Un ircocervo della politica: la lega autonomista trentina tirolese

Da Michele Dallapiccola

Mini cronaca di quello che è successo in Aula del Consiglio dal mio punto di vista.

Usciamo da una seduta di Consiglio durata 4 giorni. Una sessione durata fino a tarda notte. A un certo punto dal buio delle tenebre della politica trentina, è comparso un animale mitologico: l’ircocervo.

 

 

L’ircocervo, figura mitologica usata spesso per raccontare di commistioni

Ma prima di entrare nel dettaglio di questa metafora, racconto la mia impressione su come si sono svolti di lavori per l’Assestamento di Bilancio 2021. La maggioranza ha parlato di stanziamenti centi-milionari. In realtà i milioni di euro rimessi in circolo sono circa 200. Né più né meno che in passato con l’aggravante che in quest’anno di lockdown, l’avanzo l’avrei voluto veder ridotto. E così sarebbe stato, se fin dall’inizio dell’anno si fosse voluto spendere per contrastare la crisi. Ma pazienza, ormai è andata così. 

 

Il discorso di presentazione del presidente?

Una lista delle spesa. Perché anche in questa occasione come da 3 anni ormai, quale fosse il disegno complessivo, vi giuro, non lo ho capito. E sì, che siedo in aula ormai da quasi 13 anni.

 

Durante la discussione

I consiglieri di maggioranza hanno infilato una serie di richieste spicce. Ciascuno la rotatoria o la barriera antirumore nei luoghi del proprio elettorato. Uno era cosi felice d’aver ottenuto la promessa di un guardrail lungo lago da averlo postato, esultante, subito, sui social.

 

Ma ciò che più mi ha colpito è stato osservare una cosa nuova. Con 50 sindaci e 3 consiglieri di maggioranza contro, la giunta é apparsa piuttosto preoccupata quando ha dovuto seguire la scellerata proposta sulle centrali elettriche, del suo vice presidente. Le cui principali doti, non son certo la malleabilità e la disponibilità a cambiare idea (a parte quale coalizione sostenere in fase di elezioni). 

 

Un segnale interessante

Vi confesso che assai raramente in passato, la giunta ha tentato di mediare sulle mie proposte in Consiglio. Questa volta invece un tentativo c’è stato. Con una controproposta troppo travolgente per poter essere accettata, ma qualcosa c’è stato. 

 

Che la lega stia tendendo la mano al Patt?

Di certo la “destra” della destra, qualche bella stoccata a Fugatti l’ha voluta dare. Poi però, da leonessa in fase di voto degli articoli, si è accucciata mansueta come un coniglietto quando è stato il momento del voto finale. “In fin dei conti siamo in maggioranza” – avranno pensato – seduti sulle loro comode poltrone. 

 

Che ci sia un tentativo da parte della lega di capire il sostengo del mio partito lasciando da parte fratelli d’italia era nell’aria da tempo.

 

Che Fugatti sogni un 2023 con le ali di destra e sinistra fuori dal governo comincia a declinarsi. Una sorta di coalizione meticcia, un ircocervo della politica: la lega autonomista trentina tirolese

Beh, in questi giorni, questo disegno si è finemente manifestato. Proprio in consiglio. Converrete, con la mia opinione, che le premesse sopra descritte poco si attagliano ad un partito che dell’autonomia fa ontologica ragione.

 

Per il partito al quale sento di appartenere, questa condizione, a me, sembra inaccettabile.