Il mio lavoro mi ha portato a Brione, un graziosissimo borgo secolare, posto su un poggio affacciato a quasi 1000 metri di altitudine sulla Valle del Chiese
E’ un comune antico, oggi “fuso” insieme a Cimego e Condino nel nuovo comune di Borgo Chiese. E’ stata un scelta amministrativa sicuramente difficile e molto coraggiosa. Ma comprensibile. Mantenere i servizi in montagna non è semplicissimo. Collaborare tra Municipi vicini può dunque risultare risolutivo.
Ebbene, mi ha colpito la bellezza di questi luoghi, le potenzialità economiche per un nuovo turismo lento. Proprio quello che potrebbe descrivere il Trentino post covid
Una riforma del Turismo più rispettosa delle piccole realtà sarebbe stata più opportuna.
Vien da chiedersi: quanto sarà capace un’APT che va da Campo Carlo Magno al lago di Idro di interpretare le necessità di nuovi prodotti turistici adatti a questa zona?
Quanto potranno mettere a disposizione impiantisti e albergatori per permettere lo sviluppo di questa realtà turistica soft, tutta paesaggio e pace?
La montagna, le malghe il trekking la bici il relax vanno spiegati, promossi con cura e attenzione particolare. La località va aiutata a costruire il proprio prodotto e con pazienza ed umiltà.
Invece… “Tanta fu la fretta che la gatta partorì gattini ciechi”: recita un proverbio toscano.
Nella sua riforma del turismo, mi sa che quando è stato il momento di guardare quassù, la giunta si trovava già in un avanzato stato di ipovedenza. Mi sa che ci penseranno gli abitanti dei luoghi ad arrangiarsi.
A Brione, non vivono certo persone che si perdono d’animo di fronte alle prime difficoltà.