La follia della guerra.

Da Michele Dallapiccola

Segni cicatrici, ferite ancora aperte solcano la nostra terra. Le nostre montagne ne sono ancora piene.

C’è un bel trekking che si può fare partendo dal rifugio Presena. È una parte del Sentiero dei Fiori. Senza fare la ferrata permette comunque panorami mozzafiato. A QUESTO LINK LE INFORMAZIONI

 

Vi siete mai chiesti il perché di tutti questi segni?

Io una spiegazione ho provato a darmela. Sbaglierò forse, ma si tratta quasi sempre di luoghi inaccessibili. Sono quelli che accolsero tragiche battaglie di oltre cent’anni fa. Poi più il nulla. Nel fondovalle l’uomo si riappropriò dei propri spazi. Cancellò i segni della guerra ma quassù a pulire non venne nessuno per lungo tempo. Nessuno aveva bisogno di questi luoghi. Non ci pascolavano le vacche, non ci viveva l’uomo.

 

Poi arrivò il boom economico e con questo la montagna come fatto culturale. Così, oggi abbiamo un “nuovo” modo di valorizzare la montagna. Il nostro tempo libero ci riporta quassù, numerosi. Trentini, trekkers, turisti curiosi. Siamo in tanti anzi tantissimi a riappropriarci di questi luoghi fatati. E le ferite ci sono ancora tutte. Ad aspettare.

 

 

Il villaggio bellico di Passo di Lagoscuro

 

La foto dello stesso luogo più di cent’anni dopo.

Le celebrazioni, i centenari, le commemorazioni aiutano. Ma a cancellare questi segni e queste cicatrici sarà ancora una volta la cultura. La cultura dell’accoglienza, della tolleranza della pazienza del noi anziché dell’io. Riconoscere che questa nostra terra ha bisogno di aprirsi e non chiudersi di accogliere anziché odiare.

 

Sarà la cultura dell’Autonomia e del rispetto degli uomini a permetterci di scegliere da noi e per noi anziché ricevere ordini?