La flavescenza della vite, bestia rossa dei nostri vitigni

Da Michele Dallapiccola

Le fitopatie endemiche rimangono ostiche da affrontare sia in campagna che nei provvedimenti  tecnico-amministrativi atti a contrastarle. 

Il plasmide della vite, responsabile di questa patologia però, è davvero subdolo e strisciante. I casi sono costante in aumento nonostante le numerose azioni di controllo. Di fatto, ad oggi, il sistema della viticoltura trentina sembra ancora sotto scacco anche da questa fastidiosa patologia. Come da molte altre. Vogliamo parlare della Drosophila e dei ritardi nell’autorizzazione all’immissione in natura del suo parassita?

 

Di fatto non sorprende che siano state attivate delle soluzioni d’emergenza. La FEM possiede abbondantemente tutti gli strumenti per poter stabilire quale sistema possa risultare migliore dal punto di vista tecnico. Li consegna alla filiera provinciale che si occupa dei protocolli farmacologici che prevede il coinvolgimento del sistema dei Consorzi e delle ufficio fitosanitario Dunque anche dell’amministrazione e della politica.

 

Questo perché non è compito della medicina botanica occuparsi direttamente della gestione l’equilibrio delle cose. Piuttosto deve offrire un range di opportunità terapeutiche segnalando eventuali controindicazioni. Chi stende le regole amministrative deve preservare dallo scompaginamento, tutti gli eventuali punti sensibili della filiera produttiva.

 

Gli apicoltori sono gravemente provati da una stagione per nulla fortunata. Ora dovranno affrontare anche questo grave problema perché di fatto, in questa filiera è mancata la comunicazione.

 

Eppure che fossimo di fronte a un fatto più che emergenziale, lo avevamo segnalato anche noi in più occasioni. L’ultima in una mozione, in particolare, la 387 del mese scorso.

 

Oggi la Provincia si trova a dover gestire una polemica dove tutti hanno ragione. evidentemente senza esser stata capace di gestire l’opportuno equilibrio.

Gli apicoltori lamentano la necessità di coinvolgimento con la parte tecnica che ha offerto i propri consigli. Gli unici a stare zitti, sono coloro che questi problemi dovevano evitarli. 

 

Questo è successo per il modo di operare di questa amministrazione che preferisce rimanere occupata esclusivamente al livello partitico-politico. NE HO PARLATO ANCHE A IL DOLOMITI. APRITE QUI.

 

Del resto, effettuare riunioni tecniche entrare nei problemi incontrare tecnici, consorzi e produttori è molto meno redditizio dal punto di vista elettorale e della notorietà rispetto al girare per il Trentino a procurarsi foto in ogni luogo e in ogni dove

Di fatto, a questo stile la lega ci ha più che abituato. 

 

E allora, è giusto che non si plachi la polemica. Toccherà alla parte amministrativa attivarsi per vicariare amministratori sempre più spesso disinteressati agli aspetti tecnici dei problemi?