Piano acqua val di Non: atto di resilienza in corso?

Da Michele Dallapiccola

Piano piano, un po’ alla volta, con tanta pazienza, le amministrazioni che governano il sistema irriguo in Val di Non cominciano a reagire.

Cominciano a prender coscienza che il mondo vive di grandi sogni e di giusti progetti lontani ma ha soprattutto bisogno di quotidiano realismo. Questa politica ha tratteggiato una realtà dove pur con risorse finanziarie sempre più incerte, si cerca di tappare buchi in ogni luogo ed in ogni dove, promettendo l’impossibile. Così, chi la politica la segue e un po’, e se vogliamo la subisce, in un rigurgito d’orgoglio può arrivare a staccarsi dalla fiducia cieca.

 

E a volte le soluzioni di emergenza, sono poi le più praticabili e durature.

 

I pompaggi dal Bacino di S. Giustina

Sono sempre stati tenuti in considerazione, pur distinti da alti costi di gestione, poiché altrettanto caratterizzati da minori costi di realizzazione. Si è sempre sognato di intervenire introducendo un sovra canone sulle concessione per abbattere i costi di pompaggio. Un sogno è stato ed un sogno rimarrà. La modifica della norma è già sufficientemente complicata di suo. Siamo tutti al corrente delle recenti evoluzioni che raccontano di quanto la Provincia si sia impantanata ad auto regolamentare la questione. E’ palese che andrebbe invece concordata con lo Stato. Lo certificano le continue impugnative che stoppano i tentativi giuntali di probabili fughe in avanti.

 

Per quanto riguarda la partita del miglioramento del sistema irriguo della Val di Non pare che la giunta continui a sostenere che l’ipotesi di recuperare risorsa idrica da Pejo, sia ancora aperta. I sindaci solandri, preoccupati, stanno presidiando la partita direi in modo ineccepibile. A colpire positivamente però una notizia di questi giorni.

 

A prender coscienza dell’impraticabilità della proposta, ci sono arrivati anche i contadini.

 

Mica un gruppo a caso ma proprio quelli che per questioni di residenza e dunque facilità di rapporti abitano più vicino a chi gestisce il verde dicastero. Non sottende, questa notizia, a nessuna illazione. Sono sicuro che i rapporti tra le parti testé nominate, continuano ad essere ottimi. Certo, alle mele rimpicciolite dalla carenza d’acqua, non fa andare su il calibro, raccontare delle riunione e delle speranze del futuro. Non basta. 

Così si comincia  a riflettere. A far politica non si cercano e nemmeno si trovano apprezzamenti diffusi. Non è nemmeno giusto cercarli. Arrivano da soli quando ci si accorge che soluzioni inizialmente contestate col tempo e la pazienza vengono comprese. La proposta tampone di recuperare acqua dal Bacino di Valle forse non era poi così strampalata. E ci credevamo al punto che avremmo investito cifre importanti pur di sostenere uno tra i più importanti distretti veicoli nazionali. Per il 2018 stanziamo i primo 6 milioni€. Doveva essere un lavoro in progressione dove ogni anno il governo ci avrebbe messo qualcosa ed i  consorzi avrebbero fatto la loro parte.

 

Il resto e cronaca recente. Arriva il governo del cambiamento e come primo segno tangibile del suo avvento, non si limita a non stanziare più nulla, ma decide di strafare. Anche gli unici 6 milioni€ dedicati al progetto vengono cancellati.

 

Sono molto contento che questa soluzione diciamo di ripiego permetta comunque ai contadini nonesi di continuare a programmare il proprio futuro. Certo con qualche spesa in più ma con molte incertezze in meno.