L’agroalimentare in Trentino riparte dai “praticoni”.

Da Michele Dallapiccola

Ci avevamo creduto tanto, in questo settore. Avevamo provato ad implementare gli investimenti, le iniziative, l’integrazione con il turismo. 

Poi è arrivata la lega. Ha separato l’assessorato del turismo dall’agricoltura e ha ridotto le iniziative e gli investimenti. Ad un certo punto, recentemente, una luce in fondo al tunnel. Mi era giunta voce che la Provincia volesse provare a risollevarsi da questo punto di vista, volesse provare a fare qualcosa di nuovo. A Trentino Sviluppo, un bando! 

 

“…Responsabile Promozione Produzioni Agroalimentari

Trentino Sviluppo cerca per Trentino Marketing s.r.l. una figura con esperienza professionale nel mondo della promozione e della valorizzazione delle produzioni agroalimentari, con particolare riferimento alla realtà del Trentino. Detta figura professionale collaborerà con la Provincia autonoma di Trento, in particolare con gli Assessorati competenti in materia di Agricoltura ed in materia di Promozione e Turismo, e con Trentino Sviluppo, sui temi della promozione e della valorizzazione delle produzioni trentine, in stretto raccordo con gli obiettivi di promozione del territorio…“

Questa politica non è nuova dal costruire bandi intorno a potenziali candidati. Lo si è già visto per alcuni loro segretari particolari. Lì, i risultati non sono stati particolarmente entusiasmanti. Ma qui… qui mi sembrava così bello leggere queste parole, mi sentivo finalmente felice di veder muoversi qualcosa da parte della Provincia. Poi il gelo. 

 

Nelle specifiche richieste – leggete la prima riga – non è obbligatoria la laurea e di seguito, un dettaglio chirurgico delle caratteristiche. 

“…• Laurea o diploma se con almeno 5 anni di esperienza professionale negli ambiti di seguito indicati

• Ottima conoscenza del mondo agroalimentare, delle produzioni, dei processi di produzione della filiera agroalimentare e del mondo della distribuzione Ho.Re.Ca

• Pluriennale esperienza maturata in aziende del settore agroalimentare ovvero di quello enogastronomico, con particolare riferimento alle attività di promozione dei prodotti

• Esperienza nella gestione di eventi e manifestazioni promozionali nel ruolo di project leader, gestendo team di lavoro

• Conoscenza dei principali canali di comunicazione del settore (social, media, influencer)

• Conoscenza molto buona della lingua inglese (parlata e scritta)

• Ottima capacità relazionale, comunicativa e di public speaking in lingua italiana ed inglese (sono frequenti le attività di presentazione in pubblico)

• Ottime capacità organizzative e autonomia di lavoro

• Predisposizione al lavoro per progetti e per obiettivi

• Buona capacità di utilizzo degli strumenti digitali e del pacchetto Office

• Conoscenza delle dinamiche turistiche e commerciali…”

Qui, il bando completo.

 

I bisogni di agricoltura ed enogastronomia

Ora, la macchina agricola provinciale produce circa 1 miliardo€ di PLV. Con l’indotto, sul PIL, i valori raddoppiano. 

La affideremo, forse, ad un “praticone”. Perché oltre alla laurea non si chiedono master, specializzazioni, frequentazioni simili nel mondo, pubblicazioni in materia. No! Basta un diploma e un pò di esperienza. Così, a sentimento, a buona volontà. Di cose imparate da “mio cugino che sui social è bravissimo”.

 

Il fatto che incuriosisce, è che oltre ad un responsabile, si selezioneranno due addetti. Ebbene, per i sottoposti, la laurea – incredibile dictu – sarà invece necessaria!

 

La lega ha sdoganato la possibilità di affidare al “uno di noi”, anche i settori tecnici ed amministrativi facendo cadere questo passaggio come grandine su tempesta. Arriva dopo annate difficili dove oltre alla pandemia anche la politica ci ha messo del suo.

 

Interrogheremo sul perché non si veda promosso nessun programma amministrativo specifico, nessuno stanziamento a bilancio, nessun assessore che ne parli. Ma soprattutto, interrogheremo sul perchè di certe scelte in ambito concorsuale.

 

E’ forte timore che questo settore faccia la fine del cane di due padroni: morire di fame. Che per un settore che tratta di agroalimentare è un fatto Kafkiano.