A RIVA DEL GARDA, IN MALGA

Da Michele Dallapiccola

Sembrerà strano ma oggi mi è capitato anche questo. Ebbene sì, il più lacustre tra i comuni trentini, con le sue frazioni abbarbicate tra rocce scoscese che coronano il lago di Garda, custodisce una piccola perla di tradizione.

Il campiglio di questa malga non si estende in dimensioni importanti. Parliamo di pochi ettari.

Ma la collocazione e soprattutto le infrastrutture di questo istituto d’alpeggio, sono davvero notevoli soprattutto dal punto di vista storico e culturale. Potrebbero venir recuperate dal punto di vista edilizio architettonico. Con grande soddisfazione di tutti, potrebbero dare inizio anche ad un’attività ricettiva.


Probabilmente, il Comune ci ha già pensato. Ma non è questo il focus di questa riflessione. Lo è piuttosto il campiglio della malga. Come abbiamo detto piuttosto piccolo e dunque non in grado di esprimere un reddito in grado di dirottare risorse, almeno in parte e comunque in misura sufficiente, che permettano la ristrutturazione degli immobili. E’ in tal senso invece che altri Comuni trentini hanno agito. Del resto, non si sarebbe potuto fare altro. Nella scorsa programmazione rurale Bruxelles era stata categorica.


Non si possono utilizzare fondi del PSR per ristrutturare le malghe.

Ora, le possibilità economico finanziarie da parte dei comuni rimangono ancora piuttosto limitate. Eventualmente questa misura si sarebbe potuta vicariare con investimenti provinciali ovviamente notificati a Bruxelles. L’attuale revisione delle regole di funzionamento del PSR della PAT, assomiglia molto a quello che i tecnici chiamano una “mid term review.” 


Inserire la possibilità di ristrutturare anche gli immobili degli alpeggi, potrebbe essere uno spunto interessante.

Anche perchè potrebbe vicariare alcuni sgarbi che la politica leghista ha procurato al mondo dei malghesi. Il recupero di prato-pascolo dei terreni distrutti da Vaia è stato completamente disertato e quel poco di bonifica che si è effettuata in altitudine ha utilizzato i fondi dell’attuale PAC.

Sul resto degli interventi, stendiamo un pietoso velo perché vedremo – forse – partire qualcosa, non prima del prossimo autunno Si tratterà di fondi della prossima PAC, tutta ancora da trattare, da chiudere, che potranno venire utilizzati in anticipo. Anche noi ricorremmo a questa regola. Utilizzammo solo 12 milioni€ per non erodere gli anni a venire che sarebbero stati sicuramente duri. Sarebbe stato poco saggio bruciare tutto subito. 


Eppure, l’odierna giunta si lamenta perché le sembra che chi li ha preceduti abbia speso tutto. La scorrettezza di questa affermazione è certificata dal fatto che in questi loro primi tre anni, l’agricoltura di finanziamenti ne ha trovati un bel po’, comunque quanti ampiamente previsto. Eppure, ripeto, qualcosa mi dice che ad essere anticipati stavolta saranno ben più di 12 milioni€. 


Più che per chi governerà in Trentino dopo questa lega, mi spiace per i contadini. Di questo passo il PSR si esaurirà quasi tutto in sfalci, alpeggi e compensative. E il resto?