchetto titoli. E però, il tempo di protestare o scrivere sui giornali lo ha trovato.

 

I Titoli, possono essere acquistati o anche ricevuti da appositi bandi nazionali. Chi ha la partita IVA agricola è assolutamente informato o ha grandi facilitazioni per accedere all’informazione. Insomma i contributi sono a disposizione di tutti ma la loro assegnazione non viene a bussare alla porta di casa, ci si deve un po’ svegliare.

 

Inoltre, a livello Provinciale, rispetto a qualche anno fa, le cose sono molto molto migliorate perché sono aumentati in maniera importante i soldi che arrivano al Trentino e diminuiti in maniera molto pesante quelli che invece vanno fuori provincia. Anche perchè di malgari speculatori provenienti da fuori ce ne sono sempre stati.

 

Le cose che mi dispiacciono.

A me spiace che vengano definiti “mafiosi” degli imprenditori locali che hanno capito molto bene questo meccanismo. In fin dei conti contribuiscono anche alle loro comunità visto l’importante aumento di affitto che i comuni hanno potuto mettere in campo per le loro malghe.

E mi dispiace anche per i pastori che si sono trovati con affitti sparati alle stelle. E’ inevitabile che i Comuni facciano gli interessi delle loro comunità. E come dar loro torto?

 

Poco tempo fa, un amministratore comunale mi raccontava che l’introito degli affitti delle malghe per loro, quest’anno è passato da poche migliaia, a 140mila€/anno. Un bel passaggio, considerando che sono fondi europei che qualora non sfruttati, rimarrebbero nelle mani di Bruxelles. Inevitabilmente andrebbero a finire in quelle dei grandi latifondisti delle pianure agricole dell’Europa del nord.

Mi spiace anche per turisti e contadini che non potranno godere della bellissima festa che si tiene ogni anno. Prima o poi si ritroverà sicuramente la pace. Forse sarà pure l’occasione di cambiare paese visto che l’organizzazione cela da tempo l’idea di tenerla forse in altri luoghi della Val Rendena. Con buona pace del Comune di Pinzolo.

 

E poi mi spiace tanto anche per Salvini & i suoi leghisti che ogni anno si trovavano il tendone delle giovenche bell’e in piedi. Si facevano il loro raduno in mezzo alle Bronzine e ai contadini in festa. Se ne faranno una ragione oppure il capannone – i leghisti – se lo faranno apposta e se lo pagheranno. 

 

A di là dei partiti e delle mie inutili schermaglie da consigliere di opposizione di certo un paio di cose, qui, la vedono tutti. E’ mancata la politica, quella amministrativa della giunta. Perchè nessuno ha cercato di spiegare come stanno le cose? Perché la giunta non ha impedito lo spiacevole inconveniente? Se gli agricoltori fossero stati rassicurati ed aiutati, se avessero potuto nutrire fiducia in misure alternative o ristori veri, forse questo giusto stato di agitazioni non li avrebbe indotti ad azioni eclatanti che altro non sono che celate richieste di aiuto.

 

Andranno guidati, aiutati. C’è da capirli.