Certo! Perchè la politica non è mai in vacanza e in questi giorni qualche sussulto tra i partiti c’è stato. E a Ferragosto abbiamo il tempo di pensarci su.
Prendete il PATT, ad esempio. Nel partito, ha tenuto banco un sondaggio tra i propri tesserati. Ha rivelato un Movimento fortemente di centro e legato alla SVP altoatesina. In caso di necessità, chi ha risposto, ha dichiarato accettare di miglior grado una collaborazione col centrosinistra rispetto ad una con la destra.
Nei partiti di maggioranza, la scena è stata occupata dalle scaramucce tra fratelli d’Italia e la lega. Probabilmente più teatrali che di sostanza. A mio modesto avviso, mai e poi mai, la lite si consumerà anche a livello nazionale. Così, in fase elettorale, arriverà perentorio un ordine da Roma. Ognuno verrà rimesso al proprio posto. Poi sulla piazza c’è la crisi della lega. In Consiglio Provinciale sta perdendo i pezzi e a livello nazionale i sondaggi la danno in calo. Sarà forse per questo che si trova in affanno? Certo, non aiuta il suo primo triennio amministrativo, pieno di acciacchi ed errori. Eppure la fine della legislatura è vicina. Tra poco più di un anno si discuterà degli assetti da individuare per la tornata delle elezioni nazionali. E i trentini potrebbero doversi ritrovare più confusi che mai.
Nel 2018 fu tutto più facile.
La coalizione di governo era in frantumi e il vento salviniano soffiava forte su chiunque avesse voglia di farsi spingere in avanti. Effettivamente, a ben osservare chi è poi finito al governo del Trentino, è stato proprio così.
Ed ora? a chi toccherà?
Azzardare coalizioni e collegamenti in questa fase è prematuro. Di certo, sulla scena politica, ci saranno almeno due poli. La lega si ritroverà schierata contro chi si preoccuperà di costruire una posizione a lei alternativa. Questa compagine riceverà tutto il mio personale appoggio. Ma la responsabilità più importante che deve assumersi la politica ora è capire di che cosa hanno bisogno i trentini per il proprio immediato futuro?
La terra autonoma oggi.
Che ne è stato della vera politica? Rimarrà senza risposta questa domanda. La responsabilità dell’accaduto però se la deve prendere chiunque abbia governato. Anche in passato; noi compresi. Perchè è orami comune l’impressione che questa nostra terra autonoma fatta di sogni e laboriosità sia sempre più preda di burocrazia e politica. E dagli errori, si deve imparare.
La politica come soluzione ad ogni problema. E’ giusto?
Ci avete fatto caso anche voi? Non c’è acciacco che i trentini non chiedano di far risolvere alla politica. Qualsiasi cosa non vada per il verso giusto si va tutti in Provincia. E grave? Si va dall’assessore. E gravissimo? Dal Presidente. L’apoteosi? Sui social. Lì infatti, sono gli stessi assessori ad invitare le persone a rivolgersi direttamente a loro. Si adoperano per lavorare come fossero un patronato.
Ma se i membri di giunta lavorano per far concorrenza agli sportelli dei sindacati e delle agenzie, della programmazione chi se ne occuperà? E dell’intelligence territoriale e la successiva sintesi, chi se ne farà carico?
E poi, è mai possibile che il sistema sia così burocratizzato? Che i tempi di attesa e che gli inconvenienti per arrivare ad una qualsiasi autorizzazione siano a dir poco imperscrutabili? E che per sbloccare una qualsiasi pratica ci voglia l’interessamento del politico di turno? Ma ricevere un’autorizzazione o un parere su una pratica, non è un diritto di tutti?
La carenza di personale della macchina provinciale è evidente. Ma investire produce consenso e risultati troppo in là. Non dà certo la stessa visibilità immediata che può dare la promessa di una nuova rotatoria, tanto per dire.
Così il Trentino, schiacciato dalle “carte” finisce per non esser più attrattivo per chi voglia investire nel lavoro, non solo nel settore secondario. Pensate a chi fa impresa agricola. La zootecnica in fortissima contrazione. In agricoltura le intemperanze del clima sono sempre più una costante eppure il quadro è ancora fortemente connotato da forme di monocoltura. Si preferisce seguire il grande fiume che scorre: si gradiscono, si favoriscono le forme di impresa “preconfezionata”. Anche nel turismo. Ieri sulla stampa un membro della giunta si dava del “bravo” da solo; era contento di se stesso, insomma. Tra le altre cose, menzionava come fenomenale l’opportunità turistica data dal concerto di Vasco Rossi, (se mai si farà.) Al confronto con natura, enogastronomia, prodotti di nicchia, cultura in senso lato e della montagna, anch’esso prodotto (turistico?). Certo, purtroppo però, preconfezionato.
Ma allora chi vincerà le elezioni nel 2023?
Chi riuscirà a far sognare di nuovo i trentini. A ricostruire le basi per una terra davvero autonoma al servizio dei suoi abitanti. Autonomi nelle loro decisioni politiche, lontani da strillanti leader nazionali, lontani da soluzioni preconfezionate. Piuttosto autentici trentini, come un tempo vicini alla voglia di far da sé, per il proprio futuro.
E’ ferragosto e questo sopra è un augurio che faccio soprattutto ai miei figli. Come avrete capito il preconfezionato non mi piace. Nemmeno sui social che oggi son pieni di meme augurali (comunque graditi). La giornata odierna però permette qualche riflessione in più perchè dal prato della nostra giornata di ferie, tra un picnic ed una pennichella, abbiamo anche il tempo di leggere e di riflettere.
Che Buon ferragosto sia!