Benessere dei Trentini. Alla politica ne importa qualcosa?

Da Michele Dallapiccola

Una volta, la politica era una cosa seria. C’era un programma di legislatura. Si cercava di scriverlo con competenza, in modo da rispettare le possibilità rispetto ai “desiderata”. Non era ammesso il libro dei sogni. 

Ebbene. Se volete perdervi la briga di leggere quello dell’attuale governo, sul sito della PAT, capirete meglio cosa voglio dire. Ponti, autostrade, gallerie, opere pubbliche che richiederebbero vent’anni di bilanci, concentrati tutti in un quinquennio. 

Invece oggi la Provincia dimostra altro. L’impressione è quella di un’amministrazione che procede a vista, alla continua ricerca di colpi di scena, comparsate pubbliche e vita sui social.

 

Avere visione politica. 

A mio avviso, significa saper avviare dei percorsi. Non si riesce a realizzare tutto in cinque anni. Ma il costrutto deve essere come un primo mattone di un grande edifico. Nella metafora, il percorso di opere e di azioni politiche concrete e realizzabili. Che permetteranno il benessere dei trentini. Non può essere una sommatoria di desideri ai quali provare a dar risposta (?) indistintamente.

 

Il lavoro innanzitutto

Di cosa vivranno i Trentini del domani? L’economia ed il lavoro nei tre distinti settori in Provincia, si compensano bene. Ma che tipo di agricoltura promuoveremo? Stalle grandi o piccole? Quale tipo di vino? E le mele rimarranno assetate d’acqua attendendo che dal cielo cada da sola? Dove saranno e come si struttureranno le nuove forme di artigianato? E l’industria, sarà in grado di proiettarsi e competere con il mondo? E il turismo, sarà trainato dai mega concerti o si ritornerà a parlare di noi? Natura e ambiente alpino, conditi di stile italiano sono stati gli ingredienti che hanno fatto aumentare arrivi e presenze del 20% nel giro di cinque anni. Una terra mitteleuropea merita più impegno che affidarsi alla notorietà altrui. 

 

La sicurezza e la gestione dei flussi migratori

E’ una questione strettamente connessa alla reperibilità di forze lavoro sul nostro territorio. Questo governo, le politiche dell’accoglienza, le ha costantemente messe sotto attacco. Il problema (senza biasimo) è che la gran parte dei trentini che certi lavori umili non li vuol fare più. In forza della nostra autonomia, potremmo concordare con lo stato politiche migratorie innovative. A me piacerebbe vivere in una piccola Svizzera o in un qualsiasi paese nord europeo. In Trentino il modello adottato sembra piuttosto qualcosa che vorrebbe imitare l’Ungheria. Senza farlo veramente, per fortuna! 

 

L’autonomia nei rapporti con Governo e regioni vicine

E cosa penseranno a Roma quando vedranno usare le nostre prerogative per permettere la costruzione della Valdastico alla Holding delle autostrade Venete a Zaia? Gli “daremo sopra” anche l’A22? Questo nostro trentino, è un governo che si è fatto sfuggire la possibilità di riformulare le modalità di gestione delle centraline idroelettriche. Che speranza possiamo avere che siano in grado di arrivare a gestire la presenza di lupi e orsi?

 

Sanità e scuola

Diritti fondamentali ai quali dare garanzia attraverso un’impeccabile organizzazione. Il passato, in Trentino, ha visto di meglio. Rimandati a settembre? Sì, 2023.

 

Il benessere dei trentini

Lo stato complessivo al quale la politica deve offrire sostegno. E non è coi provvedimenti on demand, o con gli spot di un concerto che questi grandi disegni prenderanno forma. 

 

Il mancato cambiamento di quel voto di (giusta) protesta provoca disagio sempre più percepibile. Problema se n’è accorto anche chi sta governando il Trentino in questo momento.

 

Che dipenda da questo, un abbozzo di nuovi approcci nell’emiciclo dell’aula?