Anche i partiti custodiscono storia e cultura

Da Michele Dallapiccola

Forse non proprio tutti, a dire il vero. Del resto, l’arte, la cultura e la storia, vanno capire, apprezzate con impegno. E non è sempre facile.

Prendete il caso della nostra generazione, quella dei boomer. Ci avete mai fatto caso che la storia che ci raccontavano alle elementari, saltava interi pezzi. Pensate che una volta ci portarono a visitare la fossa del Buonconsiglio, per calcare i luoghi della morte dell’eroe. Il Battisti. Ma mica era colpa della meravigliosa maestra, che avevamo, eh? Erano i programmi ministeriali a dettar quella legge.

 

A me poi, che appassionato di arte e di storia proprio non ero. Chi mi conosce lo sa. Le scienze umanistiche non mi hanno mai attirato. Da figlio di allevatori, lavorando nel mondo della produzione della carne, ho sempre nutrito una più profonda curiosità per gli aspetti scientifico-naturalistici. E per gli animali in particolare. Immaginavo che avrei potuto fare il veterinario più o meno dall’età di 5 anni. Ho un nitido ricordo di quando stavo ancora alla scuola materna. Ma anche se la mia strada è stata quella ed il mio percorso più che specifico e settoriale ho sempre nutrito grande spirito di ammirazione verso chi ne sa. Ammiro chi racconta di una data, di un episodio, di un film dalla trama tratta da una storia vera. Chi sfoglia un quadro con le parole chi ti fa notare i’imperscrutabile. Ma forse li ammiro semplicemente perché sanno.

Ed il sapere è bello tutto.

Poi per fortuna la vita offre la possibilità di documentarsi, specie se il percorso di studi abbraccia le materie umanistiche. Oppure no, ci lascia intonsi. Fin quando qualcuno non incappa in un incarico da amministratore pubblico. E poiché in Trentino, il fatto non è nemmeno tanto improbabile, è giusto ricordare a queste persone che, a quel punto, il dovere morale di informarsi, lo hanno. 

 

Quando si comincia a guardare oltre alla porta di casa, quando si sente il bisogno di fare qualcosa per la comunità, allora la voglia di aderire ad un partito confacente al proprio modo di sentire le cose, si fa sempre più consistente. 

 

Prendi il Partito Autonomista, tanto per dire.

E’ molto legato ad alcuni valori tradizionali e tra questi è particolarmente vocato alla precisa volontà di tener viva la verità della storia. Con essa, il perché delle cose. E’ uno dei più formidabili veicoli di quella realtà storica tanto a lungo celata. Così, il valore di quello che viviamo oggi, si amplia.

Non per caso la lega invidia questa nostra prerogativa. Non per caso la lega insite nel suo goffo corteggiamento al nostro partito. Del resto come darle torto? Troverà sempre qualcuno tra gli autonomisti che tollera il suo ontologico statalismo. Detto neanche tanto tra noi, per me, è inconcepibile. L’unica condizione che mi rincuora è che a pensarla come alcuni di noi, nel PATT, siamo in tanti.

 

Nel frattempo, e cioè fin quando non si dirimeranno le questioni intra partito, potremo continuare a lavorare nel segno delle infinite possibilità di acculturamento che il nostro lavoro ci permette. I contatti soprattutto intellettuali, le opportunità di frequentazione del territorio, ci migliorano. E con noi, migliora la consapevolezza prospettica. Quella vocina interiore che ad un certo punto della vita ci suggerisce di cominciare a rallentare, a riflettere, fermandoci a guardare cose che solo distrattamente si erano osservate prima.

 

Prendete qualche sera fa, ad esempio.

Eravamo ad Arco, da amici, a visitare palazzo Marchetti. La storia rinascimentale che raffigurano i suoi affreschi con l’odore che trasudano le sue mura, sono state scintilla per il fuoco della mia curiosità. Il Palazzo in parola, probabilmente è coevo della Pieve di Civezzano, voluta ed ultimata da Bernardo Clesio. Nel 1536.

 

Sono pietre miliari per la nostra storia, sono i gioielli che le nostre amministrazioni non cercano solo di mantenere ma soprattutto di valorizzare e custodire. Per elevare l’animo culturale dei trentini e dei loro ospiti.

 

Le nostre amministrazioni comunali, la Provincia, le istituzioni tutte, sapranno adempiere a questo compito? La fusione di questo imperativo, saprà fondersi con l’anelito di fare conoscere questa terra ed il suo patrimonio al mondo? Io ci credo. 

 

Con tutti i turisti che ci visitano ogni anno, non è un bene che ci scappi anche qualche proposta che valorizzi il tutto, in chiave d’impresa? 

 

Ah, nel segno dell’autonomia, ovviamente!